L’intervento che ha fatto la Consigliera Foudraz ieri in Consiglio mi ha fatto riflettere e scrivere quanto mi è accaduto.
Mi sono sottoposta a terapia laser e ultrasuoni da 10 minuti cadauna presso un centro di Aosta in convenzione con il SSN. Un giorno sono arrivata in ritardo di 5 minuti e l’operatrice sanitaria, senza alcun indugio, mi ha tolto 2 minuti di terapia dal laser e altri 2 minuti dagli ultrasuoni proprio per il mio ritardo (ribadisco che era di solo 5 minuti).
Ad oggi mi chiedo, quando è il centro a essere in ritardo, invece mi sono stati tolti dei minuti di terapia senza che mi venisse comunicato? L’operatrice in questione, che diritto ha di ridurmi i tempi di cura prescritti dal medico di base? E per i quali ho pagato un ticket sanitario?
Faccio presente che a fine del ciclo, si firma un foglio di rendicontazione in cui è già prestampato il fatto che il ciclo dura 10 minuti.
Ma soprattutto, se questo centro adotta un comportamento del genere nei confronti di ogni singolo utente sottoposto a terapia, quanti minuti di prestazioni non erogate e non ricevute sono impropriamente rendicontate all’Usl?
Il rapporto fra operatore sanitario/medico e paziente si basa sulla fiducia. Da oggi dovrò porre maggiore attenzione al fine di ricevere le cure che mi spettano di diritto.
Lettera firmata
Una risposta
Spesso i centri sono in ritardo per ragioni interne, prolungamenti di esami diagnostici o terapeutici. Ma talvolta anche grazie ai pazienti che, a loro volta, tardano.