Centrale di Chavonne, la Cva è disponibile a ripensare il progetto

E’ quanto emerge da un comunicato stampa diffuso oggi, giovedì 24 febbraio, dalla spa guidata da Riccardo Trisoldi. Rimangono però diversi punti interrogativi che toccherà a Cva rispondere. Soprattutto per una questione economica.
Da sinistra Paolo Giachino e Riccardo Trisoldi
Economia

La Compagna valdostana delle acque è disponibile a rivedere il progetto di potenziamento della centrale elettrica di Chavonne. E’ quanto emerge da un comunicato stampa diffuso oggi, giovedì 24 febbraio, dalla spa guidata da Riccardo Trisoldi: “Cva, a questo stato dei fatti, rivaluterà il progetto alla luce delle indicazioni che perverranno in sede di procedura di valutazione ambientale, verificherà che alle dichiarazioni di disponibilità faccia seguito una reale volontà di trovare punti di accordo e controllerà pragmaticamente se tutte le richieste formulate renderanno ancora economicamente conveniente l’iniziativa”. Insomma, non si cerca lo scontro, ma si vuole il dialogo. Rimangono però diversi punti interrogativi che toccherà a Cva rispondere. Soprattutto per una questione economica.

 

L’amarezza per un confronto mancato

Nel comunicato di Cva emerge chiaramente che il confronto non sempre è andato come i vertici si aspettavano e soprattutto è stato troppo “mediato” dai mezzi di informazione:  “Invece che nell’ambito del confronto tecnico offerto ai Comuni – si legge nella nota – CVA ha appreso le osservazioni degli stessi tramite gli organi d’informazione locali rilevando che, alcune delle richieste di variazione riportate dalla stampa, modificano significativamente il progetto iniziale.

E in effetti le criticità del progetto erano state segnalate da Legambiente, dal Parco nazionale del Gran Paradiso e da diversi cittadini dei quattro comuni interessati.

 

Disponibili a rivedere il progetto, ma a una condizione

“La speranza è che tutto questo non porti all’impossibilità di realizzare il progetto con conseguenti  minori canoni di concessioni per il Bacino Imbrifero della Valle d’Aosta e quindi anche per i Comuni”. Insomma, la Compagnia valdostana delle acque mette le mani avanti e fa intravvedere il rischio di minori introiti anche per le comunità locali: CVA ha versato complessivamente al BIM nel 2010 oltre 20 milioni di euro. Rivedere il progetto potrebbe comportare anche minori utili per CVA e, in un’ottica di federalismo fiscale, anche minor riparto fiscale per la Regione. E dal punto di vista ambientale, dice la compagnia idroelettrica, la mancata realizzazione del rifacimento dell’impianto idroelettrico di Chavonne e la perdita del relativo aumento di produzione idroelettrica, non consentirebbe di evitare l’emissione in atmosfera di circa 125.000 tonnellate di CO2.

 

Il progetto di potenziamento

Lo studio prevede la realizzazione di circa 20 km di gallerie e di un bacino accumulo d’acqua di circa 130.000 m3 previsto in Loc. Cretaz, nel Comune di Cogne. Oggi, l’impianto (che risale agli anni 20) produce 141 milioni di kilowattora, dopo i lavori ne produrrà 229 milioni. L’opera più impattante sarà la costruzione di una diga a Crétaz, a Cogne. Lo sbarramento sarà alto 14,5 metri e lungo 42, la capienza è di 127 mila metri cubi d’acqua. La centrale usa le acque della Grand Eyvia e del Savara, nel primo caso sarà costruita la diga, nel secondo una presa. Anche l’edificio di Chavonne sarà ampliato, con un esborso di 5,8 milioni di euro.

A fronte di 192 milioni di investimenti nelle casse della Cva entreranno 55 milioni di euro l’anno, per 15 anni.

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