Il PD riunito in assemblea si prepara per le regionali

Presentato nel pomeriggio di sabato il documento "la Valle d'Aosta di domani" che sarà la base su cui discutere per eventuali alleanze alle prossime elezioni amministrative. In mattinata, le modifiche allo statuto e la relazione del segretario Donzel.
Politica

La prima novità emersa dal congresso del Partito Democratico valdostano, che si è svolto ieri a Champdepraz, è di natura linguistica/onomastica. Secondo statuto infatti, che è stato modificato per l’occasione, nelle riunioni in sezione e negli atti del partito si potrà usare la lingua francese e il dialetto patois, a patto che tutti capiscano. Anche nel simbolo del partito, al nome in italiano sarà accostata la traduzione "Parti Democratique de la Vallée d’Aoste", per quanto l’acronimo in lingua transalpina non dia risultati felicissimi.

Al di là di altre piccole modifiche statutarie e documenti di impegno ad uso interno al partito, presentati nella mattinata, il lavoro del congresso si è concentrato soprattutto sulla necessità di prepararsi alle prossime elezioni regionali. Già sul fondo della sua relazione, il segretario Raimondo Donzel invita a "aggregarsi sui contenuti e lavorare assieme perché in Valle cambi profondamente la linea di condotta politica". Frase che anticipa la presentazione, nel pomeriggio, di un documento diviso in dieci grandi punti programmatici e sottoposto agli altri rappresentanti del centrosinistra, invitati per l’occasione.

Le proposte sono state discusse per la prima volta, superficialmente, durante una "tavola rotonda" nel tardo pomeriggio. Gli argomenti vanno dal lavoro, alla partecipazione politica nella nostra regione, poi c’è un punto sugli enti locali, uno sul welfare e una proposta schematica di riforma istituzionale dell’amministrazione regionale. Infine c’è spazio anche per l’ambiente, infrastrutture, istruzione, autonomia e sviluppo economico.

Su quest’ultimo tema Donzel sottolinea la necessità "di far capire agli imprenditori che la strada per concorrere e competere è quella delle regole certe". Cultura, quella delle regole, che mancherebbe alla maggioranza di governo: "per la costruzione di rifugi in montagna – afferma Donzel – non esiste un piano regolatore, per cui un privato per poterne aprire uno deve rivolgersi ad una commissione, presieduta direttamente dal presidente della Giunta Augusto Rollandin".
 

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