Che cos’è la foschia che, dalla mattina di oggi, domenica 8 giugno, avvolge la Valle d’Aosta, impedendo di vedere le montagne? Alla domanda, che è verosimile pensare si siano posti molti residenti nella nostra regione, risponde l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente in Valle d’Aosta.
“Si tratta – spiega l’agenzia in un post su X – di fumo dagli incendi in Canada – oltre 200 roghi attivi, quasi 100 fuori controllo – trasportato dai venti sopra l’oceano fino a noi”. Al riguardo, l’Arpa sottolinea che nelle stazioni di qualità dell’aria si rileva un aumento rapido di PM2.5 e PM10, le due classi di particolato atmosferico (particelle solide e liquide sospese nell’aria).

Le polveri sospese, sottolinea ancora l’Arpa, arrivano fino ad oltre 4000 metri di altitudine. I dati preliminari del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (non ancora validati), evidenziano – per il pm10 – valori medi giornalieri di 10 e 13 microgrammi per metro cubo nelle due stazioni di rilevamento di Aosta, di 11 a Etroubles, di 10 a Donnas e tra i 7 e i 9, tra La Thuile e Courmayeur.

Per il pm2.5, 6 e 9 microgrammi per metro cubo di media giornaliera ad Aosta (le rilevazioni avvengono in via Liconi e in via Primo maggio), 7 ad Etroubles, 11 a Donnas e 5 ad Entrèves di Courmayeur.

Le norme, in Italia, stabiliscono un valore limite annuale di 40 microgrammi per metro cubo per il pm10. Inoltre, la concentrazione giornaliera di tale agente non deve superare i 50 microgrammi per metro cubo per più di 35 giorni l’anno. Il valore limite annuale per il pm2.5 è di 25 microgrammi per metro cubo. Al contrario di quanto avviene per il pm10, per queste polveri non è stabilito, in Italia, un limite giornaliero.