Nessuna sorpresa. Con 371 voti a favore, 162 contrari e 37 astensioni, il Parlamento europeo ha abbassato la protezione dei lupi da “strettamente protetto” a “protetto“. Il voto in aula di oggi, giovedì 8 maggio, ha sostenuto la proposta della Commissione – presentata dopo una risoluzione del Parlamento – di modificare la direttiva Habitat per allineare lo status di protezione dei lupi alla Convenzione di Berna.
Ed ora?
Ora, gli Stati membri dell’Unione europea disporranno di una maggiore flessibilità nella gestione delle popolazioni di lupi per – si legge in una nota dall’Eruoparlamento – “migliorare la coesistenza con gli esseri umani e ridurre al minimo l’impatto della crescente popolazione di lupi in Europa”, oltre ad “adottare misure adeguate alle specifiche circostanze regionali”.
I Paesi Ue dovranno comunque continuare a garantire uno stato di conservazione soddisfacente del lupo e potranno anche scegliere di mantenere lo status di specie strettamente protetta nelle rispettive legislazioni nazionali, oltre ad applicare misure più rigorose per la tutela della specie.
Martedì, i deputati hanno deciso di trattare la proposta secondo la procedura d’urgenza. Per entrare in vigore, il progetto di legge necessita ora dell’approvazione formale del Consiglio che ha adottato lo stesso testo lo scorso 16 aprile. La direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue. Gli Stati membri avranno quindi 18 mesi di tempo per conformarsi.
Secondo la Commissione, in Europa ci sono oltre 20.000 lupi e le loro popolazioni sono in crescita. “Il successo in termini di conservazione ha però portato a conflitti crescenti con le attività umane in alcune regioni, in particolare per quanto riguarda il bestiame”, si legge ancora nella nota dell’Europarlamento.
La direttiva – già dopo il voto del 16 aprile – aveva raccolto le critiche delle associazioni ambientaliste a partire dal Wwf che parlava di “Una decisione grave e senza alcun fondamento scientifico” e di “una lunga battaglia portata avanti dalla presidente Ursula von der Leyen esclusivamente per motivazioni di convenienza politica non basate sulla scienza”.
Dure anche le parole di Legambiente: “Si apre una stagione triste e difficile per la tutela del lupo frutto di una decisione sbagliata. Declassarlo è una scelta insensata e si mina l’opportunità di continuare ad investire in misure di prevenzione in un’ottica di coesistenza”.
A livello locale, la prossima settimana – venerdì 16 maggio alle 10 nella sala polivalente di Pollein – la Lega Vallée d’Aoste ha organizzato invece un incontro aperto alla popolazione sulla gestione del lupo. Oltre al vicecapogruppo in Consiglio Valle Erik Lavy ed il responsabile del Dipartimento caccia del “Carroccio” Francesco Bruzzone (in collegamento da remoto), prenderanno parte all’incontro l’esperto in gestione del territorio e fauna alpina dell’Ancgb Enrico Petigax , il presidente Société d’élevage di Verrès Piersandro Cout ed il veterinario Piervittorio Stefanone.
L’Europa ha approvato il “declassamento” della protezione del lupo
4 dicembre 2024
Il Comitato permanente della Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa – che si occupa della conservazione della vita selvatica e degli habitat naturali nel continente – ha adottato ieri, 3 dicembre, una proposta della Commissione europea di un anno fa che modifica lo status di protezione del lupo da “specie di fauna strettamente protetta” a “specie di fauna protetta”. Ovvero – formalmente – il passaggio dall’Allegato II della Convenzione all’Allegato III.
La decisione finale sull’argomento è attesa per venerdì 6 dicembre, mentre l’emendamento entrerà in vigore tra tre mesi, a meno che almeno un terzo delle parti della Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa (ovvero 17 Paesi, essendo in totale 49) non si opponga. Nel qual caso, resterà “lettera morta”. Se, invece, sarà meno di un terzo delle parti ad opporsi, il provvedimento entrerà in vigore solo negli Stati che accolgono la decisione.
Le ragioni della proposta

Nella proposta avanzata si legge che “nel settembre 2022, lo studio Lcie (Large Carnivore Initiative for Europe, ndr.) per la Convenzione di Berna ha mostrato che il numero totale di lupi nella Ue era probabilmente dell’ordine di 19.000 (rispetto ai circa 14.300 nel 2016) e il numero di lupi in Europa (escludendo Bielorussia e Federazione Russa) probabilmente superava i 21.500 (rispetto ai circa 17.000 nel 2016)”.
