Cambiano ancora le regole per l’esenzione dall’Imu e tra i Comuni valdostani si respira una aria di incertezza e tensione crescenti. Con l’estensione del beneficio ad ambedue le dimore di coppie sposate o unite civilmente che abitano in case e località differenti, le amministrazioni saranno obbligate a rimborsare le somme già erroneamente versate durante i 5 anni passati, con spiacevoli e innegabili conseguenze finanziarie sui propri bilanci annuali e pluriennali.
Le modificazioni
È datata giovedì 13 ottobre scorso la sentenza n. 209/2022 della Corte costituzionale concernente le esenzioni Imu, la quale dichiara di fatto illegittima la precedente norma in vigore dal 2011 che, nelle casistiche di coppie sposate o unite civilmente dotate di differenti residenze, dispensava dal pagamento soltanto una delle due case rendendo l’altra comunque soggetta a tassazione. La nuova legge va ora a definire quale abitazione principale “l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente”, eliminando così qualsivoglia riferimento a un eventuale nucleo famigliare ed estendendo il beneficio ad ambedue dimora abituale e residenza anagrafica.
I rimborsi
In aggiunta, è stata stabilita una forma di rimborso destinata a coloro che, pur essendo in possesso di queste due condizioni, hanno già provveduto al versamento dell’Imu: tali soggetti potranno richiedere indietro la somma non dovuta al proprio Comune entro cinque anni dal giorno del pagamento e riceverla entro 180 giorni dalla data di presentazione dell’istanza; a tale documentazione è necessario peraltro allegare, entro il 30 giugno 2023, una ulteriore comunicazione per l’avvenuta variazione di destinazione dell’immobile.
La questione seconde case
La fruibilità di esenzioni e rimborsi verrà vagliata singolarmente dai vari Comuni coinvolti tramite apposite e precise strumentazioni quali per esempio l’accesso ai dati relativi alla somministrazione di energia elettrica, servizi idrici e gas o, ancora, a banche dati pubbliche concernenti contratti di locazione, domicili fiscali, lavoratori autonomi e imprese.
Ciò implica indirettamente l’inapplicabilità di tale sentenza costituzionale alle seconde case in cui uno dei coniugi abbia trasferito la residenza anagrafica senza tuttavia dimorarvi quotidianamente: coloro che non possiedono la dimora effettiva all’interno di un dato immobile saranno pertanto vincolati al canonico pagamento dell’Imu.
“Rispettare le norme indipendentemente dalle ricadute economiche”
Oscillano tra la ventina e la trentina le cosiddette doppie prime case di Ayas, effettivamente abitate da un solo residente nel paese sposato o unito civilmente a una cittadina o a un cittadino di differente provenienza.
“Nel corso di questi anni non abbiamo fatto che rispettare una norma confusionaria e delicata nonché continuamente soggetta a variazioni che, attualmente, abbiamo posto sotto stretto monitoraggio al fine di riuscire ad adeguare i nostri gesti alla legge caso per caso – osserva il sindaco del paese Alex Brunod -. Nell’attesa e nell’auspicio di una definitiva chiarificazione sulla tematica, siamo pronti a rimborsare i nostri concittadini di tutte le somme versate ma non dovute”.
Dopo aver effettuato necessarie verifiche incrociate circa le doppie residenze, come da codice il Comune di Ayas ha previsto la restituzione agli aventi diritto delle somme derivanti dai pagamenti di Imu effettuati negli ultimi cinque anni.
“È importante attenersi e rispettare le norme indipendentemente dalle ricadute economiche sulle finanze dei singoli paesi – dichiara ancora Brunod -. Diversamente da altre realtà di dimensioni più ridotte, possediamo un bilancio ampio e solido sul quale l’assenza dei proventi derivanti da tale tassazione non andrà a incidere in alcun modo”.
“Provvedere a precisi e puntuali controlli sulle doppie residenze”
Si dice di gran lunga più allarmato dalla situazione, invece, il sindaco di Courmayeur Roberto Rota, portavoce di tutti quei paesi a vocazione turistica spaventati dai contraccolpi economici che la manovra avrà su ambedue comune e suoi abitanti.
“Una delle maggiori problematiche che tali cambiamenti comportano sarà quella per amministratori e utenti di dimostrare che la dimora esentata dal pagamento coincida a tutti gli effetti con la cosiddetta dimora abituale, la cui definizione e regolamentazione risulta tuttora dubbiosa – il commento del primo cittadino -. Sono molti i soggetti che possiedono seconde case sul nostro territorio, ciò che ci imporrà di provvedere a precisi e puntuali controlli sulle doppie residenze prima chiamate a versare i contributi arretrati degli ultimi cinque anni e ora invece possibili beneficiarie di un rimborso”.
Rota ammette di attendersi una ondata di ricorsi e domande di deroga importante non appena la sentenza costituzionale sarà chiarificata nei suoi molteplici e intricati punti.
“Dopo la presentazione non automatica delle istanze, sarà doveroso comprendere a chi spetta l’onere della prova di quanto dichiarato dai residenti – conclude il sindaco di Courmayeur -. Gli effetti sul nostro bilancio non potranno che pesare tanto nell’immediato quanto negli anni a venire”.
La preoccupazione della politica
Tramite specifico ordine del giorno, il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità e in accordo con il presidente della Regione di domandare l’avvio, entro la fine del mese di giugno del prossimo anno, di una interlocuzione con il Consiglio permanente degli enti locali volta a indagare le possibili ripercussioni economiche della sentenza in oggetto.
“L’imposta municipale unica riveste un ruolo centrale per le finanze dei Comuni – ha sottolineato il consigliere proponente, Stefano Aggravi -. La decisione di dare possibilità di scalare l’importo già pagato come acconto per il 2022 o di chiederne il rimborso non potrà che registrare ricadute importanti sulla gestione finanziaria degli enti locali”.