Unità d’Italia, resta fredda la posizione dell’Uv. Perron: “La nostra festa è l’Autonomia”

Il Comité executif del movimento ha discusso il tema ieri, lunedì 14 febbraio. “Non ci sottraiamo alle celebrazioni ufficiali. La nostra posizione sulle celebrazioni è di rispetto, ma tiepida”.
Giorgio Napolitano - Presidente della Repubblica
Politica

Ha fatto discutere molto la posizione di Luis Durnwalder, presidente della provincia autonoma di Bolzano, sull’Unità d’Italia. Il suo “no” ad un’adesione sudtirolese alle celebrazioni hanno scatenato molte polemiche: “Noi ci sentiamo una minoranza austriaca e non siamo stati noi a scegliere di far parte dell’Italia”, ha detto recentemente l’esponente politico della Svp che fu, tra l’altro, ospite in Valle nel 2005 in occasione della festa dell’autonomia e dello Statuto durante la presidenza di Carlo Perrin.

Una posizione non condivisa pienamente dall’Union Valdôtaine, anche se chez nous i cuori non scalpitano certo per ricordare gli eroi del risorgimento. “Non ci sottraiamo alle celebrazioni ufficiali, la nostra posizione sulle celebrazioni dell’Unità d’Italia è di rispetto ma tiepida. La nostra vera festa è il 26 febbraio” dice il presidente Uv Ego Perron, che del tema ha discusso nel Comité executif di ieri, riferendosi alla promulgazione dello Statuto speciale e all’entrata in vigore dei decreti luogotenenziali. Insomma, c’è “rispetto per l’occasione”, ma “questa non è una festa che sentiamo profondamente nostra”. I regionalisti più convinti non rimpiangono più la mancata appartenenza alla Francia, anche se, dice Perron, “in occasione del centenario l’atteggiamento era stato ancora più freddo: cinquant’anni fa erano più vive le posizioni annessionistiche”. “Col senno di poi – continua Perron – l’adesione all’Italia è stata positiva rispetto all’eventualità di diventare un département francese”.

Per quanto riguarda la polemica nata attorno la proclamazione di un giorno di festa nazionale per il 17 marzo, Perron aggiunge: “Se arriveranno posizioni chiare noi aderiremo senza ostacolare. Assistiamo, però, a un dibattito che ci interessa poco, la politica deve occuparsi di problemi più gravi”.

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