Dopo anni di bilanci in attivo, i conti non tornano all’Azienda Usl della Valle d’Aosta. Nel 2024 l’Usl ha chiuso il documento economico con un disavanzo di 1,8 milioni di euro, mentre per il 2025 si prevede un ritorno al pareggio. Ma l’allarme vero riguarda il 2026: le previsioni indicano un buco da 24,7 milioni di euro, spingendo il Collegio dei Revisori a esprimere un parere negativo sul bilancio preventivo.
“Nel 2024 abbiamo avuto un disavanzo tecnico – spiega il direttore generale Massimo Uberti – dovuto all’accantonamento di fondi per i nuovi contratti deciso dallo Stato, che ora la Regione ripianerà. Per il 2025, invece, ci aspettiamo di chiudere in pareggio”.
Per il 2026, Uberti parla di “disequilibrio provvisorio”: il bilancio preventivo, redatto entro il 15 novembre come previsto, si basa solo sui finanziamenti certi, ovvero quelli storici. “Questo bilancio preventivo è un bilancio tecnico/provvisorio. Ciò in quanto gli stanziamenti regionali definitivi saranno noti solo dopo l’approvazione dell’intero bilancio regionale, i cui tempi sono successivi (per effetto di diverse normative) a quelli per la stesura del bilancio preventivo Ausl. Ciò implica che il bilancio preventivo dovrà esser rivisto successivamente allo stanziamento definitivo regionale. Tale elemento è particolarmente evidente quest’anno in quanto, in ottemperanza alle indicazioni regionali, negli ultimi anni si è operato per utilizzare tutti i residui di stanziamenti non utilizzati negli anni precedenti. Tale doverosa azione di “pulizia” ed utilizzo di poste finanziarie immobilizzate è esaurita. A ciò si aggiunge il costante aumento dei costi necessari per garantire le prestazioni previste dai livelli di assistenza, secondo un trend evidente anche a livello nazionale (personale per rinnovi contrattuali, farmaci e dispositivi sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo ecc.). Per il prossimo anno quindi vi è la necessità di rivalutare l’ammontare del finanziamento per la spesa corrente, valutazione che potrà essere fatta dalla Regione solo con l’approvazione del nuovo bilancio regionale”.
Una delle voci riguarda il rinnovo del contratto nazionale del comparto sanitario: solo per il 2026 l’onere è stimato in 4,8 milioni di euro. A ciò si aggiunge l’impatto delle nuove Case di Comunità, che porteranno spese aggiuntive non ancora del tutto quantificate.
Il Collegio dei Revisori ha riconosciuto il rispetto dei tetti di spesa, ma ha ribadito che il bilancio 2026 non rispetta i principi di equilibrio economico-finanziario. “Il disequilibrio strutturale è evidente”, scrive nel suo parere, sottolineando le difficoltà a garantire la sostenibilità dei conti senza un incremento dei trasferimenti.
L’Usl ha formalmente chiesto un aumento del finanziamento regionale, anche per non compromettere i Livelli Essenziali di Assistenza. “La Regione ne è a conoscenza – afferma Uberti – ma la rivalutazione potrà avvenire solo dopo l’approvazione del bilancio regionale, con l’approvazione della prima variazione di bilancio, nei primi mesi del 2026. Intanto, dobbiamo attenerci ai numeri storici, ed è per questo che si manifesta un disavanzo. Ma si tratta di una stima, non abbiamo speso ancora un euro di quel bilancio”.

Altro elemento critico è la fine del finanziamento Pnrr per l’assistenza domiciliare integrata (ADI). “Negli ultimi tre anni abbiamo ricevuto fondi vincolati che ci hanno permesso di aumentare l’assistenza domiciliare in modo enorme: l’abbiamo decuplicata, più del 1000%. Dal prossimo anno questi fondi cessano” ricorda Uberti. “Se vogliamo mantenere quel livello di servizio, serve un finanziamento corrente aggiuntivo”.
Uberti non si dice preoccupato per il parere negativo del Collegio: “Il Collegio non può approvare un bilancio preventivo in disavanzo: è ovvio. È la prima volta che accade qui, ma è la norma in tutte le altre Regioni. Il problema nasce da un’operazione virtuosa: abbiamo utilizzato fondi immobilizzati che erano inutilizzati da anni. Ora bisogna riportare il finanziamento corrente ai livelli necessari per sostenere la sanità. Il disavanzo è provvisorio. Se fossimo a metà del prossimo anno con quel disavanzo ancora aperto, allora sì che sarebbe un problema. Ma ora è una stima. La Regione è consapevole di tutto questo e sta rivedendo il bilancio. Quando avremo il finanziamento definitivo, rifaremo il preventivo e definiremo quali nuove attività e potenziamenti potremo attivare”.
Il piano di investimenti prevede per il triennio 2026-2028 un finanziamento annuo di 6,65 milioni di euro, destinato a manutenzioni, tecnologie e sistemi informativi. Tuttavia, il fabbisogno stimato solo per il 2026 è di 7,8 milioni. Inoltre, il 59% delle apparecchiature elettromedicali ha oltre dieci anni di esercizio.
Il Collegio dei Revisori ha invitato l’Azienda a monitorare con attenzione tutte le voci di costo e a sollecitare un adeguamento dei fondi. Il messaggio è chiaro: senza interventi regionali, l’Usl non potrà garantire i servizi essenziali alla popolazione.
