Un prosciutto unico nel suo genere, che da 42 anni si celebra con tre giorni di sagra. Dopo due anni di stop forzato la Proloco di Saint-Oyen rilancia la Sagra del Jambon alla brace di Saint-Oyen, che quest’anno vedrà per la prima volta arrivare sulle tavole i prosciutti lavorati dall’azienda locale Prosciuttificio Gran San Bernardo, fondata appena due anni fa da Mathieu Cerisey.
Ma cosa rende il prosciutto di Saint-Oyen così speciale? Oltre ad essere il primo e unico prosciutto cotto prodotto in Valle d’Aosta, è unica la modalità di cottura usata per produrlo. La cottura si divide in due fasi: la prima consiste nel cuocere sottovuoto i prosciutti in un forno elettrico, per trattenere tutte le caratteristiche della salamoia; la seconda fase, che è quella che rende il prosciutto così unico, consiste nel cuocere i prosciutti alla brace. Durante i giorni della manifestazione sarà possibile assistere dal vivo alla loro cottura sulla legna.
Per festeggiare lo Jambon alla brace la Proloco di Saint-Oyen, guidata dall’instancabile presidente Piero Lutzu in accordo con il Prosciuttificio GSB 2473 e Alberitos ha pensato a tre giorni di musica, concerti, balli e competizioni, con un occhio di riguardo ai giovani, ai quali gli organizzatori offrono tante occasioni per stare insieme e divertirsi.
La prima arriverà già venerdì 5 agosto alle ore 22 con il palchetto e il Flouard Party (un gioco di parole tra i foulard dei coscritti e la vernice e i tubetti fluo che verranno forniti per la serata), con l’accompagnamento musicale di DJ Juan.
Ma queste non sono le uniche attività proposte dalla Proloco durante la sagra; ad esempio, alle 8.30 di sabato 6 agosto si darà il via alla quinta gara di pesca della manifestazione con la successiva premiazione alle 14.30. Alle 16.00, invece, si potrà assistere alla musica dal vivo dei Nuova Officina, mentre alle 21.00 sarà ospitato il concerto dell’Orange Trio. A chiusura della serata, a partire dalle 24.00 comincerà un altro DJ set.
Domenica 7 si aprirà con due pedalate ciclistiche amatoriali, entrambe dirette verso il Gran San Bernardo: la prima partirà da Aosta alle 9.00, la seconda da Saint-Oyen alle 10.00; a seguire, alle 11.00, sarà ospitata la Santa Messa presso il campo. Più tardi, alle 15.00 si potrà assistere al pomeriggio danzante con Erik et le Poudzo Valdoten, che si occuperanno anche del Dj set delle 21.30.
Ovviamente, non mancheranno le occasioni per assaggiare questo gustosissimo prosciutto cotto e le altre specialità gastronomiche del nostro territorio: infatti, ogni giorno della sagra, a pranzo e cena (il venerdì solo a cena) aprirà il ristorante del padiglione gastronomico, dove si potranno degustare questi piatti.
In occasione della Sagra tutti i ristoranti della zona serviranno inoltre dei menù dedicati allo Jambon alla brace.
Fra le novità di quest’anno un nuovo padiglione situato all’interno del campo da calcio, che ospiterà attività come concerti e musica durante la sagra.
La ripartenza della Sagra rappresenta per la Proloco, il prosciuttificio e per l’amministrazione comunale l’inizio di un percorso che si spera possa portare ad ottenere l’IGP (primo prosciutto cotto IGP in Europa).
3 risposte
Buongiorno
La mia domanda di ieri era semplicemente una domanda. Faccio molto attenzione a ciò che acquisto e mi piacerebbe sapere da dove e come sono allevati i suini utilizzati in Valle d’Aosta.
Scusate ma non avete ritenuto opportuna la mia domanda di ieri sul come e dove sono allevati i suini? Inutile parlare di cambiamento climatico se non si mette in discussione il come ci procuriamo il cibo…
Buongiorno,
Secondo me c’è un po’ questa tendenza a pensare sempre di essere censurati nel proprio pensiero. Ho ritenuto di non approvare il Suo commento perché la domanda – che non faceva alcun riferimento ai cambiamenti climatici – mi è parsa evidentemente un po’ tendenziosa. Quindi non molto centrata per un eventuale dibattito, ma tant’è. Come tutti sanno – ma proprio tutti – non ci sono allevamenti di maiali così grandi in Valle d’Aosta da permettere una produzione come quella che abbiamo. Per lo stesso Lardo di Arnad si utilizzano anche maiali provenienti da allevamenti fuori Valle. Però, se si vuole discutere dell’impatto sul cambiamento climatico in un commento, beh, sarebbe semplicemente da scriverlo.
Saluti,
LV