L’importante è che se ne parli. Devono aver pensato così i proprietari e i progettisti della casa per vacanze pensata dallo studio Albori di Milano e realizzata a Vens, una frazione di Saint-Nicolas, da Echo-d, impresa valdostana specializzata in edilizia sostenibile. E in parte ci sono già riusciti perchè la costruzione, sicuramente eccentrica per forma e materiali utilizzati, è finita, nel mese di dicembre scorso, su Domus, una delle più prestigiose riviste di architettura italiane, che l’ha recensita accanto ad esempi di ambientazioni giapponesi e sperimentazioni portoghesi.
Obbrobrio o capolavoro? Non sta a noi dipanare il dubbio e rispondere all’interrogativo. La piccola costruzione colpisce perché sovverte l’idea classica di seconda casa: si sviluppa in altezza e non rispetta gli stilemi classici delle costruzioni di montagna che contemplano il rivestimento in pietra e legno, meglio se invecchiato.
La struttura è in legno ed è rivestita in spesse tavole di larice tagliate al grezzo che, a sentire i progettisti, "lasciano apprezzare il calore naturale e la vena del larice locale". La facciata sud è invece occupata da un’ampia vetrata con in bella vista l’ossatura in legno del telaio strutturale e il tetto di pannelli fotovoltaici.
I punti di forza della costruzione? L’uso di materiali locali, l’essenzialità della struttura, la sostenibilità e il basso consumo energetico. Chi ha costruito l’edificio si è dato, infatti, un preciso programma: produrre più energia di quanto consumi sfruttando le risorse locali. Legna e sole non forniscono solo travi e luce ma anche energia elettrica, calore radiante e combustibile per la stufa. Per questo motivo il progetto è stato finanziato dall’Amministrazione Regionale come “dimostrativo”.
La facciata vetrata monta un elemento tecnologico particolare in grado di accumulare il calore del sole di giorno per restituirlo di notte. L’inverno in corso genererà per gli inquilini una “bolletta energetica” pari ad una catasta di un metro cubo di legna.