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Lo spettacolo di Mauro Repetto al forte di Bard.
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Repetto Bard
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Lo spettacolo di Mauro Repetto al forte di Bard.
Lo abbiamo già visto succedere. Sui treni che filano verso il successo, c’è chi a un certo punto decide di scendere. Ve lo ricordate Bill Wyman, il bassista silenzioso che dopo 30 anni nei Rolling Stones lasciò la band, perché si era reso conto che aveva “paura dei voli in aereo”? O ancora Peter Gabriel, che mollò i Genesis per seguire “interessi familiari o personali”? E, per arrivare a epoche recenti, Zayn Malik, che decise di “voler vivere una vita normale” e se ne andò dai One Direction?
Tutti casi che hanno fatto versare parecchio inchiostro alla stampa musicale, accomunati però da una scelta individuale alla loro base. Con le proporzioni del caso, è accaduto anche in Italia, quando Mauro Repetto, un sabato del 1994, dice a Max Pezzali, l’amico con cui aveva fondato tre anni prima gli 883, duo pop sulla cresta dell’onda: “Io credo che me ne andrò”. Da quel momento, di lui si è parlato poco, eccezion fatta per qualche intervista in cui ha raccontato il suo peregrinare, tra la Francia e gli Stati Uniti.
A riaccendere i riflettori sul duo, e su com’è nato in una taverna di Pavia (dove lui e Pezzali hanno composto le prime hit del gruppo), è però arrivata, alla fine dell’anno scorso, la serie Sky “Hanno ucciso l’uomo ragno”. Otto episodi in grado di ricordare a una generazione non solo come i brani firmati dai due siano scolpiti nell’immaginario collettivo (anche chi, al tempo, era antagonista ha scoperto di saperli a memoria), ma pure che se avevi 18 anni (o dintorni) a inizio anni ’90, allora quella sullo schermo è (anche) la tua storia.
Un ritorno di successo che i due hanno capitalizzato ognuno a modo suo. Pezzali ha continuato a fare quello che non ha smesso di fare dopo la partenza dell’amico: suonare dal vivo (gli 883 hanno continuato ad esistere, con una nuova veste, dal 1995). Repetto che oggi vive a Parigi, ha puntato sul racconto. Il suo spettacolo “Alla ricerca dell’Uomo Ragno” è arrivato in Valle, al Forte di Bard, sabato scorso, 26 aprile.
Incontrato durante le prove pomeridiane, l’altra metà degli 883 ha raccontato di aver già conosciuto la nostra regione per “lo sci a Gressoney” da bambino, ma anche per quel posto in cui “mi portavano e guardavo giù per metri”, alias l’Orrido di Pré-Saint-Didier. Una naturalezza che rafforza il concetto su cui mette l’accento pochi secondi dopo: “Noi siamo due del pubblico che hanno avuto la licenza di salire sul palco, siamo due consumatori di cultura pop. Io sono un utente di cultura pop, però a volte mi fan salire sul palco, ma io sono uno del pubblico”.
Un concetto attorno al quale ruota interamente lo one-man-show cui, sotto la tensostruttura allestita nella piazza d’armi del forte, hanno assistito 200 persone circa. Per una maggior efficacia narrativa, la rilettura della storia degli 883 (per la regia di Stefano Salvati con Maurizio Colombi) è ambientata in epoca medievale: Flash (Repetto), grazie all’AI, interagisce sugli schermi montati sul palco ai suoi fianchi con Max e Mauro di allora, caratterizzati come due menestrelli.
L’effetto è, a tratti, surreale, in particolare quando lui risponde alla domanda “Chi è ‘sto vecchio?” ad un giovane sé stesso: “sono te, ma tra trent’anni”. Nel resto della narrazione, i personaggi che abbiamo visto nella serie, cruciali per il successo del duo, qui trovano nuovi panni: il conte Claudio Cecchetto, il barone Fiorello, il principe Jovanotti e il marchese Jerry Scotti.
