Ciao mamma

Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo e le riflessioni di una figlia messa bruscamente davanti alla scelta estrema della mamma.
cielo
I lettori di Aostasera

“La mamma non è in casa”. Quelle terribili parole continuano a riecheggiare nella testa nonostante sia passata più di una settimana. Qualche secondo che sembra un’eternità. Pochi istanti interminabili in cui tutti i timori dei mesi passati sembrano diventare terribilmente realtà.
Il cuore smette di battere, l’aria non sembra più riuscire ad arrivare nei polmoni. Rimango immobile, pietrificata nell’illusione che fermandomi tutto si possa fermare ma non è così. Roberta mi vede e mi sveglia da una paralisi da cui da sola non sarei mai riuscita a uscire. “Vai subito”.
Tutte le paure, le preoccupazioni, quel sentimento di impotenza che mi hanno accompagnato nei mesi mi travolgono, stanno prendendo ancora una volta il sopravvento. No! Devo rimanere lucida. Voglio la mia mamma, ma la mamma non risponde, la mamma non si trova.
Scorro la rubrica e chiamo tutte le persone che potrebbero essere con lei. Ogni volta spero di sentire “Si è qui”. Spero, prego di arrabbiarmi con lei per lo spavento che mi ha fatto prendere, ma le parole sono sempre le stesse “No, non l’ho vista. No, non è qui”.
Dopo qualche ora, la doccia fredda. Il tempo si ferma, il vuoto mi travolge e poi arriva la rabbia. Per la mia mamma? No quella mai. La rabbia per tutta l’indifferenza con cui mi sono scontrata nei mesi precedenti. La rabbia verso quelle persone che mi ascoltavano senza sentire. La rabbia verso quelle persone che forse avrebbero potuto aiutare lei, la mia bellissima mamma. Quell’indifferenza, quasi fastidio a ricevere l’ennesima chiamata di questa figlia che continua a chiedere aiuto per la sua mamma perché è preoccupata, perché capisce che qualcosa non va ma non sa cosa fare.
Quanto vorrei tornare indietro nel tempo. Forse mi sarei comportata diversamente, sicuramente avrei insistito di più con quelle persone che “in teoria” avrebbero dovuto darmi, darci supporto. Ma purtroppo devo almeno tentare di accettare questa orribile realtà, la mia mamma non c’è più. La mia mamma così bella e all’apparenza sempre solare e sorridente. La mia mamma che, nonostante non fosse mai sola, si sentiva persa, sola, abbandonata, non capita, sbagliata. La mia mamma che nonostante tutto e tutti ha ricercato quella che per lei era l’unica via di uscita.
Probabilmente queste parole rimarranno parole inascoltate, forse nessuno si prenderà qualche minuto dalla sua vita frenetica per fermarsi a leggere. Forse questo dolore così forte è solo mio e di chi mi sta accanto. Forse chi di dovere farà ancora una volta finta di nulla, ancora una volta non ascolterà come non ha ascoltato tutte quelle chiamate che ho fatto. Ma se queste mie parole aiuteranno anche solo una persona a sentirsi un po’ meno sola e capita ne sarà sicuramente valsa la pena.

Lettera firmata

9 risposte

  1. Le tue parole mi hanno bloccato il respiro e fermato il tempo che ho impiegato a leggerle.
    Non sono nessuno ; il mio pensiero probabilmente si mischierà ad altri che riceverai. Non riesco ad immaginare il dolore immenso che provi, ma percepisco bene la rabbia per l’indifferenza che vive tra di noi.
    Non hai nessuna colpa e questo è ancora più difficile da accettare. Hai scritto una lettera nel tuo dolore uno sforzo immenso :aiutera’ sicaramente qualcuno che ha la sensibilità tua e della tua mamma che ora ti veglia dall’alto.
    Un abbraccio infinito.

  2. Non sei e non sarai mai sola, in maniera particolare ma le nostre mamme ci sono sempre vicine.
    Non importa come sono volate via ma il perché hanno deciso di farlo.
    A me piacerebbe poter parlare anche via mail con la persona che ha pubblicato la lettera se potete farle pervenire la mia mail ve ne sarei grata.
    Intanto cara “amica di sofferenza” ti abbraccio forte.
    Rosella

  3. Purtroppo non potrai mai dare una risposta al suo gesto il suo segreto,io ringrazio Iddio di avermi dato una cuginetta così.ciao a Mila e a Dario.

  4. Quanto capisco la tua disperazione, il vuoto che senti dentro, le domande che ti fai, avrei potuto… avrei dovuto… me le sono fatte anch’io per mia sorella. Purtroppo ti è mancato di incontrare un po’ di attenzione e sensibilità in più da chi avrebbe dovuto dartele e soprattutto darle a tua mamma. Ma lei non è solo il suo terribile gesto, lei è tutto quello che è stato prima e tutto quello che continuerà a vivere attraverso di te. Ti mando un forte abbraccio, sii forte tu anche per lei. Rita

  5. Il male oscuro purtroppo è “oscuro”, chi ne soffre non riesce a spiegarlo, non è come dire ho una gamba rotta, vive in un mondo tutto suo, magari continua a sorridere, a lavarsi e fare le cose di sempre, ma la sua mente è persa in altri pensieri bui, per assurdo neanche le persone a cui vogliono un bene dell’anima riescono a scuoterle… Magari le medicine, le sedute dallo psicologo e dallo psichiatra possono aiutare, risolvere, a volte le fanno sentire ancora più fragili.. Ho conosciuto diverse persone che hanno deciso di andarsene, non perché non amavano più i loro cari, ma perchè non volevano più rimanere e c’è una bella differenza. Un abbraccio grande…

  6. Anch’io ho vissuto un’esperienza simile con mia figlia, perciò ti capisco e ti sono vicina e ti prometto che farò il possibile perché chi di dovere si prenda delle responsabilità nei confronti di quelle, purtroppo troppe, persone che soffrono di quel “male oscuro”

  7. No non sei sola e anch’io ho delle persone da cui vorrei delle spiegazioni in un mondo di indifferenza.

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