Se è vero che è impossibile prevedere i terremoti e quindi azzerare il rischio in questo ambito, è necessario lavorare per ridurlo al massimo. E’ questa la filosofia alla base del progetto di cooperazione italo-francese Rise, “Réseaux Intégrés de Surveillance sismologiques et d’échange” presentato oggi dall’Assessorato alle opere pubbliche.
Il progetto, in tre anni, ha ampliato la rete sismica presente nel nord ovest italiano e nelle regione francese di Rhône- Alpes e integrandone la gestione. Costo dell’operazione: 1 milione e 600 mila euro per installare e aggiornare, nel complesso, 17 stazioni sismiche sul fronte francese e italiano. La spesa a carico della Regione Valle d’Aosta si aggira intorno ai 366 mila euro.
Per la Valle d’Aosta il progetto si è tradotto nell’installazione di 3 nuove stazioni sismiche, rispettivamente a Gressoney-La -Trinité, a Champorcher e a Saint-Rhémy-en Bosses, che si sono aggiunte a quella già esistente a Morgex. Entro l’anno ne sarà poi posizionata una quinta nel territorio comunale di La Thuile.
“Queste stazioni ci aiuteranno a raccogliere i dati sugli eventi sismici, a monitorarli, a condividerli dando così la possibilità, in caso di terremoto, alla Protezione civile di intervenire in modo tempestivo” ha spiegato l’Assessore alle Opere pubbliche Marco Viérin.
Partner del progetto: il laboratorio di sismologia dell’Università di Genova in cui confluscono tutti i dati delle stazioni e che, dopo averli analizzati ed elaborati, li rende disponibili ai diversi soggetti coinvolti.
Sul fronte formativo e informativo si è puntato anche sui giovani e sulla loro conoscenza dei fenomeni sismici con l’acquisto di una stazione sismica didattica per l’Istituto professionale Corrado Gex di Aosta.