“Ho perso 60 anni di lavoro. Non so come farò ad andare avanti, devo reinventarmi la vita”. E’ disperato Bruno Jeantet, proprietario di un alpeggio e un agriturismo in Valnontey. In poche ore ha perso tutti gli investimenti compiuti con sudore e fatica per se e per tutta la sua famiglia.
Quando sabato sera ha capito la gravità della situazione, ha chiesto aiuto in comune e poi ha preso tutta la famiglia per mettersi al sicuro nei boschi. “C’era anche mia figlia con un bambino di 5 mesi”. In paese a Cogne sono però ore concitate. “Ad aiutarmi è stato un amico che alle 7 di sera, quando il ponte era ancora su, è partito a piedi per raggiungermi. E’ arrivato su alle 10, pieno di fango e portandomi un po’ di sollievo”. I soccorsi sono poi arrivati alle 4.30 del mattino in elicottero per riportare a valle, al sicuro, la mamma e il bambino. Bruno, con il resto della famiglia – la moglie, le altre due figlie, il compagno di una di queste e un’amica – sono rimasti.
“Avevo il generatore che funzionava e quando siamo rientrati a casa abbiamo potuto accendere la stufa”. Con il sorgere del sole, a Bruno e alla famiglia si è presentata davanti la devastazione prodotta dalle frane cadute, una arrivata a 20 metri dalla casa e dalle stalle. “Se ci prendeva spazzava via tutto”.
Quindici e più ettari di terreno cancellati da più frane. Le strutture dell’azienda agricola e agrituristica Prasupiaz non hanno subito danni, ma tutto quello che le circonda è stato cancellato dall’alluvione. “La vallata è totalmente cambiata, rimane, dove c’erano i pascoli un grande greto del torrente. Di qua non passa più neppure un coniglio. Sono bello che finito, ho perso tutto”.
Le quaranta mucche da latte, scappate nella notte sono state recuperate al mattino, ma ora la preoccupazione è per come potranno sopravvivere.
“Ho ancora un’autonomia di 15 giorni fra acqua e erba, se riescono a farmi un passaggio per scendere” dice. L’alpeggio si trova isolato, senza acqua corrente, elettricità e gasolio per il generatore. “Prendevo l’acqua dalla vasca del giardino botanico Paradisia, ma i tubi e la turbina sono stati distrutti”.
A lavorare per l’attività agricola è tutta la famiglia – “è la nostra passione, la nostra vita” – ma anche 7 dipendenti che aiutavano Jeantet nell’attività di ristoro, l’unica presente nella zona.
“Per pulire e ripristinare ci vorranno milioni e milioni di euro. L’alluvione del 2000 in confronto aveva fatto un decimo dei danni”.
Se fisicamente tutta la famiglia sta bene, il morale è come comprensibile a terra. “Ho messo tutti i miei averi in questa attività. Non so cosa farò”.