A distanza di 130 anni dalla nascita di Joan Mirò, figura cardine dell’arte novecentesca, il Museo Archeologico Regionale di Aosta rende omaggio all’artista-uomo con la mostra inedita “E’ quando sogno che vedo chiaro”, visitabile fino al 1° ottobre 2023. Riprendendo un verso del poeta catalano Josep Vincec Foix, amico di Mirò, il titolo scelto racchiude le intenzioni dell’artista: celebrare un mondo più umano, un sogno in cui uomini e donne si rispettino tra loro e comprendano la loro intima connessione con la natura. E’ questo mondo, che Mirò sogna ad occhi aperti e dipinge sulla tela con colori e tratti semplici quasi infantili, il protagonista della mostra.
Tre gli elementi cari all’artista catalano che ispirano il percorso espositivo: la natura, la libertà politica e la sperimentazione artistica. Temi strettamente legati agli ideali di Mirò che si rifanno infatti all’ecologia, alla lotta antifascita, alla ribellione a ogni forma di tirannia e all’innovazione dei linguaggi. Proprio da quest’ultima nasce l’idea di realizzare una mostra basata sulla contaminazione tra le diverse arti – pittura, scultura, poesia, fotografia – che hanno segnato il percorso artistico di Mirò. “L’idea è quella di raccontare “l’artista-uomo”, un personaggio estremamente semplice, umano e comprensivo, unendo all’arte, la poesia, l’elemento storico e i nuovi linguaggi utilizzati da Mirò”, racconta il curatore Josep Maria Camps Codina.
Oltre alle opere pittoriche, immancabili, tra le stanze del museo trovano spazio anche sculture, libri d’artista, creazioni tridimensionali, filmati e fotografie, provenienti dall’Italia e dalla Spagna. Le opere esposte sono state fornite da varie istituzioni quali la Fundació Pilar e Joan Miró de Mallorca, il Museu Es Baluard d’Art Contemporani de Palma, la Diputació d’Alacant, Harvard Art Museums de US, il fondo familiar de Succesió Miró e da diversi collezionisti privati. Il materiale audiovisivo e le fotografie fanno invece parte dell’archivio storico del COAC-Col·legi d’Arquitectes de Catalunya, dell’Arxiu Nacional de Catalunya, della Fundació Joan Miró di Barcellona, del Centro Documental de la Memoria Histórica di Salamanca, della Foundation Ernst Scheidegger archive, del MAE-Centre de Documentació i Museu de les Arts Escèniques de Catalunya, del Archivo de Fotografía Colita e di Film59.
Ad aprire la mostra è la sala “Il Canto della terra” dedicata all’interesse dell’artista per la calligrafia come segno distintivo ed espressione delle idee e all’indagine circa il rapporto tra arte, uomo e natura. Il tema dell’ambiente torna anche nelle sculture, realizzate da Mirò assemblando elementi trovati in natura o oggetti di uso quotidiano. Tra una stanza e l’altra ci si addentra sempre più nei sogni di Mirò attraverso opere che evidenziano l’impronta surrealista dell’artista, l’influenza delle pitture rupestri primitive e delle opere africane, nonché l’evoluzione della sua sensibilità. Lungo il percorso espositivo, la sala “della pausa e dell’attesa” invita i visitatori a fermarsi e contemplare le opere, abbandonando almeno per un momento la tipica frenesia della società contemporanea, mentre chiude l’esposizione la sala “Mori El Merma” (Morte al fantaccio) dove quadri e filmati accompagnano grandi fantocci realizzati da Mirò per la sua sovversiva opera teatrale del 1978.
Orario e biglietti
La mostra sarà aperta al pubblico dal 29 aprile al 1° ottobre 2023.
Biglietti: Intero 6 euro, ridotto 4 euro.
La mostra è inserita nel circuito di Abbonamento Musei.
Orario di apertura: tutti i giorni, dalle 9 alle 19.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo bilingue italiano/francese edito da Dario Cimorelli Editore con saggi di Josep Maria Camps Codina, Daria Jorioz, Enrique Longinotti e Josep Massot, acquistabile al prezzo di 32 euro.