Notte di San Lorenzo: date e orari del picco dello sciame

Tutte le informazioni su dove e come vedere le Perseidi, le “lacrime di San Lorenzo” nella rubrica realizzata dalla Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS
La nebulosa Trifida, o M20. Credit: ESO - European Southern Observatory http://www.eso.org/public/images/eso0930a/
Un, due, tre stella!

La Luna

 Le fasi della Luna. La Luna è piena martedì 1° agosto 2023, nella fase di ultimo quarto martedì 8, nuova mercoledì 16, al primo quarto giovedì 24 e ancora piena giovedì 31 agosto.

La Superluna. Tra gli eventi astronomici più interessanti del cielo di agosto c’è la Superluna (o Super Luna), la Luna piena che avviene in prossimità del perigeo, cioè il punto di minima distanza dalla Terra che il nostro satellite raggiunge lungo la sua orbita. Teoricamente il disco della Superluna appare leggermente più grande e brillante di quanto non sia in media, ma  si tratta di variazioni praticamente  impercettibili a occhio nudo. Un secondo aspetto particolare è che in questo mese avremo due Superlune: una il 1° agosto (con una distanza tra Luna e Terra di circa 363.815 km) e la seconda il 31 (con la Luna a circa 363.667 km da noi). Dato che la seconda Luna piena all’interno di uno stesso mese viene chiamata Blue Moon, potremmo dire che quella del 31 agosto sarà una “Superluna Blu”! Anche qui dobbiamo chiarire che l’aggettivo “blue” significa, in inglese, umore triste, malinconico, come quando ci si sente fuori posto. E siccome una seconda Luna piena mensile può essere considerata fuori posto rispetto a quella che è la norma per le nostre abitudini, cioè una sola Luna piena al mese, ecco spiegato, secondo alcuni studiosi, l’utilizzo dell’attributo “blue” in questo contesto. Per questi motivi sicuramente la sera dell’ultimo giorno di agosto il nostro satellite naturale non apparirà azzurro!

Congiunzioni tra la Luna e pianeti e stelle brillanti. Il giorno 3 agosto una Luna appena calante sorgerà attorno alle 23.00 a pochi gradi a sud est di Saturno; cinque giorni dopo (l’8 agosto) il nostro satellite naturale si troverà 4°a nord ovest di Giove, ma il fenomeno sarà apprezzabile al meglio solo a partire dall’una di notte, dato che il pianeta gigante sorge sul tardi.

Il 10 agosto la Luna in fase calante passerà a nord di Aldebaran, la stella più luminosa della costellazione del Toro con il pianeta Giove che sembrerà sovrastare i due. Si tratta di un’osservazione riservata ai nottambuli, possibile a partire dalle 2.30 circa fino alle prime luci dell’alba (entro le 5.30).

Luna Aldebaran Giove ago elab
L’immagine ritrae il cielo il 10 agosto alle 5.00 del mattino: la Luna passa accanto alla stella Aldebaran, la più brillante del Toro, costellazione che in quel momento sembra sovrastare Orione. Più in alto a destra c’è anche Giove. Elaborazione con il software Stellarium (http://stellarium.org)

Infine, la sera del 24 la Luna al primo quarto si troverà vicino a Antares, la stella più luminosa della costellazione dello Scorpione. Il fenomeno sarà osservabile solo dopo le ore 21.00 fino alle 22.00 circa quando la costellazione sarà prossima all’orizzonte.

I pianeti

Mercurio.  Sempre difficile da osservare per la sua vicinanza al Sole, il pianeta più piccolo e veloce del Sistema Solare può essere scorto nella prima parte del mese, piuttosto basso nelle luci del crepuscolo serale, più o meno nella direzione in cui è tramontato il Sole. Si trova nella costellazione del Leone. Il giorno 10 raggiunge la massima elongazione (distanza angolare) dal Sole. Anche se per vederlo a occhio nudo sono favoriti gli abitanti dell’emisfero australe, possiamo comunque tentare di scorgerlo anche alle nostre latitudini, ricordando che il pianeta è molto basso e visibile solo nel chiaro cielo crepuscolare. Nella seconda metà del mese Mercurio si rende rapidamente invisibile, correndo verso la congiunzione inferiore col Sole del prossimo 6 settembre.

Venere. Dopo diversi mesi di ottima visibilità serale, Venere va in congiunzione inferiore col Sole il 13 agosto. Compare nuovamente “come astro del mattino” verso fine mese, quando sorge intorno alle 5.00. Appare al telescopio come una falce, la fase più bella da vedere. Dalla costellazione del Leone si sposta in quella del Cancro.

Marte. Le condizioni di osservabilità del pianeta rosso continuano a peggiorare. A causa del suo moto orbitale combinato con quello della Terra, infatti, appare in cielo prospetticamente sempre più vicino al Sole, passando dalla costellazione del Leone a quella della Vergine. Di luminosità piuttosto contenuta, si perde nelle luci del crepuscolo serale verso occidente, risultando praticamente inosservabile.

Giove. A inizio mese lo si vede basso verso oriente dopo le ore 1.00 del mattino, mentre a fine mese comincia a essere visibile dalle ore 23.00; verso l’alba culmina molto alto verso sud. Si trova nella costellazione dell’Ariete.

Saturno. Nella costellazione dell’Acquario, sorge un paio d’ore prima di Giove. Lo possiamo cercare basso a sud est dalle 22.30-23.00 all’inizio di agosto, mentre a fine mese appare già col primo buio. Infatti il giorno 27 raggiunge l’opposizione al Sole, trovandosi così nelle migliori condizioni di osservabilità per quest’anno. Al telescopio appare con gli anelli meno inclinati dell’anno scorso; a poca distanza si può scorgere Titano, il satellite maggiore di Saturno, e due o tre altre lune.

Urano. Non molto distante da Giove (prospetticamente parlando), si trova anch’esso nella costellazione dell’Ariete, ai confini con il Toro. Come per Giove, le sue condizioni di osservabilità vanno migliorando nel corso del mese: nel complesso, sorge una mezz’ora dopo il pianeta più grande del Sistema Solare. Seppur debolmente visibile a occhio nudo, lo si vede meglio con un binocolo, mentre al telescopio mostra il suo disco di color turchese.

Nettuno. Si trova nella costellazione dei Pesci tra la posizione di Giove e quella di Saturno; per questo, lo si può cercare con un telescopio a partire dalle ore 23.30 circa a inizio mese, e dalle 21.30 verso la fine. Appare come un dischetto con una sfumatura lievemente bluastra.

Gli sciami meteorici di agosto: le Perseidi, le “lacrime di San Lorenzo”

Queste celebri meteore sono associate alle polveri sparse dalla cometa 109P/Swift-Tuttle lungo la sua orbita attorno al Sole, che percorre in circa 133 anni. Le  microscopiche particelle, entrando nell’atmosfera terrestre a gran velocità, creano numerose e spettacolari scie di ionizzazione chiamate impropriamente “stelle cadenti”.

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Alcune Perseidi riprese lo scorso agosto dalla camera di Lignan del Progetto Prisma durante l’evento spe-ciale Étoiles et musique. Credit: immagini Prisma/Fondazione C. Fillietroz-ONLUS; elaborazione e anima-zione di Andrea Bernagozzi

Il termine “Perseidi” deriva dal fatto che il radiante (la zona nel cielo da cui appaiono scaturire per un effetto prospettico) si trova nella costellazione di Perseo, appena sotto Cassiopea.

Radiante Perseidi
Il radiante delle Perseidi tra Perseo e Cassiopea (contrassegnato da un cerchio blu). La stella brillante sulla sinistra è Capella dell’Auriga. Nostra elaborazione, credit: IAU and Sky & Telescope ( https://www.iau.org/public/images/detail/per/ )

Questo sciame non è attivo solo a San Lorenzo! Il periodo di visibilità delle meteore va infatti dal 17 luglio al 24 agosto, con il massimo verso il 12-13 agosto. Quest’anno, secondo le previsioni fornite dal Meteor Shower Calendar della IMO – International Meteor Organization  ( https://www.imo.net/resources/calendar/), lo sciame raggiungerà il picco massimo di attività domenica 13 agosto intorno alle 4.00 di tempo civile. Teoricamente, al massimo possono essere osservabili fino a una sessantina di meteore all’ora. Quest’anno abbiamo le migliori condizioni di osservabilità, in quanto la Luna, a tre giorni dalla fase nuova, non disturberà in alcun modo la visibilità delle meteore, comprese quelle meno brillanti.

