"Canto l'uomo che è morto, non il dio che è risorto. Canto la rabbia e l'amore dell'uomo che è stato vinto, canto l'uomo respinto, non l'uomo vincitore". Sono le parole di "Comunista", testo di Roberto Roversi musicato da Lucio Dalla nel disco "Cambio", riproposto ieri sera dall'attore Marco Alemanno, nella singolare cornice del castello di Sarre. La poetica degli ultimi, dei dimenticati, degli esiliati della terra è comune nell'opera di Lucio Dalla, presente a fianco di Alemanno, e coautore dello spettacolo presentato sotto la volta decorata di corna della sala dei trofei, illuminata di blu e porpora. Lucio Dalla e Marco Alemanno si sono alternati al microfono, il primo cantando, e accompagnandosi alla tastiera, il secondo leggendo brani tratti da opere di Arthur Rimbaud, Federico Garcia Lorca, Pedro Calderòn de la Barca, oltre al testo di Roversi e a un monologo scritto dallo stesso Dalla, "Io e la mia ombra".
Particolarmente riuscito l'arrangiamento musicale, grazie a Fabio Coppini, alle tastiere, e Bruno Mariani alla chitarra. L'appuntamento era stato riservato a un pubblico limitato, previa prenotazione, e il concerto-lettura si è così svolto in un'atmosfera intima e raccolta. Spesso i testi letti da Alemanno evocavano le atmosfere di alcune canzoni del cantautore emiliano, che prontamente le eseguiva, tra gli applausi dei presenti. Tema portante di tutto lo spettacolo, la solitudine, condizione che caratterizza l'esperienza umana e che ci accomuna tutti.
Lucio Dalla, giunto ad Aosta per presentare l'anteprima del primo festival della parola Babel, tornerà nella nostra regione in primavera, per uno spettacolo più corposo.