Secondo lo studio, si legge ancora nella proposta, “19 Paesi su 34 hanno riportato un aumento del numero di lupi, mentre solo tre Paesi hanno riportato una diminuzione, tutti nella regione dinarica-balcanica. Nella Ue, in 17 dei 24 Stati membri con presenza di lupi, le loro popolazioni erano in aumento, mentre nei restanti sette erano stabili o fluttuanti. Pertanto, Lcie ha concluso che i lupi non erano in declino in alcun Stato membro dell’Ue”.
I risultati di un’analisi del 2023 sulla presenza della specie Canis lupus in Europa – secondo dati riportati dalle autorità nazionali degli Stati membri dell’Ue – citata nella proposta parlano di una “conferma della tendenza al rialzo nella dimensione della popolazione, così come l’espansione continua dell’areale del lupo. Nel 2023 è stato stimato un totale di circa 20.300 lupi nell’Ue. Questa cifra è superiore ai circa 19.000 lupi stimati nel settembre 2022 da Lcie ed è superiore alla popolazione stimata tra 11.000 e 17.000 riportata ai sensi dell’Articolo 17 della Direttiva Habitat per il periodo 2013-2018. È anche superiore a una stima precedente del 2012 che concludeva sulla presenza di 11.193 lupi nell’Ue”.
La proposta aggiunge che “le minacce ai lupi rimangono molteplici e di natura diversa, ma si sono evolute nel tempo. Le minacce e pressioni più importanti segnalate dalle Parti sono legate al bracconaggio, insieme all’impatto delle infrastrutture lineari sulla specie, coprendo sia la mortalità diretta che la frammentazione delle popolazioni. La caccia e le interazioni con l’agricoltura sono anche frequentemente segnalate come pressioni. Nuove minacce emergenti includono le recinzioni di confine e l’ibridazione lupo-cane”.
Per questo, si chiede il declassamento: “Sia la caccia che il bracconaggio dei lupi sono affrontati da misure adottate in conformità con l’Articolo 7 della Convenzione, che regola il regime di protezione delle specie elencate nell’Appendice III – si legge ancora -. La principale differenza tra i due regimi in relazione alle minacce ai lupi è che il regime di protezione sotto l’Appendice III mantiene una maggiore flessibilità riguardo alle misure appropriate che le Parti Contraenti alla Convenzione devono attuare. Mentre le Parti Contraenti avranno la possibilità di decidere le misure da adottare sotto il regime dell’Appendice III, l’obiettivo generale da raggiungere sarebbe comunque quello di garantire la protezione della specie e mantenerla fuori pericolo, come prescritto dall’Articolo 2 della Convenzione”.
La proposta della Ue – si legge in una nota del Consiglio d’Europa – non è la prima sulla protezione del lupo nel continente. “Nel 2022, la Svizzera ha presentato una proposta simile, che è stata respinta. In passato sono state avanzate anche altre proposte riguardanti altre specie. Nel 2019, la Norvegia ha proposto di modificare lo status di protezione dell’oca barbagianni (Branta leucopsis) dall’Allegato II all’Allegato III, ma anche questa proposta è stata respinta”.
Lollobrigida: “Una grande notizia”
Dal governo nazionale – lo riporta la Federazione italiana della caccia sul suo sito – il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida parla di “una grande notizia, frutto di una posizione ampiamente condivisa dell’Unione Europea, che l’Italia, tra le prime Nazioni, ha sollecitato”.
“Una decisione che, sulla base di dati scientifici, permetterà di portare avanti un’attività di razionalizzazione per garantire la specie e le attività produttive che, in molte zone d’Italia, sono state messe in difficoltà – ha detto ancora il Ministro –. L’allevamento estensivo, il turismo e la stessa sicurezza di animali e persone sono ormai da troppo tempo messe in pericolo da una presenza eccessiva di grandi carnivori. Finalmente si torna a ragionare con pragmatismo, superando posizioni ideologiche farneticanti, dannose per l’ambiente e per le attività umane”.
Wwf: “Decisione che riporta indietro di mezzo secolo”
Com’è ovvio che sia, da Wwf Italia arriva una condanna senza se e senza ma al declassamento della specie parlando di “una decisione che va contro il parere degli esperti e della scienza, ci riporta indietro di mezzo secolo e apre una strada pericolosa per il futuro della conservazione della natura in Europa”. Non solo, per l’associazione ambientalista si sta “aprendo di fatto la strada ad una revisione del regime dell’Unione europea in materia di conservazione della natura. Tradotto in parole povere: l’abbattimento dei lupi sarà molto più facile”.
