Anche un valdostano tra gli arrestati per l’aggressione ad un giornalista a Torino

Si tratta di Igor Bosonin, 46 anni, nato a Donnas e trasferitosi in Canavese da anni. In Valle aveva partecipato alla nascita di Casapound. I fatti contestati, lesioni e violenza privata, risalgono allo scorso 20 luglio.
Aggressione Andrea Joly
Cronaca

Quattro persone non sono più soltanto indagate, ma nei loro confronti scattano gli arresti domiciliari per l’aggressione del giornalista Andrea Joly, avvenuta lo scorso 20 luglio a Torino davanti al circolo “Asso di Bastoni” (punto di ritrovo abituale degli attivisti di Casapound). Sul caso indaga la Digos della Questura di Torino, il fascicolo è stato aperto per lesioni e violenza privata aggravati.

Tra i quattro c’è anche un valdostano, Igor Bosonin, 46 anni, nato a Donnas e trasferitosi in Canavese da anni, dov’è stato anche candidato sindaco ad Ivrea (mancando, nel 2023, l’elezione). In Valle, Bosonin aveva partecipato alla nascita del movimento della tartaruga frecciata e, nel 2011, alla creazione della prima sede ad Aosta.

Bosonin, come gli altri tre sottoposti agli arresti, è incensurato. L’accusa è di aver accerchiato, strattonato, preso a calci e stretto per il collo Joly, che attorno alla mezzanotte, passando dinanzi al circolo (dov’era in corso una festa per il 16esimo anniversario di fondazione dello stesso), aveva notato un gruppo di manifestanti sul marciapiede, intenti in cori e con fumogeni accesi, ed aveva iniziato a riprenderli con il suo telefono.

I militanti avevano imputato al cronista, nella ricostruzione inquirente, di non essersi qualificato. Da lì, l’aggressione. Nel disporre la misura cautelare, richiesta dal pm Paolo Scafi, il gip Paola Odilia Meroni sottolinea che “le modalità dell’azione, ovvero plurime azioni di violenza fisica agite e ripetute anche quando Joly era a terra e il futile movente dell’azione, danno conto dell’indole violenta, di un istinto criminale spiccato e dunque dell’elevato grado di pericolosità di ciascun indagato e del pericolo di recidivanza di ognuno”.

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