Con la Réunion il Leone torna a ruggire, ma non fa Centro

La mancata coalizione con gli Autonomisti di Centro non fa prendere all'Uv il premio di maggioranza di 21 seggi. Lo spezzatino della sinistra lascia fuori Vda Aperta. La coalizione di Centrodestra si ferma al 29%. Fa il suo ingresso per la prima volta Fratelli d'Italia. La Lega passa dall'esser nel 2020 il primo partito, al quinto oggi.
Union Valdôtaine
Politica

La Réunion ha fatto centro. Ma se fosse andata in coalizione con il Centro, avrebbe centrato anche il premio di maggioranza. Chissà se questo sarà lo scioglilingua delle prossime settimane, soprattutto dalle parti degli Autonomisti di centro, dove qualcuno ha rifiutato all’ultimo minuto di presentarsi in coalizione nella corsa per le regionali.

L’Uv raccoglie il  31,97%, il Centro 14,05% .Sommati i due risultati superano la soglia del 40% necessaria all’attribuzione di quell’agognato premio di maggioranza di 21 seggi, che ad oggi nessuno ha mai conquistato. Si devono accontentare di 18 seggi e, con ogni probabilità, dovranno andare da domani in cerca di una “stampella” per garantirsi stabilità di governo per i prossimi cinque anni.

L’Union Valdôtaine di nuovo unita torna a essere il primo partito valdostano, con 19.000 circa preferenze. Cinque anni fa l’Uv, ancora divisa, si era fermata a 10mila circa preferenze (il 15,80%), mentre Alliance Valdotaine 6000 preferenze circa (l’8,87%) e Vda Unie 5000 preferenze circa (8,14%).  Il botto di preferenze lo fa in particolare in Bassa Valle e nella Grand Combin: nella Mont Rose-Evançon, dove c’è la regina di preferenze, la sindaca di Fontainemore Speranza Girod, si avvicina al 45%, nell’Evançon e nella Grand Combin al 42%.  Qui quasi un elettore su due ha scelto il Leone Rampante. L’Uv è anche il primo partito ad Aosta, anche se la percentuale si abbassa al 19% di preferenze. Un piccolo segnale anche in vista dello scrutinio delle comunali di domani, martedì 30 settembre.

Il Centrodestra, pur unito, manca il premio di maggioranza  la coalizione si ferma al 29,42% – e non fa il “botto” sperato, nonostante la sfilata di ministri, viceministri e segretari arrivati nelle ultime settimane. L’attesa era tanta per Fratelli d’Italia (10,99%) e Forza Italia (10,05%), rimasti fuori dal Piazza Deffeyes cinque anni fa – avevano preso il 5,68% nella lista insieme –  e che oggi riescono a piazzare 4 eletti ciascuno. Il partito del compianto Silvio Berlusconi correva però insieme a Renaissance valdotaine, che cinque anni fa aveva comunque registrato un 4,96% di preferenze.
La Lega ne mette 3 con l’8,38%, ma va lontanissima dai risultati del 2020, quando era il primo partito con il 23,91%. Oggi si deve accontentare della quinta posizione.

Gli Autonomisti di Centro, il cui peso elettorale era l’incognita di questa tornata, sono il secondo partito con il 14,05%, tranne nella Valdigne dove sono terzi dopo Uv e Fratelli d’Italia e ad Aosta dove Forza Italia è seconda.
Per loro sembra valere la formula matematica: cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia.  Cinque anni fa Stella Alpina arrivava all’8,87%, Pour l’Autonomie dell'”Imperatore” Augusto Rollandin il 6,36%. Rassemblement Valdôtain non esisteva ancora, con molti dei suoi esponenti candidati nella Lega Vda.

Lo spezzatino della sinistra riesce a entrare nel menù di Piazza Deffeyes, ma non come portata principale. Tre seggi li conquista il Partito democratico (8,04%) e altrettanti grazie ai resti Alleanza Verdi Sinistra (6,32%). Cinque anni Pcp, uniti, ottennero sette seggi.

Valle d’Aosta Aperta e Valle d’Aosta Futura sono le uniche liste a rimanere fuori dal Consiglio Valle, fermandosi rispettivamente a 3200 (5,56%) circa e 2600 preferenze (4,64). La scommessa di VdA Aperta si può dire persa. Ha giocato d’anticipo abbandonando, dopo l’uscita del Pd, il progetto di Pcp e unendo alcune delle forze di sinistra, ma alle urne non è stata premiata.

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