I tempi si allungano ancora. Se due anni fa si parlava della fine del 2025, per la conclusione dei lavori della variante tra Etroubles e Saint-Oyen bisognerà attendere la fine del 2026. A spiegarlo è il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti della Lega, Edoardo Rixi, che questa mattina – lunedì 15 settembre – ha effettuato un sopralluogo al cantiere nella Valle del Gran San Bernardo insieme al commissario straordinario per il completamento dell’opera, Matteo Castiglioni, dirigente dell’Anas, e ai sindaci dei comuni di Etroubles, Saint-Oyen, Saint-Rhémy-en-Bosses e Gignod.
“Abbiamo parlato con il commissario e con l’impresa (i lavori sono affidati all’impresa D’Agostino costruzioni generali srl ndr). Ritengono che entro giugno massimo luglio del prossimo anno lo scavo sarà terminato e entro dicembre del prossimo anno saranno concluse le procedure civili e impiantistiche – spiega Rixi -. Ho già detto che io sarò qui di nuovo all’inizio del 2026 per monitorare l’andamento dei lavori”.
Il cantiere ha alle spalle una storia piuttosto travagliata. I lavori della variante – lunga 4 chilometri, gran parte dei quali in galleria – erano iniziati nel 2011, per un costo previsto di 107 milioni di euro. Nel 2014, la ditta appaltatrice, la Lauro spa di Borgosesia (Vercelli), aveva chiesto il concordato preventivo ed era stata avviata la rescissione del contratto, con l’opera che sarebbe dovuta concludersi nel 2016. Dopo qualche anno di stop, nel 2021, il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile aveva indicato l’ingegner Matteo Castiglioni come commissario straordinario per il completamento dell’opera. I lavori sono stati affidati nell’aprile del 2023 per 127 milioni di euro alla ditta D’Agostino costruzioni generali Srl e il cantiere è ripartito.

“Ho chiesto all’impresa il rispetto dei tempi e degli impegni presi – prosegue il viceministro -. All’inizio del mio mandato siamo riusciti a far ripartire questo cantiere bloccato da anni e intendo concludere i lavori entro la fine del mio mandato governativo. Entro la primavera del 2027 voglio che i cittadini possano transitare, non c’è possibilità di derogare i tempi ulteriormente”. Se i lavori non saranno conclusi nei tempi stabiliti “il governo prenderà le opportune misure nei confronti di tutti”.
A rallentare i lavori sono stati alcuni problemi riscontrati durante gli scavi della galleria. “L’ammasso roccioso è di scadente qualità – spiega il commissario straordinario, Matteo Castiglioni – e ciò comporta delle attività di consolidamento preventivo prima degli scavi per rimettere in sicurezza il fronte di scavo”. Ad oggi, “sono stati scavati 50o degli 870 metri che rimangono quindi stiamo proseguendo scavando dai due imbocchi in modo da accelerare il più possibile l’attività del cantiere” che impiega “dai 60 ai 70 operai”. Tutto ciò comporterà un aumento di costi di “circa 10 milioni di euro”, dice il viceministro Rixi, che si sommano ai 127 milioni già previsti. “Vedremo se fare come sul Tenda dove io ho dato il permesso ai sindaci di andare a contare gli operai – aggiunge -. Non chiudere quest’opera nei cinque anni di governo rischia di essere una mancanza di credibilità per il Paese che non ci possiamo permettere se poi vogliamo convincere i francesi sul Monte Bianco o gli svizzeri che metteremo a posto il tunnel del Gran San Bernardo”.
A proposito di trafori, nel pomeriggio il viceministro ha effettuato un sopralluogo al tunnel del Monte Bianco, chiuso al traffico fino a dicembre per i lavori di risanamento della volta. Entro la fine del mandato, Rixi punta a “chiudere un accordo con i francesi per iniziare i lavori della seconda canna”.
In Francia, “ci cambiano un ministro ogni sei mesi – afferma -. Con l’ultimo avevamo iniziato a discutere del progetto della seconda canna e si stavano aspettando le elezioni di marzo di Chamonix che ha ancora molte perplessità. Essendo un valico internazionale dobbiamo condividere un obiettivo insieme al governo francese. Noi procederemo sicuramente sulla progettazione e ci troveremo pronti a far si che l’unica scelta razionale sia il raddoppio”.
Rixi definisce “una follia” le chiusure trimestrali in programma per i prossimi 17 anni. “Ciò porterà il tunnel del Monte Bianco ad essere l’unico traforo alpino ad una canna in cui non potranno circolare né mezzi elettrici o ad idrogeno, con ancora il contingentamento dei camion frigo e un rischio incidenti elevato perché in 13 chilometri uno si può addormentare e andare sull’altra corsia”. Per il viceministro, “ammodernare le infrastrutture significa iniziare a inquinare meno, chi non vuole la seconda canna fa un’opera di retroguardia”. Per questo, si augura che gli abitanti di Chamonix, al voto a marzo, “eleggano un sindaco che vuole connettersi con l’Italia e condividere politiche ambientali”.
Una risposta
“Per questo, si augura che gli abitanti di Chamonix, al voto a marzo, eleggano un sindaco che vuole connettersi con l’Italia e condividere politiche ambientali”. Lo sa Rixi che la popolazione di Camonix e Val d’Arve vorrebbero fare l’adeguamento della volta chiudendo 4 anni il traforo, e che il numero Tir al traforo del Bianco lo vorebbero tendente a zero? Poi auguri per convincere la Francia sul raddoppio: sono già saltati due governi francesi, e il terzo è sulla buona strada delle nuove elezioni del parlamento. Aggiungi la caciara che un certo ministro ha piantato con il Presidente di Francia, reagendo alle sue provocazioni, mettendosi a litigare con lui con l’assost del governo italiano. A sto punto rassegniamoci, il futuro sì al raddoppio da parte della Francia ne parliamo solo dopo le Presidenziali francesi del 2027: se va bene la costruzione inizia nel 2030 e finirà tra 10 anni come minimo. Nel frattempo pensate alle alternative per aggirare il principale ostacolo al raddoppio del Bianco: la popolazione di Chamonix e dintorni. E viste le parole del Presidente della regione sulla richiesta senza senso di fondi UE per il raddoppio, visto che ne hanno in cassa già 1,5 miliardi a dispozione (il raddoppio del frejus è costato 800 milioni per intenderci, con 14 anni di lavori) la soluzione è una sola: traforo del raddoppiato non tra Chamonix e Courmayeur ma più sotto, ergo secondo canna o nuovo doppio traforo tra Morgex e Le Fayet (o Passy).