Ricordiamo che, per osservare le Perseidi, da giovedì 10 a domenica 13 agosto si svolgerà presso il Planetario di Lignan e l’Osservatorio Astronomico Etoiles et musique 2023: quattro notti tra scienza e tradizione [ https://www.oavda.it/eventi/etoiles-et-musique-2023-%f0%9f%8c%a0  ]: accompagnati da musica dal vivo, in un’atmosfera rilassante, osserveremo insieme il cielo alcune tra le lunghe e veloci tracce delle meteore!

In ogni caso, vi consigliamo, anche se non è… scientifico, di premunirvi di una bella lista di desideri!

Stelle e costellazioni visibili nelle serate di agosto

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L’asterismo del Triangolo estivo: Vega si trova in alto nella parte sinistra della ripresa, Altair appena sotto il centro dell’immagine, Deneb infine non lontana dal bordo sinistro. Credit: Akira Fujii per ESA/Hubble (https://esahubble.org/images/heic0720c/)

Risalendo dal Sagittario lungo la Via Lattea, man mano che ci allontaniamo con lo sguardo dall’orizzonte meridionale raggiungiamo prima la magnifica costellazione dell’Aquila, con la brillante stella Altair, dopodiché troviamo le piccole costellazioni della Freccia e della Volpetta, sormontate dal Cigno, la cui forma a croce è facile da riconoscere, anche grazie alla presenza della brillante stella Deneb. In questa zona di cielo, alta sopra la nostra testa, la Via Lattea sfiora la costellazione della Lira, dove si trova la splendente Vega, quinta stella più brillante del cielo, che, insieme a Altair e Deneb, forma l’asterisma noto come Triangolo estivo.

Delle tre stelle, Altair è la più vicina, trovandosi a soli 16,73 anni luce da noi. Anzi, la sua peculiarità è che si tratta proprio della stella più vicina tra tutte quelle ben visibili nelle sere d’estate. Altair è una stella nana, come il Sole, che supera però in dimensioni: ha una forma piuttosto schiacciata dato che ruota velocemente, con un raggio equatoriale pari a 2 volte quello solare, e un raggio polare 1,6 volte maggiore.

Vega è la più luminosa del terzetto: emettendo 40 volte più energia del Sole risulta la stella più luminosa entro una trentina di anni luce da noi (un anno luce = 10.000 miliardi di km).

Vega è una stella nana… grande: infatti è circa 2,5 volte superiore al nostro Sole, e anch’essa ha una forma piuttosto schiacciata, sempre a causa dell’elevata velocità di rotazione attorno al proprio asse. La sua’età è stimata in circa mezzo miliardo di anni e intorno alla stella è stata rivelata la presenza di un disco di polveri che potrebbe costituire un sistema planetario in formazione, sebbene al momento non sia stato scoperto alcun pianeta. La sua distanza è pari a 25 anni luce, ma è in diminuzione dato che è in avvicinamento al Sole.

Il terzo vertice del Triangolo estivo è Deneb. Diciannovesima stella più luminosa del cielo notturno, Deneb appare meno brillante rispetto a Vega e Altair, ma in realtà la più luminosa intrinsecamente è lei, se si considera che dista nientemeno che 2.600 anni luce. Si tratta di una delle stelle più lontane visibili a occhio nudo, è anche una di quelle intrinsecamente più luminose, dato che splende 200.000 volte più del nostro Sole di cui è  è 200 volte più grande. La sua temperatura superficiale è di circa 8.500° e ciò le conferisce un colore bianco leggermente azzurro. Si tratta quindi di una supergigante luminosissima, una delle stelle più cospicue della Galassia. Deneb esploderà come supernova entro uno o due milioni di anni.

La Via Lattea. Questo è il mese in cui la Via Lattea si presenta al meglio del suo splendore. Nelle prime ore della notte, infatti, si vede come un arco composto da chiaroscuri che ci circonda, a partire dall’orizzonte sud-ovest andando verso lo zenit (il punto sopra la nostra testa) e terminando all’orizzonte nord-est.

