Il pane nero, le pizzette, i torcetti al burro. Erano gli inizi degli Anni Settanta quando Dario Follis aprì insieme alla moglie Anna Maria Gamba la panetteria, pasticceria, bar Follis di Gressoney-Saint-Jean, lungo la strada pedonale che porta al lago Gover. Un luogo dall’atmosfera famigliare che da più di cinquant’anni coccola turisti e residenti ma che oggi piange il suo fondatore. Dario Follis è morto all’età di 89 anni. L’ultimo saluto è avvenuto questa mattina, venerdì 8 agosto, alle 9,30, partendo proprio dalla pasticceria a cui aveva dedicato la sua vita.
Papà di Patrizia, che ha preso in mano l’attività, della campionessa di sci di fondo Arianna e di Leonardo, scialpinista di rango mondiale travolto da una valanga nel 2001 mentre si allenava per il Trofeo Mezzalama, Dario Follis era un lavoratore instancabile. Passava le notti a sfornare il pane e ha insegnato il mestiere alla figlia Patrizia e alle nipoti Annie e Katrin Bieler che hanno seguito le sue orme, portando avanti l’attività e aprendone di nuove, come il negozio di articoli sportivi “Basecamp”.
Alla dedizione per il lavoro e la famiglia si aggiungeva la passione per lo sci nordico e la montagna che sono stati per lui motivo di tante gioie e di un grande dolore. Quello della perdita del figlio Leonardo, il 14 marzo del 2001. Una valanga staccatasi dalla cresta del Weissmatten non gli lasciò scampo proprio mentre si allenava per il Trofeo Mezzalama, che aveva già vinto nel 1999. Aveva 33 anni. Poi sono arrivati i successi nello sci di fondo di Arianna, bronzo nella staffetta alle Olimpiadi di Torino 2006 e vincitrice di un oro, un argento e tre bronzi ai mondiali. Il talento sportivo scorre anche nelle vene delle nipoti Katrin e Annie, scialpiniste e trailer.
Oltre alla moglie Anna Maria e alle figlie Patrizia e Arianna e alle nipoti Annie e Katrin Dario Follis lascia la sorella Franca, il nipote Leonardo, figlio di Arianna, e il pronipote August, figlio di Annie.
Una risposta
Lo ricordo “infarinato” apparire dal retro, quando bimba, seconda metà anni ’60, nella panetteria di v. Monte Rosa (attuale negozio di Monique) , mi recavo ad acquistare un succulento bombolone a forma di ciambella ed incontravo dietro il bancone la gioiosa, giovane moglie o, la mamma, la sig. Rosina : ricordi indelebili nella mente e, nel cuore!!