Oltre a celebrare il 57esimo anniversario della fondazione del Corpo forestale della Valle d’Aosta, la cerimonia di ieri, sabato 12 luglio, a Châtillon è stata l’occasione per divulgare i dati relativi all’attività dei 127 componenti del Corpo, in servizio tra la sede centrale di Saint-Christophe, le 14 stazioni sul territorio, l’aliquota della sezione di Polizia giudiziaria presso la Procura e la Centrale unica del soccorso.
In particolare, nel 2024, sono state 34 le persone denunciate all’autorità giudiziaria. Il numero più elevato (7) si riferisce all’abbandono, deposito incontrollato di rifiuti o immissione in acque superficiali, gestione di rifiuti non autorizzata, o scarichi non autorizzati. Subito dopo, con 5 denunciati, vengono gli abusi edilizi e paesaggistici. Quattro i deferimenti per furto e 3 per danneggiamento e deturpamento ambientale. Due quelli per incendio (doloso e colposo).
Le sanzioni amministrative elevate dai forestali valdostani sono state, lo scorso anno, 249 per un ammontare complessivo di 64mila 221 euro. L’importo più elevato (27mila euro, riguardante 6 casi) è riferito alla parte VI-bis del Testo unico ambientale, che prevede – in alcuni casi – la possibilità di estinguere un reato ambientale attraverso l’adempimento di prescrizioni e la conseguente ammissione del contravventore al pagamento di una sanzione amministrativa.

Seguono, con 8.326 euro, 39 sanzioni per violazioni delle disposizioni per la tutela e il corretto trattamento degli animali di affezione. Quindi, per 7.760 euro, sono state elevate 19 sanzioni nei confronti di contravventori alle norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. Ancora, 6.072 euro derivanti da 121 violazioni al regolamento di polizia per la circolazione dei veicoli a motore sul territorio della regione e 6.000 euro relativi a 3 infrazioni alle norme per la tutela delle aree protette e della rete Natura 2000.
Qualche altra cifra, fornita dal comandante Luca Dovigo nel suo discorso, restituisce l’attività dei forestali nel 2024. La sorveglianza del territorio rurale ha assorbito un terzo, cioè circa 40mila, delle oltre 123mila ore lavorate dai forestali. Sono state poi 21mila le chiamate al numero di emergenza ambientale 1515, attivo 24 ore su 24. Gli incendi boschivi (relativamente ai quali il Corpo dispone di uno specifico Nucleo) hanno interessato “una modesta superficie di poco superiore a 10 ettari, con 26 eventi di cui solo 4 degenerati in incendi significativi, per fortuna di piccole dimensioni”.
Sono, tuttavia, dati che “non ci devono fare abbassare l’attenzione, anche perché i cambiamenti climatici hanno introdotto una notevole variabilità e la tendenza alla estremizzazione delle condizioni metereologiche: così come sul resto dell’arco alpino, ci si deve purtroppo aspettare lo sviluppo di grandi incendi, che ci obbligano ad aggiornare il modello organizzativo dell’apparato di estinzione e bonifica, chiamato ad intervenire in un contesto di maggiore imprevedibilità e assenza di stagionalità degli eventi”.

Nelle operazioni di gestione del territorio e dell’ambiente, rientrano poi i rilievi che i forestali delle stazioni effettuano per l’acquisizione dei dati climatici e nivologici e le rilevazioni dei dissesti e delle frane. “Questi ultimi, – ha detto il Comandante – nel solo 2024, sono stati oltre 500”. Purtroppo, “come osserviamo tutti, viviamo i un territorio fraglie dal punto di vista idrogeologico che gli eventi metereologici più severi segnano con violenza: basti pensare alle piogge alluvionali di Cogne e Breuil-Cervinia dello scorso anno”.
In questi scenari, “i nostri forestali sono tra i primi ad essere chiamati in caso di emergenza”. Grazie, ha affermato Dovigo, “alla loro capillare distribuzione, alla conoscenza del territorio e alla capacità di pronto intervento rappresentano di fatto gli occhi delle altre strutture regionali che si occupano di gestione del territorio e collaborano fattivamente con le amministrazioni comunali, cui rinnovo la nostra disponibilità, uniti nel comune spirito di servizio ai cittadini”.