Il balzo in avanti non è passato inosservato. Se l’Union Valdôtaine, cinque anni fa, aveva fatto segnare il 15,80 per cento dei voti, oggi l’operazione Réunion ha funzionato. E se, nel 2020, il “campione” di preferenze era stato Renzo Testolin, nel 2025 la musica non cambia.
Cambia il peso specifico: cinque anni fa il Presidente della Regione uscente – ma subentrato dopo due anni di Legislatura ad Erik Lavevaz – aveva collezionato 1.393 preferenze personali, cinque anni dopo quasi le triplica: 3.808.
La volpe e l’Uv
Al netto della riunione del Mouvement sotto lo stesso, storico, simbolo, nel 2020 l’Uv aveva eletto sette consiglieri. Diventati poi undici dopo il rientro delle “schegge” unioniste fuggite (anche sbattendo la porta) negli anni, ovvero Alliance Valdôtaine. Oggi, in piazza Deffeyes, i consiglieri regionali saranno dodici: Testolin, Speranza Girod (3.004 preferenze), Luigi Bertschy (2.413), Davide Sapinet (2.166), Giulio Grosjacques (1.662), Loredana Petey (1.634), Erik Lavevaz (1.476), Josette Borre (1.410), Laurent Viérin (1.400), Corrado Jordan (1.310), Aurelio Marguerettaz (1.278) e Michel Martinet (1.263)
Molto bene anche gli Autonomisti di centro, che – in realtà – non “esistevano in natura” come coalizione, apparsi dopo l’accordo tra Rassemblement Valdôtain (nato da una “costola” di fuoriusciti dalla Lega), Stella Alpina e Pour l’Autonomie. Oggi sono sei ad entrare in Consiglio Valle: Marco Carrel (1.869), Leonardo Lotto (1.494), Carlo Marzi (1.363), Luisa Trione (1.098), Stefano Aggravi (1.033) e Marco Viérin (1.032).
Viene da pensare che con una coalizione tra Uv e AdC avrebbe portato dritto al premio di maggioranza di 21 consiglieri. A pensarci prima, delle volte.
Tripletta di centrodestra
Se nel 2020 solo la Lega Vallée d’Aoste era entrata in Consiglio regionale con ben undici eletti, ora la questione cambia. Sei certo, il “traino” degli equilibri politici nazionali si fanno sentire.
Ad accusare il colpo più di tutti, in realtà, è proprio il “Carroccio” che piazza tre consiglieri regionali. La coalizione, però, ne elegge undici. Ma cinque anni fa l’aveva fatto la Lega da sola, che in questa tornata elegge: Andrea Manfrin (1.397), Corrado Bellora (622) e Simone Perron (552).
Fratelli d’Italia e Forza Italia, lontani allora dai lidi di governo, non avevano superato lo sbarramento fermandosi a 3.761 voti, pari al 5,68 per cento. Se FdI è rimasta ai box in attesa di tempi migliori – ed esordisce in Aula -, gli “Azzurri” sono entrati in Consiglio Valle senza passare dal voto: da zero a tre consiglieri regionali grazie al gruppo di transfughi formato da Baccega (uscito da Pour l’Autonomie), Marquis (che ha lasciato Stella Alpina) e Ganis (dopo l’elezione nelle file della Lega).
Oggi lo schema del centrodestra è un non troppo calcistico: 4-4-3. Rispettivamente FdI, FI e Lega. L’allenatrice, anche perché non si è candidata, non può che essere Emily Rini.
Fratelli d’Italia ha eletto: Massimo Lattanzi (649), Alberto Zucchi (599), Massimiliano Tuccari (451) ed Aldo Domanico (364),
Forza Italia, invece, piazza in Consiglio: Marco Sorbara (1.075), Mauro Baccega (781), Eleonora Baccini (657) e Pierluigi Marquis (591).
Il ritorno del Pd
I precedenti non lasciavano presagire il risultato uscito poi dalle urne. Perché? Semplice: cinque anni fa la sinistra ha fatto eleggere ben sette consiglieri. Tra allora ed oggi c’è un “mare” in mezzo: all’epoca il Partito democratico era nel “contenitore” del Progetto civico progressista.
Due anni prima, infatti, alle elezioni del 2018 il Pd non era riuscito a superare lo sbarramento, fermandosi a 3.436 voti, ovvero il 5,39 per cento. Oggi, i dem hanno deciso di correre da soli, inseguendo, forse, un accordo (post-elettorale) con l’Union. Ha funzionato, visti i tre eletti. Sono: Jean-Pierre Guichardaz (701), Fulvio Centoz (607) e Clotilde Forcellati (473).
“Di’ una cosa di sinistra”
La questione a sinistra è – manco a dirlo – complessa. La notizia è che Valle d’Aosta Aperta non riesce a far eleggere nessuno dei suoi. Vedremo quanto si sentirà il colpo, dato il “pasticciaccio brutto” di cinque anni fa, quando due parti che ora compongono la coalizione – Adu VdA e MoVimento 5 Stelle – erano state direttamente escluse dalla competizione elettorale. Nei fatti, dall’exploit dei quattro pentastellati eletti e del partito che allora esprimeva Daria Pulz, sono passati sette anni. Lontani dall’Aula di piazza Deffeyes.
Diversa la questione dai lidi di Alleanza Verdi Sinistra, gli eletti alle Regionali 2025 – con i resti – sono tre. Ovvero: Chiara Minelli (961), Eugenio Torrione (361) e Andrea Campotaro (343).
La questione femminile
Poco più di due anni fa, su queste colonne, scrivevamo che “Non è un Consiglio Valle per donne”, cercando di tirare le fila “storiche” dell’Assemblea (nonostante sistemi elettorali diversi). Restringendo il campo cronologico, nel 2020 le donne elette in Consiglio regionale erano state quattro, scese a tre dopo l’uscita di Nicoletta Spelgatti diventata nel frattempo senatrice. Le altre tre, uscenti, erano Raffaella Foudraz (Lega), Erika Guichardaz e Chiara Minelli (entrambe in Pcp, poi rispettivamente in VdA Aperta e in Avs).
Oggi, le elette in Consiglio Valle sono sette: Girod, Petey e Borre (Uv); Trione (AdC); Baccini (FI); Forcella (Pd) e Minelli (Avs).
I cavalli di ritorno
Degli esclusi eccellenti parliamo in un articolo a parte. Sono molti i cosiddetti “cavalli di ritorno”, a partire dagli uscenti riconfermati in Consiglio: Testolin, Bertschy, Sapinet, Grosjacques, Lavevaz, Jordan e Marguerettaz (Uv); Carrel, Marzi e Aggravi (AdC); Manfrin e Perron (Lega); Baccega e Marquis (FI); Guichardaz (Pd) e Minelli (Avs).
Ma tra i nuovi eletti non mancano le “vecchie conoscenze”, che un giro (ma non solo) in piazza Deffeyes l’hanno fatto eccome. Si tratta di Laurent Viérin (Uv); Luisa Trione e Marco Viérin (AdC); Massimo Lattanzi e Alberto Zucchi (FdI) e Marco Sorbara (oggi in FI).