Non solo, dal momento che il Wwf dice che “la Commissione ha deciso di portare avanti la proposta di declassamento sulla base di motivazioni politiche e personali della presidente Ursula von der Leyen, un precedente preoccupante per la protezione della natura in Europa la cui disciplina dovrebbe basarsi solo sui dati scientifici rigorosi e non su valutazioni e opportunismi di carattere politico. Si apre quindi un percorso pericoloso in cui gli interessi di parte e gli approcci ideologici anti-natura potrebbero avviare una revisione generalizzata della normativa europea in materia di conservazione della natura”.
Nell’area stampa dell’associazione a prendere posizione è Dante Caserta, responsabile Affari Legali e Istituzionali di Wwf Italia: “Ormai è evidente a tutti quanto la natura sia sotto attacco, in Europa come in Italia. La decisione di declassare lo status di protezione del lupo dà ingiustificatamente seguito ai tentativi ideologici di scagliarsi contro la tutela della fauna selvatica portati avanti dal mondo venatorio e da una parte del mondo agricolo. Purtroppo, il Governo italiano si è fatto portavoce in Europa di queste istanze antiscientifiche. Come Wwf Italia seguiremo da vicino i prossimi sviluppi e chiediamo al Governo italiano e alle istituzioni dell’Unione di riportare la scienza al centro delle decisioni che riguardano la tutela della natura. Vi è però bisogno di una forte reazione da parte dell’opinione pubblica perché le istituzioni devono comprendere che la maggioranza dei cittadini europei vogliono proteggere la biodiversità del nostro continente”.
9 risposte
In Valle D’Aosta la parola biodiversità rimane come un inglesismo dal significato sconosciuto. Chi pensa di subire danni psicologici o economici grazie alla presenza
del lupo ha solo da trasferirsi nella periferia di Quarto Oggiaro. La stragrande maggioranza degli abitanti di questa valle non meritano la meraviglia dell’ecosistema in cui hanno il privilegio di vivere, pensano solo a trarre profitto a scapito di altri esseri viventi.
La biodiversità è una parola sconosciuta ai lupi: attaccano, ammazzano e mangiano tutto quello che possono. Cervi e caprioli ne stanno facendo le spese, insieme a volpi e gatti selvatici (quelli veri, Felis silvestris silvestris). Ancora pochi anni fa era frequente incontrare in montagna questi animali, che ora, decimati dai lupi, diventano sempre più rari. Con buona pace di chi amava ammirarli nei boschi. La notizia che forse è sfuggita a Irene è che i lupi ormai sono confidenti, scendono in paese, ad Arvier già due anni fa scorrazzavano nella via centrale e le maestre hanno dovuto tenere in classe i bimbi all’uscita dalla scuola. A Buthier, in pieno giorno due lupi hanno ammazzato una cerva e, non contenti, hanno rincorso e sbranato il piccolo che cercava di fuggire (non gli bastava la madre?). A Sarre sono stati filmati dalle telecamere delle abitazioni, a Entrèves a gennaio di quest’anno 5-6 lupi viaggiavano per le stradine del paese.
La tutela esasperata del lupo sta andando a scapito della fauna valdostana e della vivibilità della Valle. E ben venga questa decisione europea, che tardivamente cerca di sanare un’evidente sbilanciamento a favore di una specie in danno di tutte le altre.
Quante parole a vanvera senza capire il vero problema di questo declassamento..
Il vero problema siamo noi ignoranti abbruttiti egoisti e stupidi
Il lupo è un predatore, va inserito in un contesto campagnolo dove per esempio ci sono parecchi cinghiali. Anticamente era il predatore per antonomasia di questi facoceri.
Una volta, i cinghiali erano di taglia più piccola. Da quando sono stati incrociati con i maiali e si sono ottenuti esemplari di dimensioni ben maggiori, rilasciati poi in natura ad uso e consumo dei cacciatori, ecco che anche i lupi ci pensano due volte prima di attaccarli.
Proteggere a oltranza il lupo significa condannare caprioli, cervi, volpi, gatti selvatici (quelli veri, non i randagi di città), galli forcelli ecc., oltre al bestiame. Perché è evidente che i grandi carnivori mangiano carne, e non ne mangiano solo una volta al mese, ne mangiano sempre, a scapito di tutto il resto della fauna selvatica e non (con la più che probabile eccezione dei cinghiali, che hanno una pellaccia difficile da attaccare e sono troppo pericolosi anche per i lupi). E compiono stragi immotivate, i lupi, quando gliene si presenta l’occasione, perché l’istinto di predare è fortissimo.