Repetto, però, non si limita alla storia da cui esce nel 1994, ma va oltre e racconta anche l’inseguimento del “sogno”, la modella Brandi Quinones (di cui si era innamorato vedendola sfilare alla settimana della moda), con i tentativi (non esattamente andati a buon fine) di divenire uno sceneggiatore ad Hollywood e di “sfondare” nella metropoli “in cui tutto è veloce”, New York City. Sul palco, oltre all’attrice che dà voce e forme al sogno romantico dell’artista, spunta di tanto in tanto l’Uomo Ragno, sorta di “Grillo Parlante” che fa riflettere a voce alta il protagonista.
Non una produzione sofisticata, va detto, ma su tutto trionfa l’effetto già scaturito dalla serie: il ritorno, con la mente, ad un’epoca in cui tutti avevamo trent’anni in meno e le canzoni. Quei brani (da “Con un deca” a “Sei un mito”, passando per “Nord, Sud, Ovest, Est”, “Hanno ucciso l’Uomo Ragno”, “Rotta per casa di Dio” e “Non me la menare”) che, giovani e meno giovani, nel pubblico cantano a squarciagola, mentre Repetto sul palco li sottolinea con i balletti suo “marchio di fabbrica” negli anni degli esordi con Pezzali (solo in un’occasione, il brano che fa da sigla alla serie, imbraccerà una chitarra).
L’effetto è quello di un gigantesco karaoke (sollecitato anche dallo scorrere dei testi dei pezzi sugli schermi sul palco) e forse, a tratti, la sensazione è quella della “festa in pizzeria” vista anche nella serie (prima crepa nei rapporti tra le due anime del gruppo), però a chi è in platea va bene così, anzi benissimo. Tant’è che all’invito di Repetto “questa la balliamo tutti assieme”, sul bis finale di “Nord, Sud, Ovest, Est”, tutta la tensostruttura schizza in piedi e c’è pure chi si scatta un selfie sotto il palco, con l’ex 883 appena dietro.
Finiti gli applausi, spente le luci, con Repetto che continua l’abbraccio con i suoi fan, regalando una foto destinata a finire nell’album dei ricordi a chi si è messo pazientemente in fila, resta un interrogativo. Anzi, due. Il primo: c’era bisogno di una serie per ricordarci quanto è stata intensa (e, spesso, divertente, nonostante i patemi dell’adolescenza) la gioventù? Il secondo: in questa voglia matta di ricordi non ci sarà la nostra incapacità di costruire altro, rimandando la nostalgia al mittente? Le risposte vanno trovate da ognuno. Ad essere certo è che, più di quanto ci sia sembrato, gli 883 sono stati colonna sonora di quegli anni.
Mauro Repetto al Forte di Bard con “Alla ricerca dell’Uomo Ragno”
29 Gennaio 2025 – Ore 16.57 di Silvia Savoye

Gli anni d’oro degli 883 tornano a rivivere in una veste inedita con “Alla ricerca dell’Uomo Ragno”, il nuovo one man show di Mauro Repetto, che andrà in scena sabato 26 aprile 2025 alle 21, nella tensostruttura allestita in Piazza d’Armi al Forte di Bard.
Lo spettacolo, tra musica e comicità, raccoglie alcuni dei brani più iconici della band, con una trama che fonde autobiografia e fantasia. Ideato e diretto dal regista Stefano Salvati con Maurizio Colombi, il racconto si sviluppa come una favola ambientata nel Medioevo, dove Mauro Repetto interagirà con sé stesso e con Max Pezzali da ragazzi grazie al supporto dell’intelligenza artificiale. Sul palco prenderanno vita anche i personaggi che hanno segnato la carriera degli 883, trasformati in figure nobiliari: Claudio Cecchetto, Fiorello, Jovanotti e Gerry Scotti.
Tra momenti di comicità e nostalgia, Repetto si racconta attraverso aneddoti, curiosità e le canzoni che hanno fatto la storia della band, con omaggi agli artisti che lo hanno ispirato e la presentazione di un suo brano inedito.
I biglietti per lo spettacolo di Repetto sono in vendita su Ticketone e Midaticket.
