Cosa significa vivere, studiare e allenarsi in Italia senza essere considerata una cittadina italiana? Lo ha raccontato questa mattina, in concomitanza con la Giornata internazionale della Donna, Danielle Madam, atleta cinque volte vincitrice dei campionati italiani giovanili nel lancio del peso, ospite della rassegna “Black History Month. Storie da ricucire“. Organizzata dalla cooperativa La Melagrana, l’associazione AIACE VDA e la compagnia teatrale Palinodie, l’iniziativa si compone di diversi incontri, dedicati al pubblico e alle scuole, sul tema della diaspora africa e delle migrazioni. Prima di dare ufficialmente il via agli eventi aperti alla popolazione, Danielle Madam, per la prima volta in Valle d’Aosta, ha incontrato questa mattina i ragazzi della Scuola Secondaria di secondo grado al Liceo Regina Maria Adelaide.
Quella che Danielle ha portato agli studenti è una storia di coraggio e resilienza, fatta di ostacoli, ma anche di sogni realizzati, segnata da momenti bui e vittorie. “Sono nata in Camerun e all’età di sette anni sono arrivata in Italia”, – ha raccontato l’atleta, “qui ho avuto un’infanzia felice e mi sono subito sentita accolta da insegnanti e compagni. Tutto è cambiato quando, per gravi problemi familiari, sono andata a vivere in una casa-famiglia. Mi sentivo costantemente arrabbiata e sola, vedevo i miei coetanei uscire e divertirsi, mentre io ero costretta a rimanere insieme alle suore. Anche la scuola andava male, in quegli anni avevo la media del 4”.
Lo svolta nella sua vita arriva grazie a un professore che un giorno vedendola sola nei corridoi della scuola le propone di usare il suo tempo per provare il lancio del peso. Dopo un solo allenamento Danielle partecipa ad una gara e vince. “Era la prima volta che qualcuno credeva in me, dalla ragazza ignorata da tutti ero diventata la compagna di classe preferita. Così ho deciso di seguire quel percorso e nello sport ho trovato la mia strada”.
All’età di 13 anni, il suo percorso subisce, però, una brusca e inaspettata interruzione. Danielle non viene convocata per i campionati del mondo. Eppure era, tra i giovani, l’atleta più forte in Italia nella sua disciplina. Danielle capisce presto che il suo nome non compare tra quelli dei ragazzi convocati perché, anche se vive e si allena in Italia da anni, non ha la cittadinanza italiana e quindi non può rappresentare quello che lei considera il suo Paese.“Da quel momento diventare italiana è stato il mio grande obiettivo, passavo il tempo in coda davanti alle questure finché ho capito che dovevo aspettare dieci anni di residenza in Italia e tre anni con un reddito. Non mi sono lasciata scoraggiare da questa occasione persa e ho continuato a fare atletica. Il 30 aprile 2021 ho vinto questa grande battaglia e sono finalmente diventata una cittadina italiana. Avevo realizzato il mio sogno e potevo finalmente indossare la maglia azzurra”.
La storia di Danielle, che ha invitato i ragazzi a credere sempre nei loro sogni e a non arrendersi di fronte alle difficoltà, è simile a quelle di molti giovani stranieri che si trovano la strada sbarrata solamente per la loro origine. Tra gli studenti presenti, alcuni hanno preso la parola, sentendosi legati in qualche modo alla storia di Danielle, per raccontare il proprio vissuto. Come un ragazzo nato nella Repubblica Democratica del Congo che sogna di diventare un calciatore, ma si trova di fronte ai tanti ostacoli dovuti alla mancanza di documenti italiani e una ragazza di origine rumena che sulla propria pelle ha vissuto continui episodi di razzismo. Quello stesso razzismo che molte volte esiste anche tra italiani provenienti da regioni diverse, come ha sottolineato Ranzie Mensah, presidente della Cooperativa La Melagrana, in chiusura all’evento.
Danielle Madam racconterà la sua storia anche al pubblico, questa sera alle 18, in un incontro moderato dal giornalista sportivo Davide Pellegrino nella Sala Maria Ida Viglino di Palazzo Regionale.