Via libera alla nuova maturità, in Valle possibili adeguamenti sul numero di commissari

Fino ad oggi il commissario di francese era in sostituzione di uno dei 6 previsti a livello nazionale. Con la riduzione a 4 componenti bisognerà valutare cosa fare.
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Scuola

Commissioni più ristrette, quattro materie all’orale e una certezza: chi deciderà volontariamente di fare scena muta sarà bocciato. La nuova maturità – che smette di chiamarsi “esame di Stato” per tornare alle origini – è diventata legge. Dopo il via libera del Senato, lo scorso 15 ottobre, il decreto che contiene le misure urgenti per la sua riforma ha ottenuto martedì 28 ottobre l’approvazione della Camera.

Se nulla cambia per lo scritto – sono sempre due le prove previste, tre per gli studenti valdostani considerando il francese – diverso sarà il colloquio orale che ruoterà attorno a quattro materie (per la Valle ci sarà in più il francese) individuate da un decreto ministeriale ogni anno a gennaio. La prova prenderà in considerazione anche l’educazione civica, le attività extrascolastiche e di formazione scuola-lavoro, ma – se si deciderà di fare scena muta, come successo in alcune regioni italiane (non in Valle) durante gli ultimi esami – si verrà bocciati. Anche il cinque in condotta potrà comportare la bocciatura. Con il sei è, invece, prevista una prova di cittadinanza attiva.

Tra le novità, c’è anche la riduzione del numero degli insegnanti che faranno parte delle commissioni d’esame: si passa tra 6 a 4 commissari (due esterni alla scuola e due interni) a cui si aggiunge il presidente della commissione. Per la piccola regione autonoma, in cui l’italiano e il francese si equivalgono anche alla maturità, è proprio questa la modifica più importante: “Attualmente il membro di francese che era presente agli esami di Stato era in sostituzione di uno dei sei previsti a livello nazionale, ora rimanendo solo in quattro bisognerà valutare cosa fare – dice la sovrintendente agli Studi, Marina Fey -. Sentiremo gli uffici ministeriali competenti con cui abbiamo già avuto dei primi contatti informali e a breve, quando ci sarà il nuovo governo regionale, si deciderà cosa fare”.

Per la sovrintendente, il ritorno al nome maturità “è interessante perché implica che ci sia una riflessione globale sul percorso dello studente, non solo legata alle discipline scolastiche ma anche ad esperienze personali”. E aggiunge: “Il fatto di tornare ad avere solo quattro discipline all’orale, com’era un tempo, ha dei pro e dei contro: c’è la possibilità di approfondire alcune materie probabilmente d’indirizzo ma dall’altra manca un po’ la coerenza sui contenuti e tutti i temi svolti durante l’anno. Aspettiamo di leggere più nel dettaglio le indicazioni quando ci sarà l’ordinanza del ministero”.

Oltre alla nuova maturità, il decreto a contiene anche delle agevolazioni per chi decide di cambiare indirizzo nei primi due anni delle scuole superiori. Non sarà, infatti, più necessario sostenere l’esame integrativo. Da sperimentazione, entra a pieno titolo nell’offerta formativa scolastica la filiera tecnologico-professionale del 4+2. Lo studente potrà conseguire un diploma di quattro anni e proseguire il percorso negli Its Academy, stabilendo un rapporto già stretto con le imprese. L’attivazione dei percorsi in Valle “sarà da valutare insieme al dipartimento Politiche del Lavoro e della Formazione e al territorio perché significa costruire una filiera e, tenendo conto dei nostri piccoli numeri, non possiamo partire con percorsi 4+2 in ogni ambito”, aggiunge Fey.

La riforma sancisce anche il cambio di nome dei Pcto – i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento – che diventano formazione scuola e lavoro è dà il via libera ai 240 milioni per il rinnovo del contratto della scuola. Previste anche regole più stringenti per le gite scolastiche.

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