Al Noir in Festival si rivivrà “l’Apocalisse del Monte Bianco”

Grazie al Centro Studi Alessandro Milano di Courmayeur, sabato 9 dicembre, nel corso dell’incontro “Vedo nero. Un’apocalisse ci salverà?”, si potrà rivivere questa pagina “storica” della vita del pese all’ombra del Bianco.
Cultura, Società

“E’ stata profetizzata. La fine del mondo arriverà alle 13.45 del 14 luglio 1960. Un ordigno nucleare al mercurio esploderà, provocando terremoti, maremoti e devastazioni. Solo in pochi si salveranno: dodicimila “eletti” – cinquemila in Tibet, ma soprattutto settemila adepti rifugiati sul Pavillon, al Mont Fréty del Monte Bianco – a fronte di dodici milioni di poveri individui "radioattivizzati" cioè poveri soggetti incosapepevoli, non coscienti, sparsi sul pianeta. Ai superstiti, guidati dal capo spirituale della “Comunità del Massiccio Bianco”, Fratello Emman spetterà il compito di ricostruire il futuro di un’umanità più pia e più giusta, perché immune da passioni e destinata all’immortalità”.

No, non si tratta del trailer dell’ultimo film girato dal catastrofista per eccellenza, Roland Emmerich, ma dell’incredibile (ma vera) storia di una profezia che all’alba degli anni 60 fece molto discutere l’opinione pubblica.

Quella de “L’Arca del Monte Bianco”, come spesso è ricordata questa vicenda, è una delle più “simpatiche” tra le Apocalissi annunciate e mai avverate che all’epoca attirò su Courmayeur una notevole attenzione mediatica nazionale ed internazionale, tanto che in paese cominciò a circolare la voce (o se si vuole l’accusa) che si trattasse in realtà di un’ingegnosa trovata pubblicitaria messa in piedi dall’allora presidente dell’Azienda turistica, Piero Peraldo.

Grazie al Centro Studi Alessandro Milano di Courmayeur, sabato 9 dicembre, nel corso dell’incontro “Vedo nero. Un’apocalisse ci salverà?”, fiore all’occhiello del programma della XXI° edizione del Noir in Festival, si potrà rivivere questa pagina “storica” della vita della località all’ombra del Bianco.

“Il finimondo di Courmayeur, degno della penna di Dino Buzzati e di una riuscita commedia all’italiana – ha commentato il Direttore del Festival, Giorgio Gosetti – ci aiuta a sorridere e a collocare anche l’attualità, e le difficoltà che la società sta attraversando, in una giusta prospettiva”.

SPOILER
Cosa accadde il 14 luglio 1960? Chiaramente niente, né ai piedi del Monte Bianco né altrove. “Ringrazio Iddio per l’errore – dichiarò alla stampa il profeta Fratello Emman (al secolo il pediatra milanese Elia Bianca) – tutti posso sbagliare”.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte