Il tempo in campagna elettorale si dilata, sembra che passino mesi e mesi, i visi dei vari candidati invadono letteralmente ogni spazio della vita delle persone comuni: sui social come nella quotidianità, specialmente in una regione come la Valle d’Aosta, dove i gradi di separazione tra persone non sono mai sei. Sono sempre molti meno. Sembrava che tutto fosse terminato il 29 settembre e invece Aosta non perdona e regala ai suoi elettori, ma, più in generale, a tutti i valdostani, un glorioso ballottaggio fatto di colpi su colpi via social, via manifesti elettorali e via slogan.
Per cercare di tirare le fila di una campagna elettorale accesa e lunga, AostaSera.it ha organizzato, dopo il primo appuntamento del 24 settembre, un nuovo evento che ha messo a confronto questa volta le coppie di candidati “sopravvissute” alla prima tornata elettorale: Raffaele Rocco e Valeria Fadda (per la coalizione autonomista-popolare-democratica, composta da Rev-, Stella Alpina/Rassemblement Valdôtain, Partito Democratico/Psi/+Aosta, Pour l’Autonomie e Union Valdôtaine) e Giovanni Girardini e Sonia Furci (per la coalizione di centrodestra, formata da Lega Vallée d’Aoste, Forza Italia, La Renaissance Valdôtaine e Fratelli d’Italia). L’evento ha mantenuto le aspettative che il 24 settembre si erano già palesate: visioni e progetti diametralmente opposti per la città che si pongono, anche, in totale contrapposizione.

Un clima quasi da stadio, spesso decisamente esagerato, da parte del pubblico, ha accompagnato i candidati nel loro percorso a ostacoli tra domande incrociate da parte della redazione, repliche tra candidati e le domande dal pubblico, raccolte anticipatamente dal giornale.
Nel menù del primo blocco di domande i candidati si sono trovati a rispondere sulla situazione del quartiere Dora e del suo isolamento dal resto della città, argomento sul quale entrambe le coppie insistono per la riqualificazione della passerella e l’adattamento della stessa per le persone disabili. Tema sul quale il candidato Girardini pone l’accento, ricordando come il quartiere sia l’unico senza mercato rionale.
Dopo il quartiere Dora è il turno del disagio abitativo, tema scottante che ha visto rispondere le vicesindache e nello specifico per prima Furci che ha posto l’attenzione sull'”agire sugli affitti a prezzi calmierati e il Comune deve farsene carico, specialmente ripensando all’edilizia residenziale pubblica”. La candidata Fadda si concentrata “sull’individuazione puntuale e precisa degli appartamenti sfitti e su bandi che possano incentivare i proprietari a mettere a disposizione questi locali”.

Il dibattito si infiamma sul tema dei rifiuti, domanda posta ai candidati Sindaci che, a suon di repliche, delineano la loro visione di una raccolta differenziata che possa rendere maggiormente. Se Rocco parla di un Comune che deve partecipare al processo regionale e farsi osservatore monitorando tutto il processo, affonda invece Girardini: “La Tarip è l’inganno più grande messo in atto dall’amministrazione uscente che ci ha letteralmente ingannati per fare una differenziata ben fatta con la promessa di essere premiati, cosa che non si è verificata. Altre città hanno livelli di vendita del differenziato molto più alti dei nostri e ci piacerebbe anche sapere dove va ciò che differenziamo. La quota si può abbassare se recuperiamo dalla vendita del differenziato, ma evidentemente facciamo bene la differenziata e poi non lo mettiamo a reddito né come Comune né come Regione”.

Lo incalza quindi Rocco, secondo il quale “non si deve entrare nel solito giochetto e bisogna essere corretti perché quando si dice che in altre città la differenziata porta più soldi bisogna tenere conto di tanti fattori come i quantitativi e le difficoltà che si possono avere nel fare la differenziata, va poi ricordato che questo tema è di competenza regionale e non lo dico per scaricare le colpe, ma perché il sistema va visto sempre nella sua globalità”. Riprende quindi di nuovo la parola con una replica Girardini che precisa che “certamente è un problema regionale e non soltanto comunale, non ci prendiamo in giro, ovvio, ma che cosa aspettiamo per mettere a reddito la nostra differenziata? 50 anni? Mi spiace sostenerlo, ma l’amministrazione comunale è la fotocopia da anni di quella regionale e quindi ognuno si prenda le proprie responsabilità e non scarichiamo la patata bollente ad altri”.
Si passa quindi a un altro tassello fondamentale del futuro della città, ovvero la nota e spesso spinosa questione della movida valdostana. Se per Fadda sono le diverse parti a doversi mettere d’accordo, triangolando con il Comune e valutando insieme con commercianti e residenti un “patto per un buon vivere in una città” che, strutturalmente, non può garantire la stessa vita notturna di città marittime, una ipotesi di soluzione sarebbe quella di discutere sull’orario di fine movida potenzialmente prolungandolo per poi dislocare il post movida del centro storico. Per Sonia Furci, invece, “sicuramente il regolamento della movida è da rivedere e per metterci mano sarà importantissimo ascoltare le esigenze dei giovani e integrarli nelle nostre politiche e sarà anche importante ascoltare i residenti. Sicuramente decentrare gli eventi importanti e potenziare la rete di trasporto pubblico perché i giovani possano muoversi è da fare. Un’altra cosa importante sono i controlli e la vigilanza, perché sappiamo benissimo che a volte per le vie del centro succede l’imprevedibile ed è importante dare spazio alla sicurezza”.

E a margine del tema della movida le scintille tra i due candidati Sindaci si riaccendono, ma su un tema ben diverso, ossia il rapporto tra Comune di Aosta e Regione. Girardini sottolinea quanto “Aosta sia da sempre la figlia della serva nei confronti della Regione” e debba solo subire le scelte senza mai “potersi esprimere su nulla, non abbiamo mai potuto dire nulla sui trasporti, sull’ospedale e via dicendo”. Lo riprende Rocco, che chiede di smetterla di “dire che oggi non è stato fatto questo e non è stato fatto quello, pensiamo al domani, ci sono due candidati Sindaci e, chiunque esso sia eletto, dovrà sedersi e parlare con la Regione tenendo presente che esiste un sistema di competenze, ci sono competenze comunali e competenze regionali e ovviamente il Comune deve far presente le proprie esigenze ma le competenze, e quindi le responsabilità, stanno in capo a chi le ha”.
È poi l’Aosta Pride a fare il suo ingresso in scena, tra i mormorii della platea che non risparmia niente, nemmeno i temi dei diritti civili che, in teoria, dovrebbero essere trasversali. Prende la parola Girardini che annuncia di non andare al Pride, perché non c’è mai andato e non ritiene che sia un “modo corretto di manifestare la propria omosessualità, anche se non ho nulla contro il Pride perché sono per la libertà dei figli di Dio quindi ognuno fa quello che ritiene più opportuno. Per quanto riguarda il partecipare alla settimana Pride se ci sono convegni e incontri che sicuramente mi interessano e mi toccano da vicino, anche personalmente, certo che vado. Sul sostegno economico prima si guardano i programmi, non si dà il sostegno economico ad muzzum, non do per scontato che ci sia un programma. Non ho mai visto finanziare una manifestazione della Fiom per i diritti dei lavoratori prima di tutto, se uno vuole manifestare per i propri diritti manifesta e lo paga, poi se ci sono delle iniziative su tematiche assolutamente trasversali, come bullismo o accettazione della diversità, ci mancherebbe altro non si possa dare una mano anche economicamente. Io lo dico qui chiaramente non sono d’accordo a finanziare il Gay Pride per pagare gli attori o le persone come l’onorevole Vladimir Luxuria perché venga qua”.

Il boato dei sostenitori girardiniani chiude l’intervento a cui replica immediatamente la vicesindaca Fadda: “Tengo solo a precisare una cosa, perché non mi piace quando si danno le informazioni errate. Il comitato Pride ha presentato tutti gli anni un programma con eventi culturali di ogni genere, il finanziamento del Comune è sempre e solo stato dato direttamente agli eventi e mai è stato dato per la parata. E tengo a dire che la parata, in tutte le città italiane ed europee, è fatta esclusivamente per cercare di chiedere dei diritti che dovrebbero essere di tutti e che sono temi trasversali, né di destra né di sinistra”.
I fischi della platea dopo la replica di Fadda tradiscono un certo senso di opposizione che i due candidati del centrodestra non portano avanti, ma che la base esplicita in maniera abbastanza chiara. Rocco ribadisce un concetto: “Siamo chiamati a governare Aosta e dovremo farlo nel bene e nell’interesse di questa. Come si fa a valutare il bene di una città? Ci si rifà a dei principi e a degli ideali che governano la nostra città, la nostra comunità e la nostra nazione. Ora, la lotta a tutte le discriminazioni è un diritto per tutti, quindi le iniziative che possano sensibilizzare la popolazione sono da valutare sempre dall’amministrazione. Il Comune finanzia delle attività culturali, quindi mettiamoci in testa che non privilegia chicchessia, ma agisce”. Ed è qui che la platea si scalda e arrivano i fischi ai quali Rocco risponde direttamente: “In questo momento in Italia stiamo assistendo al privilegio di alcuni da parte del governo nazionale che penso sia costituito dai movimenti che in questo momento stanno urlando in questa sala“.

Replica nuovamente Girardini che chiede di fare un ragionamento più ampio rispetto al finanziamento della Pride Week: “Secondo voi un gay come me può parlare della non accettazione? Ma siete fuori di testa? Dovete smetterla di strumentalizzare questo concetto“. Ancora una volta replica Fadda: “Dico solo una frase di dieci secondi: il punto non è se si è accettati o meno, ma che i diritti sono trasversali e non si può lottare solo dal punto di vista del proprio privilegio“.
Si susseguono poi altri temi come la gestione di Plus (l’ex Cittadella dei giovani, ndr.), i dehors degli esercizi commerciali, ma anche il verde urbano, le frazioni collinari, la destinazione d’uso del Puchoz, i servizi per gli anziani e la parità di genere. I due “poli” sono assolutamente distinti e non c’è dubbio che domenica Aosta deciderà che strada prendere, scegliendo tra due visioni e due modi di operare davvero opposti.
I temi sono caldi, i candidati e le candidate non si risparmiano, ma purtroppo lo spettacolo più impietoso sono le tifoserie che troppo spesso durante la serata impediscono di focalizzare il punto della serata, ovvero il dibattito, trasformando tutto in questione di tifo, di chi urla di più, polarizzando i temi e fagocitando le questioni.
Alcuni scatti della serata nelle foto di Roberto Roux
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