Non poteva non aprirsi sull’inchiesta della Procura di Aosta sulle spese dei gruppi consiliari la prima giornata di lavori del Consiglio Valle. Ad aprire le danze è stata la capogruppo di Alpe Patrizia Morelli che come già fatto nei giorni scorsi nel corso di una conferenza stampa ha ribadito che “nulla è stato speso da Alpe per fini personali. “ Ricordando i nomi degli indagati nel movimento (oltre alla stessa Morelli, Albert Chatrian, Pino Cerise, Chantal Certan, Roberto Louvin e Carlo Perrin) il capogruppo ha sottolineato: “Siamo convinti di poter spiegare quanto ci è stato contestato con lo stesso scrupolo con cui abbiamo sempre documentato le spese fatte, pertinenti allo svolgimento del ruolo istituzionale. Ora lasciamo che la Procura faccia il suo dovere. Noi all’interno di questa assemblea legislativa dobbiamo interrogarci su come è stato possibile che la legge possa avere dato adito a un tale variegato uso dei fondi.” Morelli ha quindi invitato il Presidente del Consiglio Emily Rini a perseguire con urgenza l’obiettivo di rivedere l’attuale legge sui fondi dei gruppi consiliari. “Non è giusto come ora che i fondi rimangano inutilizzati per paura di interpretare in modo non corretto la legge. “
Dopo un intervento del consigliere Ego Perron dedicato alla discussione sulle riforme costituzionali in atto, a riportare l’aula sull’inchiesta della Procura di Aosta è stato Raimondo Donzel del Pd-Sinistra Vda che ha vantato “la totale attinenza della documentazione presentata con le informazioni raccolte dalla Procura”. Ad alzare il velo sull’utilizzo dei fondi dei gruppi consiliari nella scorsa legislatura era stato proprio il Pd pubblicando il rendiconto sul proprio sito internet e su Le Travail e il consigliere Donzel lo ricorda con orgoglio “siamo stati il primo gruppo in Italia a pubblicare le spese. La strada della trasparenza, della puntuale informazione resterà la via maestra da seguire per venirne fuori. “
L’analisi sull’inchiesta della Procura rimane confinata in un primo momento fra i banchi della minoranza con Luigi Bertschy dell’Uvp che torna a chiedere una revisione della legge in vigore. E sugli avvisi di garanzia. ”Per quello che ci riguarda la confusione intorno all’argomento è tanta. La veridicità, la correttezza e la buona fede devono guidare chi ha utilizzato i fondi. La buona fede l’ha dimostrata chi ha rendicontato le spese. Da parte del nostro gruppo c’è la volontà di non essere giudici e né assolutori. “ Il capogruppo Uvp ha spezzato poi una lancia verso i colleghi di minoranza. “Quest’indagine ha permesso comunque di differenziare l’utilizzo fatto di questi fondi.”
A fare distinzioni è anche Roberto Cognetta del M5S. “Notiamo un’enorme differenza fra maggioranza e minoranza su questo argomento. La maggioranza per ora ha glissato. E’ una cosa che ci lascia perplessi, sono gli elettori che poi decidono anche se ho notato che gli elettori decidono non sulla base di queste vicende giudiziarie. Finché non crescerà la coscienza civile nella popolazione non cambierà assolutamente nulla”.
Alla fine a rispondere a Cognetta è l’Assessore Marco Viérin di Stella Alpina. “Ringrazio il Procuratore Capo che più volte ha ribadito che qui non siamo nel mondo di Fiorito, la ringrazio perché abbiamo tutti famiglia qui. “ Viérin ha ricordato poi come la Corte dei Conti sul periodo oggetto di inchiesta non abbia “contestato nulla. Il problema vero è ora di come riuscire a fare una legge per poter spendere senza paura. “