Quando un lavoro non basta più: nuove povertà in Valle d’Aosta

In Valle d’Aosta aumentano le richieste di aiuto al Banco alimentare e alla Caritas: inflazione, povertà tra i lavoratori e carenza di case aggravano la situazione.
La mensa della Caritas di Aosta
Società

Hanno un lavoro ma non riescono a tenere il passo con il costo della vita. È questa la nuova povertà che, negli ultimi anni, si affaccia anche al Banco alimentare della Valle d’Aosta.

“I numeri delle persone che assistiamo sono rimasti stabili negli ultimi due anni” – spiega Marinella Ciarlo, presidente del Banco alimentare della Valle d’Aosta –. “Si tratta di 2.500-2.600 persone, di cui 1.500 sono seguite tramite opere caritative e le restanti attraverso le assistenti sociali.”

Tuttavia, sta cambiando il profilo delle persone che ricevono i pacchi alimentari distribuiti dagli enti collaboratori, tra cui associazioni di volontari del soccorso, protezione civile, Croce Rossa e altre realtà caritative. “Molti sono italiani che hanno perso il lavoro o che, pur lavorando, non riescono ad arrivare a fine mese – prosegue Ciarlo –. Tra loro, famiglie numerose, con figli disabili o anziani a carico, che subiscono più di altri l’aumento dei prezzi.”

Anche il Banco alimentare deve fare i conti con l’inflazione. “Lo notiamo direttamente: con i fondi che riceviamo dalla Regione, riusciamo ad acquistare sempre meno derrate alimentari” sottolinea Ciarlo. Oltre ai contributi regionali, il Banco alimentare si avvale delle eccedenze alimentari donate da alcune aziende del settore a Milano. “In Valle d’Aosta non abbiamo grandi aziende, ma riceviamo alcune donazioni da privati. La Colletta alimentare rimane il principale sostegno.”

Sabato 16 novembre, in 100 punti vendita della regione, circa 350 volontari inviteranno la popolazione a partecipare alla Giornata della Colletta alimentare, acquistando alimenti da donare a chi vive in difficoltà. All’appuntamento segue, domenica 17 novembre, l’8° Giornata mondiale dei poveri.

“I valdostani si sono sempre dimostrati generosi – evidenzia Ciarlo –. L’invito è a scegliere, se possibile, prodotti fondamentali come olio, carne e tonno in scatola, legumi e alimenti per l’infanzia.” Nel 2023, la Colletta in Valle d’Aosta ha raccolto 36 tonnellate di derrate alimentari, ma il fabbisogno resta alto.

“Da novembre, una novità importante arriva dalle forniture della Comunità europea, ora accessibili anche alla nostra regione per il tramite dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea).” “È un grande aiuto che costituirà una parte importante del nostro magazzino,” spiega Ciarlo, aggiungendo che l’accesso agli aiuti è regolato da criteri stringenti ed è basato sull’Isee.

Il Banco alimentare può contare su una quarantina di volontari che, nel magazzino, selezionano e smistano gli alimenti, preparando i pacchi da distribuire. Oltre a questo lavoro, l’organizzazione promuove anche attività educative nelle scuole per sensibilizzare i più giovani sul tema dello spreco alimentare.

“Organizziamo giornate con giochi educativi per spiegare l’importanza di non sprecare cibo – racconta Ciarlo –. I bambini sono molto ricettivi.” Inoltre, nelle scuole è attiva l’iniziativa “Donacibo”, che coinvolge le famiglie nella raccolta di generi alimentari a lunga conservazione.

Quando avere un lavoro non basta più

A confermare la crescita della povertà tra coloro che possiedono un lavoro sono i dati dell’Istat del 2023 riportati nell’ultimo Rapporto sulla povertà in Italia della Caritas italiana, presentato lo scorso martedì 12 novembre. A livello nazionale, questa condizione tocca l’8% degli occupati (era il 7,7% nel 2022) con importanti differenza in base al tipo di impiego. Se si ha una posizione da dirigente, quadro o impiegato l’incidenza scende al 2,8%, mentre sale al 16,5% (era il 14,7% due anni fa) se si svolge un lavoro da operaio o simili.

In Valle d’Aosta, questo trend – già evidente nel 2023 – si conferma anche nel 2024. “Si tratta di persone che lavorano anche a tempo pieno e si rivolgono a noi chiedendoci aiuto perché il loro reddito non è sufficiente a coprire tutte le spese”, spiega Andrea Gatto, direttore della Caritas diocesana di Aosta. Che aggiunge: ““Questo un po’ ci spiazza perché il nostro impegno storico è quello di accompagnare le persone per arrivare a trovare un lavoro, superando gli ostacoli delle dipendenze, delle fatiche relazionali e psicologiche. Adesso è molto più complicato e cerchiamo di aiutare queste persone, che molto spesso hanno anche una famiglia con figli, con un sostegno economico.”

Questa condizione colpisce principalmente “quelle fasce di lavoro in cui si guadagna poco o in cui le spese sono troppe”, prosegue Gatto, come “chi fa le pulizie, il lavapiatti o le consegne a domicilio”.

