Carta, bambù ma soprattutto tanta fantasia. Sono gli elementi indispensabili per realizzare un aquilone. Maestri di quest’arte sono da sempre i cinesi che li usavano anticamente come strumento bellico per misurare le distanze tra gli eserciti, la forza e la direzione del vento e, soprattutto, comunicare attraverso un linguaggio “cifrato”.
Non sarà per scopi bellici, ma per divertire e stupire grandi e piccini, che cinquanta aquiloni, realizzati da una famosa compagnia di Maestri di Weifang, nella provincia cinese dello Shandong, saranno fatti volare sabato 12 giugno, dalle ore 10, dal Prato di Sant’Orso a Cogne. Tra questi anche un imponente drago di 50 cm.
L’iniziativa è stata organizzata dall'Istituto Confucio di Torino che ha portato in Italia quattro maestri cinesi di aquiloni che oltre a Cogne si esibiranno mercoledì 9 a Genova, nel Porto Vecchio, e domenica 13 giugno a Torino, in Piazza San Carlo.
Gli spettatori del suggestivo appuntamento avranno anche la possibilità di ascoltare il suono degli aquiloni. Nell’antichità per spaventare i nemici venivano fissati degli zufoli sulla struttura dell’aquilone, che il vento, penetrandoli, lì faceva suonare. Proprio per questo motivo feng zheng, aquilone in cinese, significa “strumenti che suonano col vento”.
L’appuntamento di sabato sarà infine l’occasione non solo per ammirare l’arte del fare volare gli aquiloni. Infatti è in via di definizione un laboratorio rivolto agli studenti delle scuole di Cogne per imparare anche l’arte della costruzione di questi oggetti ricchi di significato per la cultura cinese.