È una sfida epocale quella che attende la nostra Regione il prossimo 25 settembre. Una sfida alla quale, per la prima volta, il Centrodestra in Valle d’Aosta si presenta finalmente unito per affrontare i molteplici problemi che già oggi toccano in maniera importante famiglie e aziende, dai costi dell’energia alle tasse eccessive, dall’immigrazione incontrollata alle criticità del lavoro. Sfide che solo un Governo forte potrà affrontare e risolvere.
Per questo motivo il Centrodestra si presenta in Valle D’Aosta con una squadra solida e compatta che ha un grande obiettivo: dare finalmente un Governo stabile al nostro Paese e avere a Roma due rappresentanti che possano veramente fare la differenza per la nostra Regione.
Le due candidate, Emily Rini per la Camera dei Deputati e Nicoletta Spelgatti per il Senato della Repubblica, una volta elette, potranno portare a Roma le istanze della Valle d’Aosta e fare in modo che queste siano realmente ascoltate.
Fra gli impegni concreti che abbiamo preso per aiutare i valdostani ad affrontare quello che si preannuncia come un autunno caldo, abbiamo ricompreso la riduzione dei pedaggi autostradali, lo stop al caro bollette, l’Iva zero sul pellet, l’Iva zero su beni di prima necessità (pane, pasta, latte), lo stop a nuove tasse sulla casa, lo stop alle tasse sul patrimonio e sui risparmi dei valdostani, il via libera a misure di defiscalizzazione ed alla difesa della nostra identità, del nostro territorio, delle nostre radici.
Per fare in modo che la Valle d’Aosta possa fare la differenza al Governo, il 25 settembre la scelta è una sola: votare il Centrodestra unito per la Valle d’Aosta.
Scarica qui gli impegni delle candidate del Centrodestra unito per la Valle d’Aosta
Impegni del Centrodestra unito per la Valle d’Aosta
Messaggio politico – committente Lega Vallée d’Aoste
6 risposte
Penso davvero che, nonostante tutto, il nostro Paese, abbia le carte in regola per diventare davvero una Democrazia perfetta. Basterebbe cominciare ad attuare alla regola la Costituzione Repubblicana. La quale solo per i suoi Principi fondamentali; molti ci invidiano.
Il problema – a mio umile parere – non è il Parlamento in sé che non funziona, o “l’assetto istituzionale” da modificare. Ma chi continua a non voler mettere da parte i rispettivi personalismi-rancori-distruttivi, all’interno delle varie forze politiche. Creando così inevitabilmente un Parlamento quasi inconcludente.
Credo financo che, per diventare una Democrazia perfetta, e poter funzionare a regola d’arte, sia necessario solamente il contributo costruttivo di tutti; maggioranza e opposizione. Ognuno con le proprie differenze, le proprie potenzialità, senza inutili guerre permanenti e personali. Le quali portano, appunto; a l’inconcludenza generale (solo con un vero e ottimo gioco di squadra, si ottengono risultati eccellenti).
Pertanto, l’unico obiettivo da parte di tutti, dovrebbe essere quello di lasciare ai posteri; per davvero un Paese migliore.
Da ultimo, ricordare chi ha dato la propria vita ed il rispettivo sangue, per la libertà e la dignità di tutti noi – di tutti noi. Lo ritengo un doveroso segno di rispetto ed onore, per chi ci ha dato, appunto; la possibilità di poter vivere in un Paese Democratico.