Accanto alle persone che lavorano, la povertà colpisce principalmente i giovani, le famiglie con bambini e, con numeri più ristretti, gli anziani soli con una pensione molto bassa. Se a livello nazionale, i dati parlano di 5,7 milioni di persone in stato di povertà assoluta nel 2023 – quasi un abitante su dieci, pari al 9,7% della popolazione totale -, a livello regionale è difficile avere una fotografia statistica del fenomeno. Per la Valle d’Aosta, l’Istat indica soltanto il valore della povertà relativa – calcolato sulla base della media nazionale e  per questo poco rappresentativo per i piccoli numeri della regione -e non di quella assoluta.

Dall’analisi dei dati disponibili, emerge un andamento molto variabile della povertà in Valle. Nel 2014, il 7,6% della popolazione valdostana si trovava in una condizione di povertà relativa. La percentuale è scesa al 4,8% nel 2023. Il dato è in aumento rispetto al 3,7% registrato nel 2022. I dati, seppur poco rappresentativi della realtà regionale, sono inferiori alla media nazionale che è passata dal 12,8% del 2014 al 14,5% del 2023, con delle differenze tra il Nord e il Sud. In particolare, nel 2023 il numero delle famiglie povere al Nord – pari a 998.000 – supera quelle del Sud e delle isole, pari a 859.000.

La mensa della Caritas di Aosta
La mensa della Caritas di Aosta

In Valle d’Aosta non si trovano le case per chi è in difficoltà

Accanto al problema dei nuovi poveri, in Valle d’Aosta come a livello nazionale mancano le abitazioni da destinare a chi è in difficoltà. Nella regione, il problema è esploso con la crescita esponenziale degli affitti turistici brevi. “Trovare una casa è uno dei problemi principali sia per i senza dimora e le persone straniere appena arrivate, sia per le persone singole o le famiglie che dispongono di un reddito per poter pagare un affitto.”, dice ancora Gatto.

Sul fronte dell’accoglienza, nel 2023, la Caritas diocesana di Aosta, nei due dormitori di viale Gran San Bernardo e via Stevenin – quest’ultimo chiuso da qualche settimana per i lavori di costruzione del Centro servizi per la povertà, finanziato con il Pnrr – ha accolto in totale 200 persone, a fronte di una trentina di posti disponibili, provenienti in gran parte dall’Asia (103 persone) , dall’Africa (64) e dall’Italia (34). Di queste, 179 sono uomini con un’età media di 34 anni, mentre le donne, 21 in totale, hanno un’età media di 42 anni.

“La domanda supera sempre l’offerta, sopratutto per quanto riguarda gli uomini”, prosegue il direttore. Ma mancano gli spazi per poterli accogliere, così come non si trovano le case per chi può permettersi un affitto. “Tanti scelgono di affittare con la formula degli affitti brevi e poi c’è il legittimo timore del proprietario che chi affitta entri in possesso dell’alloggio, oltre alla preoccupazione di non essere pagato. Anche su questo aspetto è difficile intervenire. Noi cerchiamo di fare da tramite e di accompagnare questo passaggio laddove possibile”.

Il tema è al centro dei tavoli di discussione con la Regione e le cooperative. “Stiamo discutendo su come fare per poter offrire maggiori garanzie ai proprietari, non solo legate al pagamento dell’affitto, ma anche accompagnando le famiglie, intervenendo in caso di problemi e garantendo che l’appartamento sia ripristinato in caso di danni”. Anche per quanto riguarda l’edilizia residenziale pubblica, “andrebbe ampliata l’offerta di alloggi e integrato l’accompagnamento pubblico e privato per permettere a chi affitta di mantenere l’alloggio e essere regolare nei pagamenti”, conclude Gatto.

Oltre all’accoglienza nei dormitori, nel 2023, la Caritas di Aosta, grazie a un centinaio di volontari, ha distribuito 21.839 pasti a circa 500 persone alla mensa aperta a pranzo tutti i giorni dell’anno. Ha anche offerto 234 visite  e garantito il servizio docce per 44 persone. Sono state invece 631 le persone incontrate al Centro di ascolto (nel 2022 erano 616), di cui 351 per la prima volta. La maggior parte ha un’età compresa tra i 25 e i 45 anni ed è italiana (29%). Seguono persone provenienti dall’Asia (27%) e dal Nord Africa (20%). Infine, sono stati raccolti 31,8 chili di indumenti nelle varie della della Caritas sul territorio regionale, venduti alla Bottega San Martino ad Aosta e distribuiti gratuitamente a 294 persone. A ciò si aggiungono 531 ritiri di mobili e oggetti per la casa.

 

La raccolta degli indumenti alla Caritas di Aosta
La raccolta degli indumenti alla Caritas di Aosta

Una risposta

  1. E c’è sta stupirsi? Fuori valle pensano che sia come la svizzera.. Invece manco la cioccolata abbiamo. Il cibo poi, sta diventando una prova di coraggio a f

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e da Googlepolitica sulla riservatezza e Termini di servizio fare domanda a.

Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte