“In Valle d’Aosta è esplosa una crisi abitativa silenziosa ma devastante“. A lanciare l’allarme è il Sunia, il sindacato unitario nazionale inquilini ed assegnatari, spiegando che “sempre più famiglie, giovani e lavoratori precari non riescono a trovare un alloggio dignitoso a prezzi sostenibili”.
“Gli affitti tradizionali (3+2, 4+4) crollano – spiega una nota -, mentre cresce la corsa agli affitti brevi e turistici: una scelta legittima per i proprietari, ma che svuota il mercato residenziale e alimenta una spirale di esclusione. Con canoni medi fuori portata, anche un monolocale periferico può arrivare a costare oggi oltre 600-700 euro mensili, escluse le spese. Per molti, è semplicemente impossibile”.
A ciò, “si sommano le garanzie richieste, come ad esempio contratti di lavoro a tempo indeterminato, fideiussioni bancarie e altre garanzie irraggiungibili: barriere che tagliano fuori chi più ha bisogno di una casa. Servono risposte strutturali, non palliativi”. Per il Sunia, “è chiaro: non bastano incentivi all’affitto. Serve una strategia di lungo periodo. Una possibile soluzione potrebbe essere introdurre un meccanismo di controllo che leghi il canone massimo d’affitto al valore reale dell’immobile o alla rata di mutuo teorica, evitando così abusi e speculazioni in una regione piccola e fragile come la nostra”. E conclude: “L’aumento incontrollato degli affitti brevi rischia di distruggere il tessuto sociale. È urgente aprire un confronto vero tra istituzioni, associazioni, cittadini e operatori del settore per ridare dignità e accessibilità all’abitare in Valle d’Aosta”.