“Con le nomine nelle società controllate e partecipate, nella stragrande maggioranza dei casi, si saldano alleanze, si premiano gli amici politici, si consolano i trombati alle elezioni, si accontentano i malpancisti di turno, ma, poco ci si cura dell’apporto che potranno fornire gli “indicati” alla buona gestione delle società.”
E’ questo commento del consigliere dell’Alpe, Alberto Bertin, in merito alla riconferma dei rappresentanti della Regione all’interno della Sitrasb, la società che gestisce il traforo del Gran San Bernardo tra la Valle d’Aosta e la Svizzera.
Restano al loro posto per il prossimo triennio il presidente del consiglio di amministrazione Ugo Voyat e i consiglieri Albert Joseph Bétemps, Guglielmo Piccolo e Francesco Schimizzi. Nessuna novità anche nel collegio sindacale, del quale Stefano Mazzocchi resta presidente e Corrado Caputo e Gennaro D’Aquino rispettivamente membro titolare e supplente.
“Il criterio prevalente nella scelta dei cosiddetti manager pubblici o boiardi regionali, in questo come negli altri casi – aggiunge Bertin – si conferma essere l’appartenenza politica e la fedeltà al sistema. Poco contano agli occhi dell’establishment politico locale, le conoscenze specifiche, l’esperienza, le capacità, gli studi e la preparazione. Hanno tutti un curriculum essenzialmente politico, sono estranei alla valle del Gran San Bernardo, territorio principalmente interessato dall’attività della società, e rigorosamente in pensione. Nessuna novità anche in questo caso. Lo skill richiesto è sempre lo stesso: la fedeltà al Capo”.