Dimissioni almeno un anno prima per chi amministra società e denaro per conto della Regione e intende candidarsi alle elezioni regionali.
E’ questo l’invito del leader di Vallée d’Aoste Vive, Roberto Louvin, contenuto in una lettera inviata ai consiglieri regionali.
Secondo Louvin ?la recente apertura della procedura per la scelta del nuovo difensore civico ha riportato l’attenzione su un problema molto serio: quello delle ineleggibilità ed incompatibilità rispetto alle funzioni di Consigliere regionale.?
Ma se, sottolinea Louvin, nel caso specifico del difensore civico il Consiglio ha provveduto a regolare la questione con una revisione della legge (art. 8, L. 37/2001) che fissa a ?ben tre anni? prima delle elezioni le dimissioni dall’incarico, ciò non è avvenuto per gli altri amministratori suscettibili di condizionare l’elettorato; ?pur avendone (il Consiglio regionale ndr) – evidenzia il leader arancione – piena potestà legislativa ai sensi dell’art. 15 dello Statuto.?
?Vorrei evidenziare – continua Louvin- che chi amministra, direttamente o indirettamente, milioni di euro per conto della Regione, può oggi tranquillamente condizionare il voto ben più del difensore civico mediante assunzioni, appalti, contratti e sponsorizzazioni con denaro pubblico, e ciò fino alla vigilia delle elezioni: gli basterà infatti dimettersi al momento della presentazione della candidatura, dopo aver magari fino ad allora pesantemente condizionato l’opinione pubblica, per farsi eleggere in Consiglio.?
Secondo Louvin quindi il Consiglio regionale deve assumere subito ?una decisione doverosa come quella di stabilire un giusto periodo di allontanamento dalla carica prima di presentarsi alle elezioni da parte di chi amministra queste società?. Giusto periodo di allontanamento che, secondo il leader arancione – non può essere ?inferiore ad un anno, tra la cessazione delle sue funzioni di amministratore di società controllata dalla Regione e la successiva campagna elettorale.?
Immediate le risposte alla lettera di Louvin.
Giovanni Sandri, annunciando la presentazione da parte del suo gruppo consiliare di una proposta di legge sulle incompatibilità e le ineleggibilità dei consiglieri regionali, accusa però il leader arancione di comportamenti contradditori.
Scrive Sandri “dal 2001 ad oggi, da quando cioé la Regione è diventata competente in tali materie, grazie alla modifica del Titolo V della Costituzione, voluta dal centro sinistra e contro cui il Partito, di cui tu eri dirigente chiamò a votare i valdostani nel referendum confermativo, da allora, dicevo, ad oggi, tu hai occupato sia la poltrona di Presidente del Consiglio sia quella di Presidente della Giunta, senza mai sollevare alcuna iniziativa sul problema in oggetto. Negli scorsi mesi sei stato promotore di un referendum propositivo sulla forma di governo e sull’elezione del Consiglio regionale senza preoccuparti di verificare precedentemente se il Consiglio regionale era intenzionato ad attuare tali riforme, cosa che invece fai adesso sul tema dell’incompatibilità”.
Continua Sandri “ci sarebbe da chiedersi perché non hai raccolto le firme per un referendum propositivo anche su questo argomento”.
Simili le osservazioni di Guido Césal , presidente e capogruppo dell’Uv, che cosi replica a Robert Louvin. “Non posso che apprezzare la sensibilità e le preoccupazioni in ordine alla tematica da lei affrontata, ma in un’ottica costruttiva ed in virtù del rispetto che caratterizza i nostri rapporti interpersonali, eviterò le fin troppo facili recriminazioni sull’intempestività delle sue osservazioni e sulla possibilità, per Lei, di intervenire in maniera diretta ed appropriata già nel corso della precedente legislatura, qualora si considerino, sia i ruoli istituzionali da Lei ricoperti fino al 2003, sia l’esistenza di tali problemi anche prima delle ultime elezioni regionali”.