Alla Cogne Acciai Speciali torna la cassa integrazione

La richiesta dovrebbe interessare più di 200 dipendenti. Per alcuni reparti lo stop sarà di 2 o 3 giorni a settimana, mentre per il reparto trafile sarà di due settimane fra settembre e ottobre.
Cogne Acciai Speciali
Economia

Torna la cassa integrazione alla Cogne Acciai Speciali. La richiesta dovrebbe interessare più di 200 dipendenti per 13 settimane. I sindacati ieri hanno incontrato l’azienda e nei prossimi giorni sarà sottoscritto l’accordo.

“Ci si era già visti in primavera e sembrava che la situazione dovesse normalizzarsi e con dopo la fermata si doveva tornare alla produzione normale, con gli impianti che lavoravano a pieno ritmo” ricorda Fabrizio Graziola della Fiom Cgil. “Come sindacato avevamo qualche titubanza perché nei confronti a Roma con altre realtà sapevamo che la situazione internazionale non è positiva. Il mercato dell’acciaio è sempre altalenante e sta subendo delle ripercussioni dovute al settore dell’automotive, in particolare per il passaggio dal motore a scoppio a quello elettrico”.

Terminata la fermata estiva i sindacati sono stati convocati. “Abbiamo avuto ieri l’incontro insieme alle Rsu e Cogne Acciai Speciali ci hanno comunicato che l‘ultima settimana di settembre e la prima di ottobre ci sarà una fermata parziale dell’acciaieria, il fulcro da cui parte tutto e che poi a cascata saranno interessati altri reparti”.

Si parla in particolare di due/tre giorni a settimana di Cigo per l’area a caldo, per il treno vergella e il decapaggio, mentre per i 40 impiegati nell’area “trafile” di Cogne le settimane di cassa integrazione saranno due.
“Si è scelto il periodo a cavallo fra i due mesi per far comunque maturare ferie, tfr e tredicesima ai dipendenti” prosegue Graziola. “Quello che ci preoccupa è che molto probabilmente, anzi lo diamo per assodato, la situazione non cambierà fino alla fine dell’anno. Anche la Cogne Acciai Speciali ci ha detto che le previsioni per l’ultima parte dell’anno non sono rosee”.

La Fiom Cgil chiede da tempo al Governo “un piano industriale per la transizione ecologica, già in atto. Come Italia siamo indietro e impreparati ad affrontare questo passaggio che comporterà la perdita di qualche posto di lavoro”.

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