“Sulla mia scrivania – confessa il sindaco di Nus Camillo Rosset – ho un dossier “Open Fiber Attila”, perché ovunque si passa si distrugge tutto”. Arrivati all’Assemblea dei sindaci per spiegare lo stato di avanzamento del Piano Banda Ultra Larga i responsabili di Open Fiber sono stati bersagliati dalle ire dei primi cittadini.
“Non abbiamo nulla contro il progetto, che anzi sposiamo, viste le implicazioni positive che potrà avere” ha aperto il coro di critiche il sindaco di Charvensod Ronny Borbey “ma per arrivare a quell’obiettivo bisogna fare dei lavori che creano disagio. Noi evidenziamo un grosso problema sui nostri territori. Io mi sono trovato strade comunali chiuse dalle imprese, senza che io le avessi chiuse, marciapiedi e parcheggi scavati, oltre a telefonate di privati per scavi effettuati su loro proprietà senza autorizzazione. Ho mandato cica 20 Pec per richieste di interventi di ripristino a cui nessuno ha mai risposto.” Il primo cittadino ha spiegato di stare valutando azioni legali. “Nel mio comune avete chiesto l’autorizzazione per completare la seconda fase, non la riceverete fino a quando non sarà ripristinato tutto ciò che oggi non va e che determina dei problemi gravissimi. I lavori fatti ad oggi sono stati fatti male”. Pensiero condiviso anche dal sindaco di Cogne, Franco Allera. “Su strade di montagna sono state piazzate delle colonnine in plastica posate a 50 centimetri dalla carreggiata, con lo sgombero neve penso che qualcuna sia venuta già giù e altrimenti è solo questione di tempo”.
Azioni legali che anche il sindaco di Quart Fabrizio Bertholin non esclude. “Le imprese non rispettano le minime regole di sicurezza. Abbiamo imprese che compaiono il sabato, fanno due buchi e poi scompaiono. Le lamentele dei cittadini sono quotidiane, la situazione è insostenibile”. Di problemi quotidiani parla anche il sindaco di Nus, Camillo Rosset.”C’è un privato che ci ha citati in giudizio perché ha acqua nei garage. Spero che questo incontro eviti azioni legali”. Lavori a detta dei sindaci, in diversi casi fatti in fretta e furia. “Il mio comune è stato coperto minimamente. Molti degli indirizzi che date per fatti non lo sono” sbotta anche il sindaco di Gressoney-La-Trinité Alessandro Girod. “Cosa ha pagato la pubblica amministrazione? Perché ora non state dando le risposte al territorio”. Problema riportato anche dal sindaco di La Thuile, Mathieu Ferraris. “Ogni anno iniziano i lavori il 17 ottobre, fanno un pezzettino, ti tagliano l’illuminazione pubblica, creando criticità in un periodo dell’anno dove è difficile intervenire. Ho una fattura di 10mila euro da parte di un impresario che nello spazzamento neve ha demolito la lama per via di un tombino sopraelevato”.
Non si sono sottratti alle critiche i responsabili di Open Fiber. “Vogliamo metterci la faccia. Abbiamo un’organizzazione dove una persona è dedicata al territorio, non credo ci siamo mai negati, se l’abbiamo fatto me ne scuso” ha risposto Andrea Falessi, Direttore Relazioni Esterne di Open Fiber, parlando poi della difficoltà a trovare delle ditte per i lavori in Valle d’Aosta. “La maggior parte dei lavori sono stati realizzati da un’impresa locale, che non ha operato in nessuno dei casi citati. Ha fatto bene i lavori. Poi abbiamo avuto un’impresa, che poi è fallita e ci siamo dovuti rivolgere a imprese nazionali, che poi hanno subappaltato i lavori a piccole ditte locali. Siamo a disposizione per colmare le criticità. Diamo la massima attenzione e disponibilità”.
“Con 1 Giga cercheremo di partire diversamente” ha aggiunto l’Assessore agli affari europei, innovazione, PNRR e politiche nazionali per la montagna Luciano Caveri. “Non si può pensare che chi è ora qui adesso sia responsabile in toto di errori commessi nell’impostazione statale. In alcuni comuni la situazione è stata aggiustata da tecnici comunali, in altri casi questo non c’è stato, non per colpa dei comuni, evidentemente Open Fiber aveva un programma, non esisteva da parte loro una conoscenza precisa del territorio”.
Dei 68 comuni messi nel piano banda ultra larga per la Valle d’Aosta ne sono stati realizzati 54. Aosta si trova con 13mila unità immobiliari raggiunte, pari a 25 km di infrastruttura realizzata e riutilizzata, per un investimento di 5 milioni di euro. 2.500 i clienti attivi ad oggi, con un tasso di penetrazione del 19%, simile alla media nazionale. Sul resto del territorio saranno investiti 16 milioni di euro per realizzare 570 km di infrastruttura. Ad oggi dei 54 comuni coperti soltanto 655 clienti sono attivi, con un tasso di penetrazione del 2%.
L’infrastruttura a banda ultra larga è stata finanziata con fondi regionali e statali nell’ambito del Piano Banda Ultra Larga (BUL) gestito da Infratel Italia, società del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con il coordinamento della Regione. La nuova rete resterà di proprietà pubblica, mentre Open Fiber cura la gestione e la manutenzione per 20 anni. Una rete quella in fibra integrale FTTH (Fiber To The Home) in grado di raggiungere fino a 10 Gigabit al secondo di velocità.
“Al di là delle lamentele, che sono già state trasmesse a Open Fiber – ha concluso l’Assessore Caveri – Bisognerebbe fare capire che non è un caso che noi in questo momento su 190 scuole ne abbiamo già collegate 166, e che colleghiamo microcomunità, ospedali. Questo è un servizio che cambierà profondamente la nostra vita e molti ragionamenti che facciamo oggi sulla fibra ottica nascono dalla necessità che se vogliamo far vivere i paesi ci deve essere coworking e la telemedicina può salvare delle vite”.