Credo nella Democrazia e penso che ci credano profondamente, non posso dire tutti, ma la quasi totalità degli italiani. Constato quotidianamente da decenni che nel nostro Paese vige la frammentazione politica e l’ingovernabilità. Anche nel nostro piccolo regionale abbiamo 9 gruppi consiliari per 35 consiglieri. A Roma abbiamo il bicameralismo perfetto. Gli attuali candidati delal nostra regione sono, almeno i potenziali vincitori, appoggiati da una miriade di partiti, movimenti, ognuno diverso. Tutto questo impedisce a chiunque di governare. Anche l’ultimo Governo è alla fine durato come la media storica degli altri Governi. Sempre poco per realizzare almeno una parte del programma. Se questo punto di partenza è vero, perché non si riflette sulla necessità di modificare l’assetto istituzionale per crescere e diventare una democrazia compiuta senza se e senza ma. Naturalmente non so, e credo non sia questo l’attuale argomento, se il Presidenzialismo è una delle riforme che migliorerebbe il Paese. Tuttavia è chiaro che siamo una Democrazia bloccata e dovremmo avere abbastanza fiducia in noi stessi per essere in grado di renderla più efficace senza la paura di cadere in derive che, non so neppure come definirle, se ridicole, antistoriche, inutili, sbagliate. Possibile che non riusciamo a liberarci del passato per guardare al futuro e alla discussione dei temi di oggi che sono tanti e complessi.
La nostra Repubblica, non è nata grazie alla Resistenza di tante Donne e Uomini ai volgari soprusi del famigerato nazi-fascismo?
E per quale motivo in questo Paese, alcune forze politiche invece, non si sono mai dichiarate e non si dichiarano antifasciste?
E ancora, tali partiti i quali hanno governato in passato più volte l’Italia, non hanno dimostrato di voler cocciutamente modificare la nostra Carta Costituzionale a proprio piacimento. Legiferando, appunto, non proprio in modo così brillante e democratico?
E riguardo a ciò, quanti tentativi di modificare la Costituzione, sono stati bloccati per fortuna da parte dei referendum popolari?
E ancora a tal proposito, non è nel programma di questa coalizione il voler il presidenzialismo. Ovvero, molti più poteri in mano ad una persona sola; e dunque con un Parlamento assolutamente non più sovrano?
Ed in relazione a questo, la scelta dei nostri Padri Costituenti invece, non fu proprio quella di creare una Repubblica Parlamentare, in modo tale da evitare l’uomo solo al comando. Ossia, appunto, un Assemblea rappresentativa dell’intero popolo italiano. E quest’ultima; assolutamente unico fulcro della Democrazia?
E per tale motivo, non è un bene pertanto ricordare le parole di questi nostri illustrissimi Padri Costituenti; proprio per evitare di incorrere in una sorta di regime anti democratico?
E oltre a tutto ciò, con la nuova riduzione dei parlamentari, non vi è la possibilità che tali forze politiche – complice anche l’attuale legge elettorale – conquistino la maggioranza assoluta del Parlamento. E dunque essi possano financo modificare la Carta Costituzionale a proprio piacimento, senza la necessità di ratifica del referendum popolare?
Ma la classe dirigente degli ultimi decenni – riguardo all’alto numero di astensionismo dal voto – non ha forse dimostrato di essere superficiale e dunque non all’altezza del ruolo ricoperto. E non dovrebbe pertanto farsi una seria e sana autocritica; ed un sincero mea culpa?
Ed infine riguardo a ciò, non dovrebbero essere i partiti stessi a proporre una classe dirigente degna di questo nome e pertanto seria, leale, professionale, competente, e la quale abbia l’unico obiettivo nel vero bene comune?
Molto umilmente penso che, quando viene venerata una persona sola al comando, e definita addirittura il migliore o il salvatore della patria – vedasi il contemporaneo assurdo lecchinaggio del mainstream nostrano, e di una cospicua parte dei media politicizzati – ci si debba, appunto; preoccupare. Diciamo financo che, l’attuale Costituzione Repubblicana, ad una parte del Paese; non è mai piaciuta. In quanto questa, è nata, appunto, dalla Resistenza di tante Donne e Uomini i quali, hanno combattuto contro il famigerato nazi-fascismo; e dunque per la libertà e la dignità di tutti.
Difatti, sono stati molti i tentativi di una sola parte di questo Paese – vedasi gli ultimi decenni di storia contemporanea del nostro Stato – di modificare la Carta Costituzionale ad esclusivo vantaggio. Per fortuna, molti di tali tentativi mai ratificati dai referendum popolari. Ora, la medesima parte del Paese – visto anche i sondaggi a proprio favore e la diminuzione del numero dei parlamentari – vorrebbe introdurre il presidenzialismo. Ovvero, molti più poteri in mano ad una persona sola; e con un Parlamento assolutamente non più sovrano.