La Via Lattea era chiamata dagli antichi Egizi il “grande fiume celeste”, immagine del Nilo del cielo; analogamente la cultura araba la battezzò Al Nahr (“il Fiume”). Presso i Cinesi era Tien Ho, il “Fiume d’Argento”, mentre nell’India del sud era Akāsh Gangā, il letto del sacro fiume Gange. Ci siamo ispirati a queste tradizioni per il titolo di uno degli spettacoli al Planetario di Lignan [ https://www.oavda.it/spettacoli-planetario ] realizzati dal nostro staff: “Il grande fiume del cielo”, in programma proprio in questo mese di agosto.

Via Lattea Mont Emilius
La Via Lattea sopra al Monte Emilius vista dall’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta. La macchia rossastra più luminosa è la nebulosa M8 Laguna, più in alto spiccano M16 e M17. Credit: Stefano Cademartori, Paolo Calcidese per la Fondazione C. Fillietroz-ONLUS

Dal punto di vista astrofisico la Via Lattea è la proiezione sulla volta celeste della parte più densa di stelle, gas e polveri della nostra galassia. Le aree più luminose di questo ampio arco celeste sono costituite da grandi nubi stellari, mentre le chiazze scure sono nebulose oscure formate da polveri interstellari. Gli Inca le ritenevano vere e proprie “costellazioni oscure”.

Nella costellazione del Sagittario è visibile nella Via Lattea un rigonfiamento luminoso (in inglese detto bulge), nel quale, nei pressi della stella Al Nasl, “la punta” (della freccia scagliata dal Sagittario), vi è la direzione del centro della nostra galassia, non visibile direttamente a causa della grande quantità di materia (gas e polvere) interposta tra noi e quest’ultimo.

Grazie agli sforzi dei ricercatori coordinati dal consorzio EHT, ora sappiamo che Sgr A*, il misterioso oggetto al centro della nostra galassia, è un buco nero super massiccio da 4 milioni di masse solari.

First image of our black hole
L’immagine di Sgr A* al centro della nostra Galassia. Credit: EHT Collaboration (https://www.eso.org/public/italy/images/eso2208-eht-mwa/ )

La costellazione zodiacale del mese: il Sagittario

È la costellazione zodiacale più meridionale: il Sole “si trova qui” al solstizio invernale, il giorno più corto dell’anno (21 o 22 dicembre), in cui descrive in cielo un arco apparente molto ridotto.

 

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La costellazione del Sagittario. Credit: Wikimedia via commons (https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26664 )

In alcune culture antiche la costellazione del Sagittario veniva spesso associata all’arco, strumento per la caccia, arma di guerra e simbolo di potere e prestigio.

Ad esempio nelle iscrizioni cuneiformi accadiche, il Sagittario è designato come “il Forte”, “il Gigante Re della Guerra”, personificando il dio arciere della guerra, Nērgal o Nērigal, uno dei cui appellativi era “Grande Signore”.

Anche la cultura araba associava le stelle di questa parte del cielo all’arco:: non a caso le tre stelle che lo compongono, Lambda, Delta e Epsilon Sagittarii, portano ancora il nome di “Kaus“, ossia “arco”, seguito da un suffisso che, dal basso in alto, ne designa la posizione: Kaus Australis, Kaus Media e Kaus Borealis, in una curiosa commistione tra arabo e latino.

Eratostene (III-II sec. a. C.) identifica il Sagittario, più che con un centauro, con un satiro, Croto, figlio di Pan e di Eufeme, la nutrice delle Muse, dato che a suo parere non si individuano con facilità le quattro zampe, ma solo due, e che non si è mai visto un centauro con l’arco!

Lo scrittore latino Manilio descrisse la figura rappresentata da questa costellazione come mixtus equo, quindi, nella versione che anche a noi pare più consueta, composta da un cavallo nella parte inferiore e da un essere umano dalla cintola in su. Anche il suo contemporaneo Ovidio si riferiva a queste stelle come alla Tessalica Sagitta, ossia “la freccia della Tessaglia”, la terra di origine dei Centauri.

