Scienze Politiche, ad Aosta 44 laureati in 32 mesi

Sono questi i risultati della prima indagine statistica condotta dalla Facoltà sul primo quinquennio di attività. Dei 39 intervistati, 25 (64%) lavorano e tra di loro 9 (23%) oltre a lavorare continuano gli studi e altrettanti si specializzano.
Carmine Garzia, Michele Vellano, Michele Antonio Fino
Economia, Società

E’ tempo di bilanci per la Facoltà di Scienze politiche e delle Relazioni internazionali dell’Università della Valle d’Aosta. A cinque anni dall’apertura dei corsi, sono stati presentati oggi i dati di un’indagine statistica condotta dal ricercatore Carmine Garzia con l’aiuto di studenti e laureati.

I risultati? Dal 2008 a oggi, considerando la decorrenza del triennio di studio dei primi laureati, 44 persone hanno ottenuto il sudato riconoscimento. Delle 39 persone intervistate telefonicamente, 25 (64%) lavorano e tra di loro 9 (23%) oltre a lavorare continuano gli studi e altrettanti si specializzano. Infine due laureati (5%) non cercano lavoro né proseguono gli studi perché pensionati, mentre solo tre (7%) risultano attualmente alla ricerca di lavoro e non intenzionati a proseguire gli studi.

“Sono cifre che vanno a sfatare il luogo comune secondo il quale i laureati in Scienze Politiche faticano a trovare lavoro”, ha commentato il vice Preside di Facoltà, Michele Antonio Fino, aggiungendo che “il tempo massimo entro il quale tutti i laureati di Aosta hanno trovato lavoro è di soli due mesi”.

Il Preside Michele Vellano ha poi voluto sottolineare come il quadro demografico che essi compongono sia straordinariamente ricco, “a testimonianza di un’offerta didattica e culturale che ha saputo interessare ampi e diversi strati della popolazione”. Offerta che sarà arricchita, a partire dal prossimo anno, con due nuovi moduli dedicati al Medio Oriente e alla Cina, “per essere sempre al passo con l’attualità”.

Sembra essere tutto pronto anche per l’attivazione della laurea specialistica. “La Facoltà ha completato la fase istruttoria – ha concluso Fino – ora la decisione spetta al Consiglio dell’Università, che dovrà le valutazioni strategiche ed economiche del caso”.

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