La giusta scelta dei nostri Padri Costituenti invece, fu proprio quella – per evitare varie dittature o simil-dittature – di creare una Repubblica Parlamentare. Ossia, un Assemblea rappresentativa dell’intero popolo italiano. In quanto quest’ultima; assolutamente unico fulcro della Democrazia.
E’ bene pertanto ricordare le parole di questi nostri illustrissimi Padri Costituenti; proprio per evitare di incorrere in dittature o simil-dittature.
E’ vero tuttavia in conclusione che, la politica degli ultimi decenni – con la p minuscola – dovrebbe farsi in modo assoluto una seria autocritica. E studiare a memoria e mettere financo in atto la nostra attuale Carta Costituzionale (quest’ultima nata, appunto, dalla Resistenza al famigerato nazi-fascismo).
In quanto a causa della quasi totale negligenza, superficialità, arroganza, carrierismo personale, e dunque squallido privilegio individuale della suddetta classe dirigente. Le nuove generazioni, vedono la Politica e le Istituzioni, come un mostro il quale li vuole schiacciare e contro cui; non si può combattere. Tuttavia per contro, il 25 settembre abbiamo invece la possibilità di scegliere. E fortuna vuole che, il nostro Paese, è ancora per il momento una Democrazia Parlamentare.
E’ dovere pertanto dei cittadini tutti, di informarsi e valutare in modo consapevole e al meglio la rispettiva decisione.
Paolo
La citazione di Calamandrei leggo che è del 1946. Sono passati 76 anni. Davvero credi che l’Italia possa tornare una dittatura fascista? Se è per questo davanti alle Università si vedono ancora giovani che volantinano scritti marxisti-leninisti. Pensi che possa diventare anche una dittatura comunista? Si continua a parlare di massimi sistemi per non affrontare i problemi veri. Ad esempio, è possibile che tutti gli anni non si riesca ad avere a scuola un orario delle lezioni il primo giorno di scuola, ma regni il solito caos? Tra ditrigenti e insegnanti non sono capaci di organizzare un orario per tempo? Perché? La verità è che qualunque sarà l’esito delle elezioni (vincitori da noi non ce ne sono mai per definizione) non cambierà un bel niente. Tireremo a campare con tanti bei decretini di emergenza e non ci sarà nessuna cambiamento, perchè a troppe persone fa comodo andare avanti nel nulla dentro ai loro orticelli di privilegio.
“Oggi le persone benpensanti, questa classe intelligente così sprovvista di intelligenza, cambiano discorso infastidite quando sentono parlar di antifascismo. […] Finita e dimenticata la resistenza, tornano di moda gli «scrittori della desistenza»: e tra poco reclameranno a buon diritto cattedre ed accademie.
Sono questi i segni dell’antica malattia.
E nei migliori, di fronte a questo rigurgito, rinasce il disgusto: la sfiducia nella libertà, il desiderio di appartarsi, di lasciare la politica ai politicanti. Questo il pericoloso stato d’animo che ognuno di noi deve sorvegliare e combattere, prima che negli altri, in se stesso: se io mi sorprendo a dubitare che i morti siano morti invano, che gli ideali per cui son morti fossero stolte illusioni, io porto con questo dubbio il mio contributo alla rinascita del fascismo.
Dopo la breve epopea della resistenza eroica, sono ora cominciati, per chi non vuole che il mondo si sprofondi nella palude, i lunghi decenni penosi ed ingloriosi della resistenza in prosa. Ognuno di noi può, colla sua oscura resistenza individuale, portare un contributo alla salvezza del mondo: oppure, colla sua sconfortata desistenza, esser complice di una ricaduta che, questa volta, non potrebbe non esser mortale.“
— Piero Calamandrei Citazioni tratte da articoli de Il Ponte, Ottobre 1946