La marmotta del Lyskamm ha trovato una casa. Scoperta per caso nel 2022 dalla guida alpina Corrado Gaspard sul ghiacciaio del Monte Rosa, la mummia di 6.600 anni – la più antica naturale mai trovata in Italia – sarà d’ora in avanti conservata nel Museo regionale di Scienze naturali Efisio Noussan nel Castello di Saint-Pierre. A due anni di distanza dal ritrovamento, e dopo numerosi studi sul reperto, il pubblico potrà quindi vedere da vicino lo scheletro e scoprirne la storia.
La marmotta è stata collocata nella sala delle rocce dove è già presente un pannello dedicato al Lyskamm. “In questi due anni abbiamo cercato di capire come valorizzare il reperto senza stravolgere la logica espositiva del museo – spiega la direttrice Santa Tutino – abbiamo deciso di scegliere la sala delle rocce perché accessibile anche a persone che presentano alcune disabilità motorie”. Lo scheletro è stato inserito in una teca di pietra a forma di prisma che richiama la forma di elementi naturali dove potrà restare per i prossimi 500 anni.
Il sistema è di tipo passivo e questo significa che la marmotta è conservata a temperatura ambiente, senza sistema di raffreddamento e senza luci che potrebbero degradare il reperto. All’interno della teca è presente del Silica gel per mantenere la giusta temperatura, mentre la vetrina è saturata con Argon, un gas nobile che permette di mantenere lontana qualsiasi forma di vita aerobia. “Abbiamo svolto un lavoro di ricondizionamento che ha permesso di poter oggi conservare lo scheletro a temperatura ambiente, sistemarla nel ghiaccio avrebbe invece comportato dei problemi per il reperto” sottolinea Velca Botti, istruttrice tecnica e biologa. Il sistema utilizzato è lo stesso che fu scelto anche per conservare la principessa Anna di Baviera, la piccola Rosalia Lombardo e una mummia del museo civico di Bologna.
Le scoperte scientifiche
Diverse sono le informazioni ad oggi disponibili sul reperto, recuperato e studiato dal gruppo “Marmot Mummy Project”. “Abbiamo analizzato l’apparato scheletrico grazie alla collaborazione con l’USL e l’ospedale Parini e tramite TAC abbiamo potuto individuare la specie, marmotta marmotta (marmotta alpina n.d.a) e quasi con certezza il genere: probabilmente si tratta di una femmina giovane adulta con un tipo di genoma molto simile a quelle delle attuali marmotte” spiega Botti. Il ritrovamento a quota 4291 metri dimostra anche come, molto probabilmente, il clima fosse decisamente più mite.
Eventi collegati
L’intenzione del Museo è quella di mantenere un legame con il luogo del ritrovamento a Gressoney-La-Trinité, creando occasioni sul territorio per parlare della mummia, “proprio come accade a Bolzano per Otzi” evidenzia Tutino che per quanto riguarda il Museo di Saint-Pierre precisa “se ci sarà molta richiesta da parte dei visitatori amplieremo l’orario di apertura, stando però attenti al numero di ore totali in cui la marmotta del Lyskamm resterà esposta alle luci artificiali della stanza”. Ad oggi il museo, riaperto da circa 18 mesi, conta quasi 60 mila visitatori, specifica l’assessore Davide Sapinet, che probabilmente aumenteranno proprio grazie alla marmotta. “Il nostro patrimonio si è arricchito di un diamante che speriamo porti a un aumento del numero delle visite” è l’auspicio del presidente Renzo Testolin che sottolinea le tante opportunità turistiche e scientifiche offerte da questa scoperta.
I prossimi appuntamenti per approfondire la scoperta della marmotta del Lyskamm sono:
Martedì 16 luglio – 17.30-19 al Museo Archeologico
Martedì 6 agosto ore 18-19.30 al Jardin de l’Ange di Courmayeur
Martedì 20 agosto ore 18-1930 in Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto a Saint-Vincent
Venerdì 30 agosto ore 18-19.30 in Piazza Tache a Gressoney-La-Trinité