Ha fatto discutere molto la posizione di Luis Durnwalder, presidente della provincia autonoma di Bolzano, sull’Unità d’Italia. Il suo “no” ad un’adesione sudtirolese alle celebrazioni hanno scatenato molte polemiche: “Noi ci sentiamo una minoranza austriaca e non siamo stati noi a scegliere di far parte dell’Italia”, ha detto recentemente l’esponente politico della Svp che fu, tra l’altro, ospite in Valle nel 2005 in occasione della festa dell’autonomia e dello Statuto durante la presidenza di Carlo Perrin.
Una posizione non condivisa pienamente dall’Union Valdôtaine, anche se chez nous i cuori non scalpitano certo per ricordare gli eroi del risorgimento. “Non ci sottraiamo alle celebrazioni ufficiali, la nostra posizione sulle celebrazioni dell’Unità d’Italia è di rispetto ma tiepida. La nostra vera festa è il 26 febbraio” dice il presidente Uv Ego Perron, che del tema ha discusso nel Comité executif di ieri, riferendosi alla promulgazione dello Statuto speciale e all’entrata in vigore dei decreti luogotenenziali. Insomma, c’è “rispetto per l’occasione”, ma “questa non è una festa che sentiamo profondamente nostra”. I regionalisti più convinti non rimpiangono più la mancata appartenenza alla Francia, anche se, dice Perron, “in occasione del centenario l’atteggiamento era stato ancora più freddo: cinquant’anni fa erano più vive le posizioni annessionistiche”. “Col senno di poi – continua Perron – l’adesione all’Italia è stata positiva rispetto all’eventualità di diventare un département francese”.
Per quanto riguarda la polemica nata attorno la proclamazione di un giorno di festa nazionale per il 17 marzo, Perron aggiunge: “Se arriveranno posizioni chiare noi aderiremo senza ostacolare. Assistiamo, però, a un dibattito che ci interessa poco, la politica deve occuparsi di problemi più gravi”.