La Caritas valdostana invita a un Avvento di solidarietà

La Caritas della Diocesi di Aosta ha lanciato una raccolta di offerte aperta dal 30 novembre al 24 dicembre, per sostenere le persone in difficoltà e riscoprire il senso di solidarietà del Natale.
Avvento di solidarietà
Società

Sostenere i bisogni primari delle persone in difficoltà, da un lato, e, dall’altro, riscoprire il senso del Natale attraverso un gesto di carità. Questi i due obiettivi all’origine della raccolta natalizia delle offerte per un ‘Avvento di solidarietà’, proposta anche quest’anno dalla Caritas della Diocesi di Aosta. Da domenica 30 novembre a mercoledì 24 dicembre, chiunque lo volesse può fornire un aiuto molto concreto per venire incontro a emergenze che, sebbene a volte poco visibili, sono presenti e diffuse sul territorio valdostano. 

Monsignor Anfossi, don Aldo Armellin e Andrea Gatto

A illustrare gli obiettivi della raccolta è il direttore della Caritas Andrea Gatto: “Da un lato, si intende sostenere i servizi di base per il soddisfacimento dei bisogni primari delle persone in grave marginalità”. Bastano, così, € 5,00 per offrire un pasto alla mensa Tavola Amica, e € 25,00 per un pernottamento di una notte presso il dormitorio, cena e prima colazione; o ancora, con € 50,00 si può contribuire al sostegno di una famiglia nel pagamento delle spese di riscaldamento della propria abitazione. Il secondo obiettivo, invece, si rivolge all’intera collettività: “L’invito per tutti è quello di riscoprire il senso del Natale, che altrimenti rischia di diventare una festa esclusivamente legata ai colori, alle luci e ai regali. Tutte cose giuste, ma questa festa cristiana è anche un richiamo a vivere un momento di solidarietà: anche ad Aosta ci sono persone che dormono per strada o che hanno bisogno di mangiare in mensa. Allora, il Natale può essere anche un invito un po’ provocatorio rivolto a ciascuno di noi”.

Avvento di solidarietà
Avvento di solidarietà

Un invito i cui risultati si potranno verificare solo tra qualche giorno, al termine della raccolta delle offerte, che si possono lasciare in una busta in parrocchia, portare direttamente alla Caritas in Via Hotel des Etats 13 ad Aosta, oppure donare tramite un bonifico a Fondazione Opere Caritas onlus (IBAN: T11M0326801200053878145160). “Per ora sta andando bene, ma non sono che sensazioni: solo alla fine potremo avere chiarezza dei risultati, perché le parrocchie ci inviano le offerte al termine del periodo di raccolta. In sede, però, stanno venendo molte persone e mi sembra ci siano interesse e attenzione”. 

La speranza è quella di eguagliare o, meglio ancora, di superare i risultati della passata edizione. “È il secondo anno che proponiamo la raccolta e lo scorso Natale siamo arrivati a circa 20 000 euro. È stato un ottimo risultato, anche perché, a parte qualche offerta più grande, la maggior parte era costituita da piccoli contributi, come l’offerta di uno o due pasti in mensa. È bello perché vuol dire che tante persone hanno raccolto questa proposta e colto l’invito a riscoprire il senso del Natale”. Gatto racconta, ad esempio, di gruppi di catechismo o classi di scuola che raccolgono pochi spiccioli per arrivare a fare una piccola offerta collettiva. “È un bel risultato perché significa coinvolgere anche le famiglie e quindi offrire la possibilità di parlare a casa di questi temi, facendo capire ai più piccoli che anche ad Aosta esiste la povertà”. 

Tavola Amica Caritas
Tavola Amica Caritas

Una povertà che, dalla prospettiva della Caritas, non accenna a calare, ma, semmai, a crescere. “L’utilizzo di alcuni servizi, come la mensa oppure il centro di ascolto, è abbastanza stabile rispetto agli anni scorsi. Il problema enorme è quello della casa. Penso che interessi ormai tutti i ceti sociali e le generazioni: non riguarda solo la mancanza di posti sufficienti nel dormitorio, ma anche la difficoltà di pagare l’affitto da parte di chi ha un reddito”. L’emergenza è costituita, insomma, dai cosiddetti working poor, ovvero i lavoratori poveri. “Il problema è che oggi avere un lavoro non è più una garanzia di essere fuori dalla povertà. Qualche anno fa il nostro impegno era spesso quello di aiutare le persone a raggiungere un lavoro, ad esempio aiutando chi è straniero a imparare l’italiano, oppure le persone disoccupate a prendere una qualifica o la patente. Adesso invece ottenere un lavoro non è sempre una garanzia di essere fuori dalla povertà e questo è molto preoccupante”. 

Dei segnali positivi arrivano, però, dalla Diocesi e dalla Regione. Da un lato, attraverso la Casa della Carità, la cui inaugurazione è auspicata per l’anno a venire. La struttura accoglierà diversi servizi della Caritas, tra cui la mensa e il centro di ascolto, con l’obiettivo di dedicare spazi più ampi e decorosi a chi è in difficoltà. “Per noi è un segnale importante il fatto che si è scelto di ristrutturare un edificio come l’ex prevostura della cattedrale, che è al centro della vita della città e della Chiesa valdostana”, commenta Gatto. “È quindi un intervento concreto ma anche simbolico, che ricorda come al centro della Chiesa ci sia l’attenzione per chi è in difficoltà”. 

Il cantiere della Casa della carità
Il cantiere della Casa della carità

Oltre alla Casa della Carità, secondo Gatto un altro passo in avanti arriva con il Piano di contrasto alla povertà da 9,3 milioni complessivi, approvato dalla Giunta regionale nello scorso novembre. “Rispetto ad anni fa, stiamo facendo molti passi avanti e questo è sicuramente uno strumento su cui costruire progetti e iniziative. È il frutto di un percorso congiunto tra l’ente pubblico e il terzo settore, che è stato coinvolto in senso ampio, dalle associazioni di volontariato alle parrocchie. Mi sembra che sia uno sforzo importante, che fotografa tante questioni su cui dobbiamo certamente ancora migliorare”. 

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