La conferenza dei capigruppo ha rigettato ieri l’istanza presentata da Leonardo Tamone che chiedeva di prendere visione degli atti depositati, dall’ex assessore Claudio Lavoyer, presso l’anagrafe patrimoniale dell’Assemblea, per accertare la veridicità di quanto dichiarato dal consigliere circa il proprio reddito.
"La Conferenza dei Capigruppo consiliari ha deciso, a maggioranza, di rigettare l’istanza presentata dal signor Tamone in quanto ritenuta regolare ma inammissibile – ha spiegato Cerise – l’anagrafe patrimoniale del Consiglio regionale può ritenersi assolta mediante la consultazione dei Bollettini ufficiali della Regione Valle d’Aosta."
Per quanto riguarda la richiesta di verificare la veridicità "l’istanza di Tamone – ha sottolineato il Presidente del Consiglio – è inammissibile perché in base alla legge i Consiglieri regionali sono tenuti a depositare una dichiarazione concernente: i diritti reali su beni immobili e su beni mobili iscritti in pubblici registri; le azioni di società; le quote di partecipazione a società; l’esercizio di funzioni di amministratore o di sindaco di società, corredata anche dalla situazione patrimoniale e dalla dichiarazione dei redditi del coniuge non separato e dei figli conviventi."
Secondo la legge però non rientrano in questa dichiarazione le eventuali disponibilità finanziarie su conti correnti e inoltre ha specificato Cerise "la Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza stanno già provvedendo ad accertamenti relativamente alle movimentazioni finanziarie e alla situazione patrimoniale riconducibili al Consigliere Lavoyer"
Per il capogruppo dell’Alpe, Patrizia Morelli, la richiesta di Tamone andava nel senso di verificare se la dichiarazione patrimoniale di Lavoyer era compatibile con i movimenti bancari, al centro delle cronace delle ultime settimane. "La richiesta – ha sottolineato la Morelli – doveva essere ammessa per non dare l’impressione ai cittadini di una mancanza di trasparenza della casta".