Chi conosce Rémy Boniface si sarebbe aspettato una festa per i suoi 50 anni all’insegna della musica, del buon vino, dei canti e dei balli. Il musicista valdostano, classe 1974, praticamente cresciuto con il violino e l’organetto in mano, animatore e membro di diversi progetti musicali tra cui L’Orage, i Trouveur Valdotèn e i Violons Volants, ha scelto invece, per celebrare il simbolico traguardo, il silenzio dei boschi e la fatica della corsa.
Insieme ai suoi tre figli – Aimé di 25 anni e i due gemelli Etienne e Emile di 22, il 10 settembre prossimo sarà sulla linea di partenza del Tot Dret, la gara di ultra trail di 130km, con 12.000 metri di dislivello positivo, che parte da Gressoney per arrivare a Courmayeur. “Come molti valdostani coltivavo da tempo il sogno di partecipare al Tor des Géants. Ho iniziato a correre e a fare le martze à pia un po’ di anni fa e l’idea dell’ultra trail sulle montagne di casa mi ha sempre attirato. I miei figli mi hanno sentito quando, in un momento di goliardia, millantavo che l’avrei corso per i miei 50 anni e mi hanno richiamato all’ordine” racconta Rémy. “Così abbiamo deciso che poteva essere una bella sfida e un modo per vedersi e stare insieme anche fuori dai bar”.
Il Tor des Géants, valutano i Boniface, è una prova ancora troppo complessa e quindi optano per il Tot Dret. “Qualcuno mi ha detto che è ancora più duro perché va fatto in 44 ore, senza dormire praticamente”.
Una boutade e una scommessa si trasformano così in un progetto sportivo concreto e impegnativo che costringe Rémy ad allenarsi con continuità da oltre tre mesi. “Mi sono fatto seguire da un preparatore atletico, ho perso 7 kili e sto cercando di limitare un po’ i vizi”.
Situazione complicata per chi vive di musica ed è abituato a tirar tardi. “In estate, quando faccio concerti tutti i giorni, è difficile che io sia a letto prima delle 3 o delle 4 del mattino. E spesso mi sveglio alle 5.30 per allenarmi”. “Fortuna che negli anni mi sono abituato a dormire poco” dice ridendo. Così come non mancano a Rémy le tentazioni per far festa e lasciarsi andare in compagnia. “Quando arrivo nei rifugi mi chiedono spesso dov’è l’organetto perché si aspettano di suonare e festeggiare insieme”.
Diversa la situazione dei figli di Rémy, tutti e tre maestri di sci. “Loro sono giovani e soprattutto sono sportivi, non hanno bisogno come me di ricostruirsi il fisico”. Nonostante impegni e vite frenetiche i quattro Boniface di tanto in tanto riescono comunque ad allenarsi insieme. “Finora abbiamo provato il percorso solo fino a Etroubles, non siamo riusciti a fare il Col de Malatrà perché c’è ancora troppa neve. Ci abbiamo messo tre giorni e mezzo quando l’intero trail va chiuso in neanche 48 ore”. “Ho capito che questa sfida è un po’ follia” ride.
A oltre un mese dalla partenza Rémy è sereno. “Il nostro obiettivo è chiudere la gara, ad oggi mi preoccupa un po’ la discesa, soprattutto per le ginocchia, spero che il lavoro fatto in palestra per le articolazioni sia servito”. La strategia che i Boniface hanno concordato è di fare quanta più strada possibile insieme. “Vorremmo procedere insieme, ma se poi mi rendessi conto che non riesco o che rischio di rallentarli, li lascerò andare”.
Comunque vada per Rémy sarà un’esperienza positiva. “Correre sulle nostre montagne è davvero uno sport entusiasmante, ho scoperto zone bellissime della nostra regione che non conoscevo”. E da cultore e insegnante di patois Rémy si è tolto in questi mesi anche una soddisfazione. “Ho sempre parlato in italiano con i miei figli, ora mentre ci alleniamo abbiamo stabilito di comunicare solo in patois, per me una gran bella scoperta”.
Una risposta
Tanti auguri, ma farci addirittura un articolo!!