Didier Motto Martinetto ammesso all’Accademia di Balletto dell’Opera di Stato di Vienna

Dopo aver studiato all’Accademia Nazionale di Danza di Roma e alla European School of Ballet di Amsterdam, il quattordicenne aostano approderà a settembre alla Ballettakademie der Wiener Staatsoper.
Didier Motto Martinetto
Cultura

Didier Motto Martinetto ha sette anni quando decide di cambiare sport, perché il nuoto lo annoia. Vorrebbe fare danza, allora sua mamma gli propone di provare l’hip hop. Lui, però, sogna la danza classica e la inizia a praticare ad Albenga, dove vive da quando la famiglia si è trasferita dalla Valle d’Aosta per curare meglio i problemi respiratori della mamma. 

Didier Motto Martinetto

Basta poco perché la carriera di Didier si faccia seria e dai dieci anni la sua vita accademica viaggia di pari passo con la scuola. In terza media Didier si trasferisce a Roma dove studia all’Accademia nazionale di Danza, per poi spostarsi alla European School of Ballet di Amsterdam, fino a vincere l’audizione per la Ballettakademie der Wiener Staatsoper. Qui il quattordicenne valdostano inizierà a settembre un nuovo accademico, così come un nuovo anno scolastico a distanza in cui frequenterà online la seconda superiore. “Mi sveglierò alle sei e seguirò le lezioni di danza dalle otto all’una e mezza, poi nel pomeriggio mi collegherò a distanza per le lezioni scolastiche. Le accademie infatti richiedono obbligatoriamente che i ballerini e le ballerine ottengano la maturità e quindi ci iscriviamo in scuole online per sportivi, dove possiamo giostrarci meglio le lezioni. Dobbiamo ottenere voti alti a scuola, perché alcune accademie richiedono la pagella scolastica oppure ti cacciano se sei bocciato”. 

Didier Motto Martinetto

È un impegno a trecentosessanta gradi quello richiesto al giovane Didier Motto Martinetto, che ha capito fin da subito quanto nella danza occorra non solo il fisico, ma anche la testa. “Secondo me bisogna iniziare questo sport non prima dei 7/8 anni perché prima non sei tanto consapevole di ciò che fai. È uno sport che richiede di essere molto inquadrato mentalmente. La prima cosa che devi avere è il fisico giusto, ma poi devi metterci testa, impegno e costanza. L’aspetto fisico viene prima e quello mentale viene dopo, ma devono andare di pari passo”. 

‘Metterci testa’ significa anche affrontare l’agitazione iniziale, che è normale a un’età così precoce, soprattutto quando si tratta di affrontare viaggi all’estero e contesti sempre nuovi, in un mondo, come quello della danza, che è noto per essere molto competitivo. “All’inizio di ogni nuova esperienza ho sempre un po’ di agitazione, ma alla fine so che è la cosa che mi piace e che sto facendo tutto questo per continuare a danzare per tutta la vita. È vero, spesso c’è un tipo di competizione cattiva, ma c’è anche quella buona, da parte delle persone che ti vogliono bene e che vogliono mostrarti il tuo lato migliore”. 

Didier Motto Martinetto

Nell’accademia austriaca in cui Didier studierà, poi, il 72% dei ballerini è composto da italiani e il problema della lingua non si pone per lui. Sua mamma infatti è sudafricana, cosa che gli ha permesso di imparare fin da bambino l’inglese, che è la seconda lingua adottata da quest’accademia. “Sono convinto che sarà un’esperienza bellissima e mi inspira molto andare in Austria. Quando ci sono andato per l’audizione, in aeroporto ho visto un sacco di musicisti: quando vedi Vienna ti viene proprio da pensare che sia la città della musica”. 

Didier Motto Martinetto

In Italia, invece, nessuna città, per quanto sia bella, riesce a trattenere i ballerini e le ballerine e a evitare che si trasferiscano all’estero. “Trovo che le scuole di danza italiane debbano migliorare, soprattutto a livello tecnico. Ai ballerini più bravi consiglio sempre di escludere l’Italia e di andare a studiare all’estero. Spero che anche l’Italia un giorno possa diventare un punto di riferimento per il mondo della danza classica, ma per ora penso che resterò all’estero”. 

Didier Motto Martinetto

Nel frattempo, in Italia Didier Motto Martinetto ci torna ogni anno per passare le vacanze estive nella casa aostana in cui la famiglia è tornata a vivere, dopo gli anni passati in Liguria. Per la giovane promessa della danza classica, la Valle d’Aosta è “sinonimo di stop, di vacanza. È un posto dove si sta bene, e dove passerò le settimane di pausa che avrò durante questo intenso anno accademico”. Quando torna in Italia, Didier va spesso anche ad Albenga per visitare la scuola dove ha iniziato a danzare. “Ho molto a cuore tutti gli insegnanti e le mie amiche ballerine, in particolare Anna e Isabella. Sono molto legato a questa scuola e se riesco partecipo anche ai saggi che organizza”. 

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