Se ai tempi dei romani erano minus, persone “sbagliate” da eliminare, poi, in epoca più recente, soggetti da assistere e da proteggere in luoghi speciali, ora, con l’approvazione della Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità del 2006, diventata legge in Italia nel 2009, le persone con disabilità sono in tutto e per tutto cittadini che devono poter godere di diritti come tutti gli altri.
Il messaggio ieri, venerdì 29 aprile, è risuonato forte e chiaro e in più passaggi nell’incontro tenuto alla sala della BCC di Aosta per volere del neo costituito Comitato 162 Valle d’Aosta che aggrega un gruppo di famiglie che si misurano quotidianamente con la disabilità.
“Tutti i servizi alla persona in Italia sono nati sul paradigma che i disabili siano persone da assistere, da custodire e proteggere in luoghi pensati per loro, spesso separati della società” ha spiegato Cecilia Marchisio, responsabile del centro studi Divi dell’Università di Torino che accompagna il Comitato 162 della Valle d’Aosta. “Ora la Convenzione delle Nazioni Unite sancisce invece che un individuo con disabilità deve avere gli stessi diritti di tutti e che non ci sono caratteristiche personali, fisiche o psichiche, che inficiano questo diritto”.
Un approccio che mette in discussione e chiede un cambiamento epocale ai servizi sociali e socio-assistenziali anche in Valle d’Aosta. “I nostri figli e i nostri cari devono poter scegliere come tutti dove e con chi vivere, che tipo di lavoro fare con i necessari supporti che devono cambiare nel corso della loro vita e adattarsi ai diversi contesti” ha sottolineato Sara Battan, portavoce del Comitato durante l’incontro.
Lo stesso Comitato 162 nasce con l’idea di contribuire ad eliminare il gap tra le norme e la realtà dei servizi. “Chiediamo l’elaborazione di progetti personalizzati per le persone con disabilità e un forte cambio di mentalità alle istituzioni”.
Il tempo che stiamo vivendo, secondo il Comitato, è proficuo. “A dicembre 2021 il Governo ha approvato la legge delega sulla disabilità e attraverso il Pnrr l’Italia si è impegnata a trasformare l’apparato degli attuali servizi strutturandoli e ripensandoli in coerenza con la Convenzione Onu” ha spiegato ancora la Marchisio.
Un’opportunità di cambiamento, quindi, da non sprecare e che in altre regioni si è già iniziato a perseguire. A testimoniarlo è Claudio Gilardi, Presidente del Comitato 162 del Piemonte, che ha portato l’esperienza del gruppo, nato nel 2016, e già fortemente riconosciuto dalle istituzioni come soggetto con cui interloquire sui temi della disabilità e sull’elaborazione di misure e servizi per favorire la vita indipendente.