Telecabina Pila-Couis, confronto fra atteggiamenti

Può sembrare ossessivo continuare a segnalare delle alternative al progetto Pila-Couis I, ormai  in fase di realizzazione; tuttavia questa vicenda mi ha incentivato a contestare il metodo adottato da coloro che, a mio avviso, avrebbero potuto intervenire per un confronto di idee.
Progetto Pila Spa - Alternativa Regruto
I lettori di Aostasera

Può sembrare ossessivo continuare a segnalare delle alternative al progetto Pila-Couis I, ormai  in fase di realizzazione; tuttavia questa vicenda mi ha incentivato a contestare il metodo adottato da coloro che, a mio avviso, avrebbero potuto intervenire per un confronto di idee.

Posso garantire che il mio obiettivo non è mai stato quello di fermare il progetto, ma solo quello, sempre evidenziato nei miei interventi, di migliorarne la funzionalità.

Esistono due modi di comportarsi: uno democratico, che propone un confronto e una mediazione fra differenti proposte e che presuppone il coraggio di difendere le proprie idee per la miglior riuscita di un progetto; l’altro dittatoriale, con presunzione di infallibilità, ma che tradisce la paura di confrontarsi per mancanza di argomenti validi da opporre ai quesiti e alle obiezioni presentati.

Il mio obiettivo era quello di proporre un programma che tenesse in considerazione i cambiamenti climatici e, quindi, l’innalzamento della quota sciabile e tracciasse uno sviluppo turistico per i prossimi 20/30 anni, sia in inverno sia in estate.

Proponevo di tenere in considerazione il recupero di immobili già esistenti per la creazione di locali di ristoro, già attrezzati di servizi indispensabili al loro funzionamento, senza andare per il momento a costruirne di nuovi su terreni instabili (probabilità di permafrost), con notevoli sbancamenti e costi di realizzazioni e di gestione consistenti.

Se ci fossero le risorse economiche per questa struttura, le dirotterei, vista la priorità dell’emergenza idrica, per la costruzione di nuovi bacini artificiali utili per più funzioni: innevamento programmato, irrigazione dei pascoli, utilizzo antincendio e, in futuro, anche per uso igienico.

Ipotizzavo un diverso riordino del territorio con tracciature di impianti che permettessero un miglior utilizzo delle piste esistenti e, in futuro, la possibilità di un ampliamento delle strutture sul territorio  (cosa non fattibile con il progetto Pila-Couis I, che non aumenta praticamente di niente l’attuale superficie sciabile e non consente di farlo in futuro).

Pongo questo punto all’attenzione dei tre Comuni interessati al collegamento Aosta-Pila-Cogne: non vorrei essere troppo pessimista, ma consiglierei loro, prima di dare per scontato questo collegamento, di non fidarsi delle promesse fatte ma di indagare più approfonditamente sulla  fattibilità del progetto.

Nel 1986 fu commissionato uno studio (Canestrini-Illing) che analizzasse la stazione di Pila nel suo insieme, ottimizzando le linee degli impianti e il flusso degli sciatori. In quell’occasione furono apportate delle modifiche al progetto originale e l’assetto che ne risultò è ancora funzionale 37 anni dopo.

Al contrario, il metodo adottato dalla Pila S.p.A. è discutibile e presuntuoso: sia per l’impianto funiviario sia per il ristorante panoramico, il committente ha assegnato ai progettisti  i punti esatti per la realizzazione della linea e l’ubicazione del locale, rifiutando a priori di prendere in considerazione qualsiasi variante che ne avrebbe aumentate le potenzialità. Il risultato è indubbiamente di alto livello tecnico e architettonico, ma manca completamente una visione strategica dello sviluppo complessivo della stazione.

Con un po’ di umiltà e di coraggio sarebbe stato sufficiente sottoporre le possibili alternative agli stessi progettisti incaricati o a tecnici indipendenti esperti del settore, in grado di valutare quale soluzione fosse la più logica, valida e funzionale.

Come evidenziato sullo skirama, si può raggiungere ugualmente il Couis I con altri tracciati, con interventi meno impattanti sul territorio e con linee più funzionali all’ottimizzazione del comprensorio.

Sono certo che il tempo sarà il giudice imparziale di questa vicenda, nella quale qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di eventuali scelte sbagliate (malgrado le ripetute richieste di confronto) scelte pagate, ancora una volta, con molto denaro pubblico.

Guido Regruto

2 risposte

  1. Molto interessante la proposta dell’articolo, complimenti per l’iniziativa, ma purtroppo va contro “interessi incoscienti” che non sono capaci di abbinare il profitto personale con il miglioramento del bene comune (cosa molto normale da ottenere).
    E questo non finisce qui purtroppo ….. ne vedremo ancora di belle, soprattutto nella partenza della funivia…si sta solo aspettando il momento giusto.
    Per far passare questo progetto é stato organizzato un concorso di idee “democratico”.
    Rimarrà sempre il dubbio se é stato organizzato un concorso di idee per scegliere un progetto o é stato organizzato per giustificare un progetto già scelto…..

  2. Ai nostri amministratori non in teressa il confronto anzi lo temono, esiste solo arroganza del potere e chi cerca confronti -anzichè adeguarsi- dà fastidio e molto.
    Il motto “maitres chez nous” in realtà est maitre de tout si credon sovrani,

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