La Réunion ha fatto centro. Ma se fosse andata in coalizione con il Centro, avrebbe centrato anche il premio di maggioranza. Chissà se questo sarà lo scioglilingua delle prossime settimane, soprattutto dalle parti degli Autonomisti di Centro, dove qualcuno ha rifiutato all’ultimo minuto di presentarsi in coalizione nella corsa per le regionali.
L’Uv raccoglie il 31,97%, il Centro il 14,05%. Sommando i due risultati si supera la soglia del 40% necessaria all’attribuzione del tanto agognato premio di maggioranza da 21 seggi, che ad oggi nessuno è mai riuscito a conquistare. I due partiti dovranno accontentarsi di 18 seggi complessivi e, con ogni probabilità, da domani andranno in cerca di una “stampella” per garantirsi la stabilità di governo nei prossimi cinque anni.
L’Union Valdôtaine, di nuovo unita, torna primo partito in Valle d’Aosta con circa 19.000 preferenze. Cinque anni fa, ancora divisa, si era fermata a 10mila voti (15,80%), mentre Alliance Valdôtaine si attestava a quota 6.000 (8,87%) e VdA Unie a 5.000 (8,14%). Il vero exploit arriva in Bassa Valle e nella Grand Combin: nella Mont Rose-Evançon, dove spicca la regina di preferenze Speranza Girod, sindaca di Fontainemore, l’Uv sfiora il 45%; nell’Evançon e nella Grand Combin si attesta al 42%. Qui quasi un elettore su due ha scelto il Leone Rampante. L’Uv si conferma primo partito anche ad Aosta, seppur con una percentuale più contenuta, pari al 19%. Un segnale da tenere d’occhio anche in vista delle comunali di domani, martedì 30 settembre.
Il centrodestra, pur unito, non riesce a conquistare il premio di maggioranza – fermandosi al 29,42% – e non realizza il “botto” sperato, nonostante la parata di ministri, viceministri e segretari giunti in Valle nelle ultime settimane. Le aspettative erano alte per Fratelli d’Italia (10,99%) e Forza Italia (10,05%), rimasti fuori da piazza Deffeyes cinque anni fa, quando insieme si erano fermati al 5,68%. Oggi entrambi conquistano 4 eletti a testa. Forza Italia correva inoltre insieme a Renaissance Valdôtaine, che nel 2020 aveva raccolto il 4,96%. La Lega si ferma all’8,38% e conquista 3 seggi, ben lontana dal 23,91% di cinque anni fa, quando era il primo partito della regione.
Gli Autonomisti di Centro, la vera incognita di questa tornata elettorale, conquistano il 14,05%, attestandosi come seconda forza politica in Valle. Restano però terzi nella Valdigne, dietro a Uv e Fratelli d’Italia, e ad Aosta, dove Forza Italia si piazza seconda. Per loro sembra valere la regola matematica: cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia. Cinque anni fa Stella Alpina ottenne l’8,87%, Pour l’Autonomie il 6,36%, mentre Rassemblement Valdôtain non esisteva ancora: molti dei suoi attuali esponenti erano allora candidati con la Lega Vda.
Lo spezzatino della sinistra riesce a entrare nel menù di Piazza Deffeyes, ma non come portata principale. Tre seggi li conquista il Partito democratico (8,04%) e altrettanti grazie ai resti Alleanza Verdi Sinistra (6,32%). Cinque anni Pcp, uniti, ottennero sette seggi.
Restano fuori Valle d’Aosta Aperta e Valle d’Aosta Futura, ferme rispettivamente al 5,56% (circa 3.200 voti) e al 4,64% (circa 2.600 voti). Per VdA Aperta la scommessa si può considerare persa: ha scelto di correre in autonomia dopo l’uscita del Pd dal progetto Pcp, unendo alcune forze di sinistra, ma il risultato non l’ha premiata.

Una risposta
Scommetteri un centesimo di euro sulla seguente involuzione.
Il centro rifiuta il PD e l’UV si sposa con Centro e UV della Rini girapartiti.
All’on. Tajani verrà ampiamente illustrata l’assurdità del pastrocchio che offenderebbe i presupposti esistenziali di libertà di Forza Italia.