L’Istituto Don Bosco di Aosta delle suore Figlie di Maria Ausiliatrice è stato ceduto, dopo oltre cent’anni, ad una fondazione nata appositamente per sollevare le sorelle dall’incarico divenuto troppo gravoso. Il percorso è stato reso ufficiale alle famiglie della scuola da suor Emma Bergandi, ispettrice della Provincia religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice del Piemonte e della Valle d’Aosta.
A spiegare le motivazioni del cambiamento è la direttrice suor Cristina Stara: “A seguito di una riflessione portata avanti in un tempo utile, si è ritenuto opportuno consegnare la scuola, un’opera viva e apprezzata da molti, a mani, menti e cuori affezionati a questo campo e professionalmente preparati per portarlo avanti. Si tratta di una decisione legata alla mancanza di forze nel guidare un’opera che ne richiede tante e all’intenzione di rimanere a servizio della diocesi e del territorio non più con un compito così gravoso, ma mettendo il nostro carisma educativo al servizio di una parrocchia”.
Il cambio di gestione avviene però sotto il segno della continuità. “Quello che si è condiviso e operato in passato verrà portato avanti, dato che nella fondazione ci sono genitori e alunni che hanno condiviso questa appartenenza”, continua la direttrice. “Tocca a questa comunità formata da nove persone il compito di continuare un’opera che vanta una storia di più di cento anni, in cui riconosciamo il contributo di Dio e di chi si è offerto, religioso o laico”.
La coordinatrice Jenny Magro sottolinea la delicatezza con cui è avvenuto il passaggio. “La collaborazione con l’Istituto è iniziata tre anni fa, motivata dalla necessità di un coordinatore didattico. Ho accettato molto volentieri l’incarico, lavorando in maniera stretta con la direttrice. Ci siamo così rese conto che un’opera educativa del genere è difficile da gestire da parte di una sola comunità religiosa di persone molto anziane”. Da qui la decisione di costituire la Fondazione dell’abbraccio, che da settembre gestirà la scuola: un cambiamento che Magro descrive come un “passaggio di testimone”. “Non è un capitolo che si chiude ma un passaggio di consegne: sarà sempre l’Istituto salesiano Don Bosco e manterremo i contatti con Torino per la formazione religiosa”. Un passaggio di testimone che, in ogni caso, segna uno spartiacque importante nella storia della scuola paritaria. “Viviamo questo momento con sofferenza”, conclude la direttrice, “ma anche con grande riconoscenza nei confronti di Dio e di chi ha condiviso con noi questa storia, felici di pensare che questa continuità rimarrà grazie alla nuova comunità religiosa”.