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Lucio Corsi apre Musicastelle 2025 con leggerezza e poesia

A Saint-Nicolas il cantautore inaugura la rassegna estiva attraversando il suo repertorio da “Francis Delacroix” a “Volevo essere un duro”.
Cultura

Maglietta azzurra dedicata al motociclista Barry Sheene, leggins neri, un grande capello bianco e occhiali da sole. Si presenta così, in tutta la sua semplicità e originalità, Lucio Corsi che – reduce dal successo del Festival di Sanremo e dell’Eurovision – inaugura Musicastelle 2025 con un concerto sold-out a Saint-Nicolas.

L’atmosfera del concerto si percepisce fin dalla salita, pulita per l’occasione dagli alberi caduti durante i giorni di maltempo di aprile. Sui tronchi tagliati compaiono silhouette di chitarre, ritratti del cantautore e frasi a lui dedicate. Sul percorso più pianeggiante, una poderale che sale lentamente, non mancano messaggi di incoraggiamento: “Sei a metà percorso, forza che ce la fai! Ricordati che volevi essere un duro!”, recita un cartello, richiamando ironicamente uno dei brani più noti del cantautore.

Più che la fatica, è il sole del primo pomeriggio a farsi sentire. Corsi lo nota appena sale sul palco: “Come state? Vi state squagliando?”, dice con un sorriso, per poi lasciare parlare la sua musica. Bastano un paio di minuti e si ritrova già in mezzo al prato, tra il pubblico, trascinandosi dietro microfono e chitarra. Nel pomeriggio, qualche goccia di pioggia arriva, ma è solo un falso allarme: giusto il tempo di montare il gazebo sul palco e torna il sole.

Corsi canta un pezzo dopo l’altro. In scaletta ci sono i suoi brani più amati: da “Radio Mayday” a “Trieste“, da “Sigarette” ad “Amico vola via“. Su quest’ultimo brano racconta: “L’ho scritta mentre ero a Lugano e stavano togliendo delle foglie secche. Per me stavano uccidendo il simbolo dell’autunno. Così ho pensato a un amico troppo secco, talmente secco che una foglia l’avrebbe potuto uccidere”, ma poi aggiunge, con la sua consueta ironia, “ora che ve l’ho spiegata, non ha più senso che la faccio”.

Durante il concerto non smette praticamente mai di suonare, alternando chitarre, pianoforte e armonica a bocca, a volte accompagnato dalla band, altre volte da solo. Nel pomeriggio c’è spazio anche per “La gente bassa“, cover in italiano di “Short People” di Randy Newman: “Il mio cantautore preferito”, dice. Tra i brani anche “Il lupo“, che introduce ammettendo di non ricordare le parole, e “Francis Delacroix, che si merita un bis in chiusura. Proprio su questa canzone, un fan club del cantante distribuisce dei fogli di carta con il disegno di una papera che stira (come omaggio al testo del brano), chiedendo al pubblico di alzarli durante il brano. Così succede: un piccolo flash mob un po’ improvvisato, ma perfettamente nello spirito del concerto.

Lucio Corsi a Musicastelle
Lucio Corsi a Musicastelle

E poi, verso la fine, arriva la canzone che tutti aspettavano, “Volevo essere un duro“, e che tutti hanno cantato, bambini e adulti, alcuni perfino in compagnia di un pupazzo di Topo Gigio. Forse per qualcuno era l’unica canzone di Lucio Corsi conosciuta, ma poco importa: che si fosse fan affezionati o semplici curiosi, il concerto è stato un’occasione per stare insieme, ascoltare musica, e magari tornare a casa con qualche nuova canzone in testa oltre alle solite hit.

Una risposta

  1. Racconto fluido e gentile
    Perfettamente dipinta la personalità di Corsi
    Mi sono commossa

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