Un parco fluviale per la protezione e la valorizzazione della Dora e del Marais di Morgex. È la proposta della Legambiente e del neonato gruppo Dora Baltea Viva in risposta al progetto di costruzione di un nuovo impianto idroelettrico annunciato dalla Compagnia valdostana delle acque sul tratto di fiume compreso tra Morgex e Pré-Saint-Didier. L’iniziativa è stata presentata questo pomeriggio, venerdì 12 settembre, durante una conferenza stampa nella sede del Csv, in via Avondo ad Aosta.
“La nostra proposta è di ampliare la riserva regionale del Marais di Morgex – spiega Rosetta Bertolin del circolo valdostano della Legambiente -. L’esigenza che ci ha spinti a lavorare con il gruppo Dora Baltea Viva è che loro voglio tutelare quel tratto di fiume e noi vogliamo tutelare l’area umida del Marais. Siccome sono l’uno il proseguimento dell’altro abbiamo deciso di unire le forze per ampliare la riserva regionale che già c’è e proteggere quel tratto di fiume che porta l’acqua all’area del Marais. Vogliamo portare questa proposta di ampliamento, che ha già avuto sostegno dal Comune di Morgex, all’attenzione della Regione dopo le elezioni regionali”.
Bertolin spiega che il progetto della nuova centralina della Cva “prenderebbe l’acqua a Pré-Saint-Didier, la convoglierebbe nelle tubazioni per portarla fino a Morgex” rendendo “quel tratto di Dora Baltea inutilizzabile per gli sport d’acqua”, come il rafting o il canottaggio, molto praticato nella zona. “Abbiamo presentato delle osservazioni a quel progetto e abbiamo fin da subito messo in chiaro che rischierebbe di danneggiare la riserva regionale e il Marais, riconosciuto come sito Natura 2000 e quindi protetto a livello europeo – prosegue la rappresentante della Legambiente -. Rispetto a quella di un fiume, l’acqua che uscirebbe dal nuovo impianto avrebbe una grande forza e una temperatura riscaldata perché è passata nelle turbine e, finendo nel Marais, ne distruggerebbe la fauna ittiche e le piante acquatiche”. E aggiunge: “Salvare queste acque è importante per i pesci, per il rafting ma anche per l’uso potabile e civile”.

“La Valle d’Aosta produce tre volte la corrente elettrica che consuma e per questo abbiamo sacrificato tante parti del territorio che per la loro bellezza sono un’attrazione turistica – dice Emanuele Bernasconi del gruppo Dora Baltea Viva e titolare di Rafting.it -. Quel tratto di fiume è spettacolare e il motivo che ha spinto il Trentino a creare 10 parchi fluviale a esportare solo il 10% dell’idroelettrico è per mantenere un ambiente che è quello che il turista si aspetta di vedere, cioè il torrente con l’acqua che corre nel suo alveo. Per questo abbiamo voluto coinvolgere in questa iniziativa l’opinione pubblica e le istituzioni. Il rafting è un’attività ricreativa ma è un’esperienza e oggi le località si scelgono per le esperienze che possono proporre. Se noi limitiamo le esperienze, un territorio vale meno di un altro”.
Per il gruppo Dora Baltea Viva, il parco “deve mantenere la fruibilità della zona per gli sport acquatici ma anche realizzare delle ciclabili, delle pedonabili e un’area attrezzata con dei bagni affinché si possa vedere e conoscere quel tratto di fiume”. Anche Alessio Trevisan si occupa di rafting e aderisce al gruppo Dora Baltea Viva. “Credo molto nel progetto e penso che, a livello valdostano, il problema è che non c’è una tutela del territorio“, dice. Per lui, “l’idea di un parco fluviale – che sarebbe il primo in Valle d’Aosta – dovrebbe essere pensata un po’ più in grande e non fermarsi alla Dora Baltea”.