Un tempo bandito dalla Fiera, perchè considerata "tecnica non tradizionale", il colore oggi è il grande protagonista della 1013a Sant’Orso. La giornata primaverile, quasi estiva, insieme al sole, all’allegria della gente, la musica, i canti e la danze dei gruppi folkloristici in tutta la città si sposano alla perfezione con le mille sfumature delle opere esposte lungo le vie del centro storico di Aosta.
Non solo i petali dei fiori di legno, i becchi e le creste rosse dei classici galletti, ma anche i tatà, i bassorilievi, le sculture degli artisti più quotati hanno sfoggiato tinte più o meno accese, in occassione della grande festa dell’artigianato valdostano.
Dagli animali fantastici di Franco Grobberio e Chantal Gadin, passando per i galletti di Francesco Di Vito e Piero Carlin, le mini scarpe di Armando Blanc, i tatà di Michele Turco, Luigi Miniaci, Katia Capuzzo e Camillo Brunet, passando per i bossorilievi di Rudi Cerise, Nino Gabriele, Salvatore Domero, fino alle sculture "provocatrici" di Marco Bessone, per non parlare dei predatori dell’aria che prendono vita dalla corteccia intagliata da Bruno Diémoz, in molti hanno scelto di osare, aggiungendo un tocco di colore. E il pubblico sembra apprezzare.