Ci sono uomini che nascono con un qualcosa in più di altri, e senza timore di essere smentiti Gildo Machet era una persona che rientrava a pieno titolo in questa categoria.
Di lui si possono raccontare tante cose – dalla profonda conoscenza del territorio della sua Valtournenche alla passione viscerale per le batailles de reines – ma la cosa che di lui più mancherà sarà il sorriso. E’ vero, tutti sorridono, anche le persone che sono meno avvezze a questo esercizio prima o poi si trovano a farlo. Gildo Machet, invece, sorrideva sempre. E forse è proprio la sua capacità di prendere la vita con il sorriso che gli ha permesso non solo di viverla a pieno, ma anche di diventare quella persona speciale della quale vi raccontavamo all’inizio di questo articolo. Una persona speciale che mancherà, e tanto, alla comunità di Valtournenche.
Il “sindaco” di Losanche
Gildo Machet era sì di Valtournenche, ma il suo cuore batteva a Losanche. Sulla carta un pugno di case appena sopra il capoluogo, ma si sa che la carta vale fino a un certo punto. La verità è che Losanche è un villaggio fuori dagli schemi e per certi versi fuori dal tempo, ed è per questo che è stato per ottant’anni e più il regno di Gildo Machet e del suo sorriso contagioso.
Lì era nato l’8 maggio del 1940, lì ha vissuto gran parte della sua vita, prima con i genitori Giuseppe e Celestina, poi con la moglie Anna Maria Mus (scomparsa nel 2019) e le figlie Milva e Miriam. Con il tempo la famiglia si è allargata, con l’arrivo prima dei generi Paolo e Peter e poi dei nipoti Heloise Edifizi e Arthur Hodapp. Occorreva una casa nuova, sistemata da Gildo nella vicina Tourtourouse: visto che l’edificio si trova sul versante che dà verso Losanche, poteva andare bene.
Aveva lavorato per tanti anni come turbinista all’Enel: pur consegnato nella centrale di Maen, da lì Gildo studiava la forza dei torrenti che convogliavano la loro acqua nella centralina. Un altro modo per conoscere il territorio dove era nato e cresciuto, un territorio che sostanzialmente per lui non aveva segreti. Affiancava al suo lavoro la passione per l’allevamento tramandatagli dai genitori: come tanti valdostani in quei tempi Gildo teneva una stalla per una decina di bovine o poco più, una tradizione che nella sua Losanche è ancora attuale adesso, quasi che in questo piccolo villaggio con vista sulla Valtournenche il tempo si sia fermato.
Gildo ha allevato le sue bovine fino a una decina di anni fa – bianche e rosse e qualche nera, ça va sans dire – pascolandole sui prati attorno a casa, tenendo i suoi animali con cura. Quando il lavoro del bestiame concedeva una pausa, c’era altra campagna che lo chiamava a rapporto. E se la campagna non era sua, importava poco: tutti a Losanche, ma in realtà in tutta Valtournenche, sapevano che Gildo Machet era una persona sulla quale poter contare. Lo sottolinea anche Massimo Chatrian, vice sindaco di Valtournenche, sorridendo amaramente all’idea che Gildo, il “sindaco” di Losanche, non c’è più: “L’appellativo gli calzava a pennello. Tutti in Comune sapevamo di poter sempre contare su Gildo: con lui eravamo certi di avere due occhi preparati e attenti sul territorio, di poterci confrontare con un uomo di esperienza e comprovata capacità, di poter dialogare in ogni momento con un amico in grado di dare consigli preziosi”.
Lunedì alle 10 i funerali a Valtournenche
Gildo Machet è mancato nella giornata di sabato 26 ottobre e lunedì 28, alle 10 nella chiesa di Valtournenche, sono previsti i funerali. Malato da qualche tempo, Gildo Machet era una di quelle persone sempre presenti quando a Valtournenche si celebrava l’anima “paysanne” del paese: in prima linea durante Alpages Ouverts, la Desarpa e soprattutto le eliminatorie delle batailles de reines, suo pallino da quando era bambino. D’altronde, come si può non innamorarsi delle reines se tuo padre Giuseppe vince il bosquet nel primo combats ufficiale della storia del comitato di Valtournenche e Breuil Cervinia?
Correva l’estate del 1962, e con Zara la famiglia Machet si impose in terza categoria. Gildo ha condiviso sin da allora la passione per le reines con i fratelli Bruno e Rino, con i quali per tanti anni ha presentato regine di ottima qualità ai combats (più di una decina quelle in grado di ben figurare alla Regionale). Se Zara fu la prima, l’ultima qualificata alla Regionale risponde al nome di Fontana, seconda di terza categoria proprio a Valtournenche nel 2006.
E poi, come spesso succede, in oltre cinquant’anni di storia c’è spazio anche per una reina speciale, che per Gildo Machet risponde al nome di Moretta. I suiveurs delle reines più attenti se la ricordano: regina del terzo peso per tre anni consecutivi nella prima metà degli anni Novanta (a Cervinia, a Verrayes e pure a Challand-Saint-Victor, quando ancora si combatteva nell’arena del lago di Villa), Moretta nel 1995 fu anche quinta alla Regionale, sconfitta ai quarti dalla futura reina di terzo peso Soulida di Jean Navillod. E poco prima Moretta aveva eliminato Magneun di Paolina Carlin, la regina uscente.
Gildo Machet ha prestato il suo contributo all’Association Régionale Amis des Batailles de Reines in mille forme e lavorando a spron battuto, come faceva in ogni frangente della sua vita. Membro della Giunta del Comité, per un quadriennio fece parte della commissione disciplinare. E poi l’immenso lavoro nel comitato di zona di Valtournenche e Breuil Cervinia, dove è stato segretario e factotum dei Presidenti che si sono succeduti negli anni. Anche quì, uomo presente sempre e comunque. Quando c’era da fare, Gildo c’era. Con la sua competenza e la sua voglia di fare. Con il suo sorriso che ora manca terribilmente.