È bene non confondere i due centauri del cielo, ossia il Sagittario, e la vera e propria costellazione del Centauro, che nel cielo si trova rispetto alla prima  alcune decine di gradi a sud-est, e dunque visibile solo parzialmente dall’Italia. I Greci la associavano a Chirone, il semidio immortale istruttore di diversi eroi dell’antichità (tra cui Achille e Enea), ben più tranquillo e meno belligerante del suo compare più a nord, sempre pronto a scoccare le sue frecce.

Forse uno dei motivi per queste variazioni di attribuzione è da far risalire al debole splendore delle stelle del Sagittario: basti pensare che la stella Alfa, Rukbat, è soltanto di magnitudine 3,95. La più luminosa è Epsilon , Kaus Australis, con una magnitudine attorno alla 1,79.

E tanto per non farci mancare nulla a proposito di lingue antiche, la stella Nunki, il cui nome potrebbe avere un’origine molto antica, sicuramente babilonese e forse addirittura precedente (qualcuno ritiene sumera).

Immagine: La nebulosa M8, soprannominata Laguna, (al centro dell’immagine) e in alto a destra M20, detta Trifida. Credit: Alessandro Cipolat Bares per la Fondazione C. Fillietroz-ONLUS
Immagine: La nebulosa M8, soprannominata Laguna, (al centro dell’immagine) e in alto a destra M20, detta Trifida. Credit: Alessandro Cipolat Bares per la Fondazione C. Fillietroz-ONLUS

La Nebulosa Laguna e la Trifida. Nel Sagittario sono visibili alcune nebulose ad emissione, così chiamate in quanto l’idrogeno gassoso, di cui sono in gran parte composte, emette luce nello spazio in seguito a un processo di ionizzazione. Le polveri che diffondono la luce di una stella brillante formano invece le nebulose a riflessione.

La nebulosa Laguna (o M8 nel catalogo di Charles Messier) e la nebulosa Trifida (M20) si trovano nel Sagittario a breve distanza angolare una dall’altra. In particolare M20, visibile nella foto qui sopra in alto a destra e protagonista dell’immagine di copertina, racchiude in sé i due tipi di nebulose di cui abbiamo parlato e ne aggiunge un terzo: la parte rossastra è composta dall’idrogeno luminoso (nebulosa a emissione) che appare solcato da quattro strisce scure formate da polveri (nebulose oscure). L’astronomo inglese John Herschel, osservando visualmente con il suo telescopio la nebulosa, riuscì a scorgere soltanto tre striature scure, che a suo dire davano all’oggetto un aspetto trifid, un aggettivo che esiste anche in italiano (in botanica indica una parte divisa in tre parti terminanti a punta). La chiazza bluastra di M20 è invece dovuta a polveri che riflettono la luce di una stella luminosa (nebulosa a riflessione).

La Trifida si trova a pochi gradi di distanza da un altro celebre oggetto, la Nebulosa Laguna (M8), visibile grande nell’immagine sopra. Con un binocolo entrambe le nebulose sono visibili nello stesso campo di osservazione.

L’ammasso globulare M22. Numerosi sono gli ammassi globulari che troviamo nel Sagittario: M22 è il più cospicuo nel cielo visibile dalle latitudini europee, assieme a M13 nella costellazione di Ercole. Si trova alla distanza di 10.000 anni luce, ha un diametro di circa 100 anni luce ed è composto da almeno 100.000 stelle. Visibile anche con un binocolo, è un oggetto molto apprezzato dagli appassionati.

 

Nel mese di agosto proponiamo al pubblico spettacoli pomeridiani in Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico [ https://www.oavda.it/osservatorio-prenotazioni ] in programma dal martedì al sabato con prenotazione online obbligatoria; dal 10 al 13 agosto è in programma l’evento speciale Étoiles et musique [ https://www.oavda.it/eventi/etoiles-et-musique-2023-%f0%9f%8c%a0  ], dedicato alle stelle cadenti.

Per informazioni, consultate il nostro sito web: https://www.oavda.it/

La rubrica “Il cielo del mese” della Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS è realizzata con il contributo della Fondazione CRT.

A cura di Paolo Recaldini, Andrea Bernagozzi e Davide Cenadelli

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