Affitti brevi: un nuovo disegno di legge nazionale a regolamentare il mercato

Secondo Claudio Pica, cofondatore della Community di Airbnb, “Le limitazioni toglieranno posti letto caldi sul territorio di cui la nostra regione ha estremo bisogno”.
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Turismo

Il Ministero del Turismo punta a regolamentare in maniera più precisa e stringente il mercato degli affitti brevi grazie a un nuovo disegno di legge dedicato. Nella serata di ieri, giovedì 7 agosto, è stata resa pubblica una nuova versione del testo che cambia radicalmente la prima bozza risalente allo scorso maggio. L’obiettivo del provvedimento è il contrasto a forme di turismo eccessive, la salvaguardia dei centri storici e la lotta all’abusivismo.

La Valle d’Aosta nel disegno

Il disegno di legge sugli affitti brevi interesserà i centri storici di 14 città metropolitane italiane, nello specifico Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia; a queste potrebbero andare a sommarsi alcune località di medie o grandi dimensioni a elevata affluenza turistica.

“Era necessario, come io stesso ho da tempo sottolineato, un provvedimento che fornisse indicazioni chiare sulla tematica degli affitti brevi, ma spero che prima dell’approvazione il testo della legge venga modificato perché se così non fosse sarebbe per noi un disastro – commenta Claudio Pica, cofondatore dell’Home sharing club Valle d’Aosta, meglio conosciuta come la Community di Airbnb -. Resta il fatto che la nostra regione potrebbe risultare esclusa dall’applicazione delle misure, a meno di non rientrare nell’elenco di mete ad alta densità turistica”.

Claudio Pica
Claudio Pica

Soggiorni minimi

Il nuovo testo stabilisce peraltro la durata minima di ogni soggiorno negli alloggi a finalità turistica non dovrà essere inferiore a due notti nelle destinazioni a valenza storica, ambientale o culturale o nei loro immediati dintorni. Regole più stringenti subentreranno anche per quanto riguarda le proprietà affittate da una singola persona, che dal limite massimo di 4 passeranno a sole 2 unità e che risulteranno soggette a tassazione tramite cedolare secca.

“Una permanenza del cliente di due o tre giorni cambia relativamente al proprietario della casa, comunque abituato a trattare fine settimana o singole nottate che gli albergatori tendono a scartare soprattutto nei periodi di alta stagione – prosegue Pica -. Ribadisco che, a mio avviso, il testo presenta aspetti anticostituzionali che violano il diritto del singolo sulla proprietà”.

Affittuari e immobili

Con l’entrata in vigore del disegno di legge sugli affitti brevi non tutti i proprietari di immobili sfitti potranno improvvisarsi affittuari: saranno esclusi da tale possibilità i cittadini che hanno alle spalle pene detentive superiori a 3 anni per reati non colposi e i cittadini sottoposti a sorveglianza speciale o misure di sicurezza personale oppure dichiarati delinquenti abituali, professionisti o per tendenza.

In aggiunta, sotto richiesta di Federalberghi, alle dimore verranno applicate le medesime norme antincendio, igienico-sanitarie e di sicurezza degli impianti che già vincolano gli alberghi.

Modificate anche le dinamiche di versamento dell’imposta di soggiorno, che sarà estesa anche agli intermediari immobiliari e ai gestori dei portali telematici che abbiano un ruolo nel processo di pagamento.

Il Cin

Il Codice identificativo nazionale (Cin), a sostituzione del codice regionale, sarà assegnato dal Ministero a tutte le case ad affitto turistico con lo scopo di garantire la concorrenza e appianare le irregolarità; tutte le strutture identificate previa presentazione di apposita istanza dovranno dichiarare il numero di posti letto a disposizione ed esporre il contrassegno all’ingresso dell’unità e in ogni proprio annuncio pubblicitario.

“Trovo giusto che finalmente sia stato creato un codice di identificazione nazionale, nella convinzione che servano disposizioni chiare e precise da seguire delle quali valuteremo i risultati in un secondo momento – dichiara in merito Pica -. Forse, dopotutto, ho avuto ragione nel sostenere che era inutile applicare un disegno di legge regionale quando era palese che ne sarebbe stato proposto uno di livello e valenza nazionali”.

Le sanzioni

Gli affittuari che non rispetteranno le norme previste dal nuovo testo potrebbero incappare in pesanti sanzioni: mentre coloro che concederanno soggiorni di una singola notte rischiano di pagare sino a 5 mila euro, coloro che non richiederanno il Cin potrebbero arrivare a multe oscillante tra gli 800 e gli 8 mila euro; anche coloro che ignoreranno gli obblighi di esposizione del codice arriveranno a versare da 500 a 5 mila euro di penale.

La minaccia della perdita di posti letto

“Molti colleghi hanno scelto di non mettere più a disposizione i propri appartamenti per l’affitto, preferendovi invece un inserimento diretto sul mercato – annuncia Pica -. Questo porterà i prezzi degli immobili a crollare, minacciando il patrimonio immobiliare valdostano con la presenza di proprietari stranieri che, affittando dall’estero, risulteranno esenti dalle tassazioni locali”.

Secondo il cofondatore dell’Home sharing club Valle d’Aosta, per la regione si preannuncia quantomai urgente la necessità di focalizzarsi su numeri maggiori di turisti e generare così una quantità maggiore di introiti nel settore.

Le limitazioni toglieranno posti letto caldi sul territorio di cui la nostra regione ha estremo bisogno perché molti alberghi, presenti in numero comunque insufficiente a soddisfare le richieste, tendono a chiudere nei periodi di bassa stagione – pronostica ancora Pica -. Dobbiamo lavorare per essere più attrattivi, per esempio mantenendo i prezzi più bassi o insistendo sui nostri atout, e concentrarci non tanto sui costi fissi ma sulle entrare variabili e le opportunità”.

Una risposta

  1. Invece di tutelare maggiormente i proprietari dagli inquilini insolventi si va a fare una legge contro gli affitti brevi che sono la conseguenza delle poche tutele per i proprietari… mah

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