La tutela della fauna selvatica è qualcosa di assolutamente diverso da quello che immaginano i signori del Wwf comodamente seduti sul divano di casa loro.
Ora però gli Stati numeri dovranno fare un lavoro certosino e precisissimo su numeri di lupi totali e quanti lupi massimi da abbattere e cacciare ogni anno tenendo conto anche della caccia di frodo e degli abbattimenti mirati: se non verrà fatto questo lavoro bene allora tra qualche anno il lupo verrà di nuovo riclassificato come specie strettamente protetto e si torna punto a capo. E naturalmente bisogna fare la lotta senza quartiere al randagismo e abbandono dei cani in tutto il territorio: in certe aree con la presenza di lupi e cani randagi in contemporanea, i lupi sono più aggressivi a causa di accoppiamento cane randagio-lupo fuori controllo o per contagio dei lupi dal virus della rabbia molto diffuso tra i randagi. Quindi ora Stato Italiano e Regioni si diano da fare tutti sul censimento il più completo e rapido dei lupi in tutto il territorio italiano e si determini quanti lupi sono da abbattere/cacciare ogni anno senza far perdere il declassamento del suo stato: se verrà fatto male questo lavoro e la situazione sfugge di mano, questo voto al parlamento UE sul lupo diventerà inutile, e chi doveva essere tutelato da questo declassamento si troverà di nuovo a subire danni economici e psicologici dal lupo senza poter far nulla se non aspettare il risarcimento danni dalle istituzioni e il completamento del vecchio iter di abbattimento selettivo.
Il Consiglio UE aveva già adottato la decisione del declassamento dello status di protezione del lupo il 25 settembre scorso.
https://www.federcaccia.org/tosi-fi-europa-declassa-il-lupo-svolta-storica-premiato-il-lavoro-di-forza-italia-a-tutela-dei-nostri-allevatori-ringrazio-il-nostro-ministro-pichetto-con-cui-mi-ero-sentito-nei-giorni/
In realtà quello era solo il voto preliminare dell’iter di declassamento: se ho capito dopo quel primo voto in consiglio UE del 25 settembre, questa decisione doveva essere prima ratificata da tutti i 27 Stati membri dell’UE (che nel caso italiano vuol dire voto favorevole sia in Parlamento che in Senato), per poi essere confermata in via definitiva dal voto del Parlamento UE di oggi. Quindi dal quel voto del 25 settembre del Consiglio UE, per avere la conferma definitiva del declassamento ci sono voluti quasi 7 mesi: e a quanto pare ci sono voluti tutti questi mesi perché l’Italia è stato uno degli ultimi Paesi UE ad aver ratificato la decisione del Consiglio UE…. l’ha ratificato in via definitiva la Camera solo ieri, il giorno prima del voto definitivo a Bruxelles…. e non è ancora finito l’iter!! Ora ogni Stato UE dovrà recepire nelle sue leggi nazioni il declassamento dello status del lupo ed emanare tutte le nuove leggi, regole e linee guida per la sua gestione con il nuovo status: ad esempio il censimento più completo possibile della popolazione del lupo in ogni angolo d?Italia la semplificazione delle procedure di abbattimento, l’apertura della stagione di caccia al lupo con la definizione del massimo numero di capi da abbattere senza vanificare il suo declassimento e annullarlo, la formazione e l’aggiornamento dei cacciatori sul come cacciare il lupo senza creare casini (come le regole per la caccia del lupo in contesti urbani, la capacità del cacciatore di capire nel caso di riduzione del popolazione del lupo quali sono i lupi del branco da abbattere e quali no, …), ecc. Sicuramente non è ancora il libera tutti su abbattimenti selettivi semplificati e caccia dei lupi: finché Stato e Regioni non cambieranno le leggi attuali sul lupo, qualunque azione svolta in Italia contro il lupo in base a questa declassamento sarà sanzionata. E non perché le istituzioni italiane sono contro il diritto dei cittadini e categorie di settore di tutelarsi dal lupo, ma perché le leggi italiane e regionali sul lupo non sono ancora aggiornate sul nuovo status del lupo. E come si sa, le leggi nuove Italia si applicano solo dopo la loro pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e non sono retroattive.